“Faremo tutto in pochissimo tempo”. Silvio Berlusconi arriva a Messina nel giorno del dolore per le vittime dell’alluvione e promette che la ricostruzione delle zone colpite sarà “rapida come quella in Abruzzo”.
Il premier entra al Duomo, gremito fin dalle prime ore della mattina così come il piazzale antistante la Chiesa da cui la popolazione ha seguito dai maxischermi la messa solenne, poco prima che nella Cattedrale della città dello Stretto inizi il rito solenne per l’ultimo saluto ai morti.
Seduto tra le prime file assieme al presidente del Senato Renato Schifani, al ministro della Giustizia, Angelino Alfano, alla capogruppo del Pd al Senato, Anna Finocchiaro, al governatore siciliano Raffaele Lombardo e al capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, Berlusconi ascolta l’appello dell’arcivescovo di Messina, Calogero La Piana, che chiede alle istituzioni di restituire alle popolazioni colpite “la garanzia di un piano di sicurezza, fatto di opere concrete e non di carte o di parole vuote e di circostanza”.
Poco distante dal premier, nelle prime file, anche Gaetano Silvestri, messinese di origine e giudice della Corte Costituzionale che pochi giorni fa ha bocciato il Lodo Alfano. I due non si incroceranno per tutta la durata della cerimonia.
Nel silenzio commosso della Chiesa, dopo l’applauso per le parole dell’arcivescovo, un anziano signore si rivolge a Berlusconi urlando ‘Silvio, salvaci. Rimetti a posto l’Italia, sei l’unico che può farlo’. E il presidente del Consiglio si fermerà più volte all’interno della Cattedrale per stringere mani e rassicurare i cittadini promettendo l’impegno del governo per la ricostruzione e il suo “personale” a tornare a Messina di continuo.
“Il governo ed io personalmente – aveva anticipato Berlusconi in una intervista alla Gazzetta del Sud – saremo vicini alla popolazione colpita in tutti i modi e lavoreremo a stretto contatto di gomito con il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, che sarà il commissario per l’emergenza: abbiamo la grande esperienza dell’Abruzzo che ci sarà utilissima per costruire in tempi brevi le case nuove per chi ne è stato privato dal nubifragio e dalle frane.
Stiamo già lavorando – è l’annuncio del premier – per individuare le case antisismiche, nel verde, dotate di ogni comodità, come abbiamo fatto all’Aquila”.
“Faremo tutto in pochissimo tempo”, ribadisce ancora, subito dopo la cerimonia, parlando con i sindaci delle città colpite dalla sciagura.
“Ora – aggiunge – bisogna fare un censimento per verificare quanti vogliono una casa nuova e chi invece preferisce aspettare per la ristrutturazione”.
Berlusconi alla fine della messa, si ferma anche con una giovane avvocatessa romena che poco prima, con voce rotta dalla commozione, aveva recitato il Padre Nostro nella sua lingua in memoria di una delle vittime: una signora di 48 anni, Monica Baraskuza, di professione badante, morta durante l’alluvione per salvare la sua datrice di lavoro.
“Ho chiesto a Berlusconi un sostegno per fare una scuola di formazione professionale per le bandati qui a Messina – racconta l’avvocato, Elena Simona Ceaus – e lui si è offerto di aiutarci anche per il rimpatrio della salma visto che la famiglia non ne ha la possibilità”.
Al termine della cerimonia il premier ha atteso che il lungo corteo di bare avvolte nel tricolore sfilasse lungo la navata centrale del Duomo per essere accompagnato verso l’uscita.
Alla fine ha lasciato la cattedrale dall’ingresso principale e non dall’entrata laterale dal quale era arrivato.
Berlusconi ha percorso a piedi un tratto della piazza circondato dagli uomini della sua scorta e appena svoltato l’angolo per tornare al corteo di auto della scorta si è scontrato con un nutrito gruppo di contestatori, diverse decine di persone che gli hanno urlato: ‘Andate via, assassini, è colpa vostra’.
I ‘buu’ all’indirizzo del premier sono durati per buona parte della strada che Berlusconi ha percorso per tornare alla macchina.
La fase è stata concitata e la scorta e gli uomini della sicurezza sono stati costretti a stringere il premier in un cordone di protezione molto fitto. Subito dopo però, svoltato l’angolo, c’è stato anche l’intervento di qualche sostenitore che lo ha applaudito e lo ha incitato a tenere duro: ‘Forza Silvio, vai avanti’.
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