Mentre in Italia il sistema sanitario è quasi al collasso, il Coronavirus e la sua diffusione nella Confederazione ci mette di fronte alla riflessione sulla validità della sanità svizzera gestita dalle assicurazioni private che, invece, inibiscono i controlli per il caro prezzo delle cure
Il Coronavirus ormai si è diffuso in tutta l’Europa, così è arrivato anche in Svizzera. Nel primo giorno del mese di marzo il bollettino diramato dal Centro nazionale di riferimento per le infezioni virali emergenti (CRIVE) di Ginevra segna 24 casi di contagi con segnalazioni nei cantoni di Argovia, Basilea Campagna, Basilea Città, Berna, Friburgo, Ginevra, Grigioni, Ticino, Vaud, Vallese e Zurigo, dove tutte le persone ammalate sono state isolate. La Svizzera si è subito attivata per contrastare la diffusione del virus, molte persone sono in quarantena nel proprio Cantone di domicilio, devono rimanere a casa ed evitare contatti con altre persone.
Sono stati intensificati i test, anche sui casi di sintomi simili; è stata subito attivata l’Infoline 24 ore su 24 in tedesco, francese, italiano e inglese. È stata avviata la campagna «Così ci proteggiamo» per informare sulle precauzioni di igiene da adottare, anche in caso di sintomi sospetti; sono state annullate le manifestazioni pubbliche o private con più di 1000 partecipanti fino al 15 marzo 2020: a Ginevra, per esempio, è stato cancellato il famoso salone dell’Auto, così come tutte le manifestazioni del carnevale in Svizzera che superano il limite delle persone consentite. Insomma un certo impatto sulla vita quotidiana è ben visibile, anche se ancora si Accedi o registrati per continuare a leggere l'articolo
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