La proposta è arrivata in forma di lettera scritta con la firma di Matteo Renzi. L’obbiettivo è fare approvare la legge elettorale entro il 2014 e la riforma costituzionale entro il 2015
Dopo il mancato incontro della scorsa settimana, Renzi si dichiara predisposto ad un nuovo incontro con i pentastellati per la fine di questa settimana. La proposta arriva direttamente dal Pd attraverso una lettera firmata proprio dal Presidente del consiglio Matteo Renzi, in cui si legge tutta la volontà di organizzare l’incontro al fine di poter definire i punti della Riforma che più stanno a cuore al Premier. “Siamo d’accordo nell’incontrarci di nuovo – scrivono i Dem – e vi diamo la disponibilità per le giornate di giovedì o venerdì. Va bene presso la Camera, va bene in streaming, fateci sapere. La legge elettorale per noi va approvata il prima possibile – dicono, dettando l’agenda – a ragionevolmente, prima dell’entrata in vigore della riforma costituzionale. Dovendo azzardare dei tempi potremmo dire che entro il 2014 si approva definitivamente la legge elettorale. La vostra posizione sull’immunità – dicono i Dem ai Cinquestelle – è molto seria. Siamo pronti a discuterne, anche con gli altri partiti. Come sapete noi non guardiamo in faccia a nessuno e abbiamo votato per l’arresto anche di nostri colleghi. Ci pare che l’unico punto di discussione sul Senato verta sul fatto che la vostra richiesta è di scegliere i 74 consiglieri regionali che siederanno anche in Senato con l’elezione di primo livello anziché con l’elezione di secondo livello” si legge nella lettera. I dieci punti scritti nella lettera del Pd aspettano adesso di ricevere risposta dai 5S che attraverso Di Maio hanno fatto sapere che presto sarebbe arrivata la risposta. Nel frattempo l’Aula del Senato ha iniziato l’esame del ddl del governo sulle riforme Costituzionali con l’illustrazione del testo approvato dalla Commissione da parte dei relatori Anna Finocchiaro e Roberto Calderoli e ha respinto le questioni pregiudiziali sulle riforme presentate da M5s, Sel e ex M5s.
Le due pregiudiziali di costituzionalità al disegno di legge che sono state respinte portavano le firme la prima dei senatori pentastellati e l’altra contiene quelle di Sel e di alcuni ex M5S. Entrambe chiedevano che non si approvasse il testo delle riforme costituzionali così come messo a punto dalla commissione di Palazzo Madama. Inoltre, per il documento a firma Sel-Misto, “l’elezione di secondo grado del Senato è una violazione della Costituzione, la sua revisione è di competenza delle Camere e non del governo, la prospettata riforma del bicameralismo rischia di determinar effetti distorsivi nel rapporto fra i poteri dello Stato, e non determina alcun risparmio ma si traduce invece in uno spreco di risorse”.
“Ha inizio la lunga battaglia parlamentare del Movimento 5 Stelle in difesa dei valori della Costituzione”, scrive il gruppo del M5S al Senato in merito al ddl riforme costituzionale in un post ripreso dal blog di Beppe Grillo e dalle pagine facebook di molti senatori cinquestelle e prima ancora della lettera di Renzi.
Oltre alle due pregiudiziali respinte, in Aula sono intervenuti la Finocchiaro e Calderoli, la prima ha sottolineato che, grazie al “lavoro del Parlamento” il testo del governo “è stato arricchito in modo considerevole”. Dal lavoro della Commissione, ha aggiunto, “è risultato un testo che si è configurato come un punto di approdo molto solido e avanzato al fine della celerità dell’iter parlamentare”. Per quanto riguarda Calderoli, ha esposto un emendamento molto delicato ovvero quello che riduce il numero dei deputati da 630 a 500 e, il numero delle firme necessarie a presentare un referendum, è fissato in 800.000 dalla Commissione Affari costituzionali. “Ottocentomila firme per la richiesta di referendum mi sembrano veramente eccessive. Mi auguro che il numero venga rivisto nel corso dell’esame in aula” ha detto il leghista.