In occasione della Festa Nazionale, lunedì 1° agosto 2022, il presidente della Confederazione Ignazio Cassis intraprenderà un viaggio in treno, sostando nei luoghi più importanti per la storia del nostro paese e per incontrarsi con la popolazione.
In omaggio alle sue origini culturali, il nostro presidente sarà accompagnato da una delegazione di giovani italofoni, che verranno poi raggiunti da giovani vodesi.
Questo viaggio, della durata di un giorno, è previsto iniziare dal Cantone Ticino, e più precisamente da Lugano, per poi concludersi con i fuochi d’artificio sulle rive del Lago Lemano.
Lungo il suo percorso, Ignazio Cassis sosterà a Knonau, nel Canton Zurigo, per condividere un brunch con la popolazione presso una fattoria. Il viaggio poi continuerà alla volta di Grenchen, nel Canton Soletta, dove lo attendono gli abitanti del luogo.
La scelta di queste due locations non è casuale. Perché sia Knonau, nei cui pressi si svolsero le guerre di Kappel e del Sonderbund, che Grenchen, teatro di lotte sociali, sono luoghi che simboleggiano la capacità tipicamente elvetica di riconciliazione dopo conflitti talvolta fratricidi.
Sempre spostandosi in treno, verso la conclusione della giornata, il presidente della Confederazione raggiungerà Losanna, nella Svizzera romanda, dopo una sosta anche a Yverdon-les-Bains.
In occasione del suo arrivo nel nuovo quartiere artistico di Losanna, presso la Plateforme 10, Ignazio Cassis farà visita al quartiere di Ouchy per assistere ai tradizionali fuochi d’artificio organizzati dalle autorità locali.
In questo periodo d’incertezza, il presidente della Confederazione ha voluto che il messaggio promosso dalla sequenza delle sue visite itineranti, tutte simbolicamente concentrate nel giorno della nostra festività nazionale, risultasse all’insegna della pluralità e della riconciliazione.
«La cultura del dialogo che abbiamo in Svizzera è una ricchezza inestimabile. La nostra capacità di coesione è un punto di forza che dobbiamo preservare a tutti i costi. La storia recente dimostra che la pace e la sicurezza non sono mai conquiste definitive», ricorda infatti ai media il presidente Cassis.
di Andreas Grandi