“Abbiamo bisogno di superare le barriere che impediscono l’accesso delle donne al credito e alle tecnologie e introdurre delle buone pratiche e delle azioni positive per la cooperazione internazionale. Abbiamo anche bisogno di rafforzare modelli di sviluppo sostenibili a lungo termine, che rispettino le tradizioni popolari e le culture e identità locali e di fornire l’appropriata educazione e le giuste conoscenze tecniche alle donne in tutto il mondo”.
Lo ha detto Isabella Rauti (vedi foto), moglie del sindaco di Roma Gianni Alemanno e capo del Dipartimento per le Pari Opportunità presso la Presidenza del Consiglio, partecipando al Summit delle First Ladies dei Paesi Non Allineati, presieduto da Suzanne Sabet, moglie del presidente egiziano Hosni Mubarak.
All’incontro dal titolo “Food Security and Women’s Access to Resources”, dedicato all’accesso delle donne alle risorse produttive e introdotto dal direttore della Fao Jacques Diouf, erano presenti appunto Susanne Sabet (chairwoman), Kanayo F. Nwanze (presidente IFAD), Hafez Ghanem (assistente del direttore generale Fao) e Mankombu Sambasivan Swaminathan, presidente del Pugwash Conference, gruppo internazionale di scienziati impegnati nella lotta alla proliferazione delle armi nucleari e vincitori nel 1995 del Premio Nobel per la Pace. “Come Capo Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio – ha detto Isabella Rauti – vorrei riaffermare l’impegno italiano a sradicare la povertà, azione che costituisce il prerequisito essenziale per lo sviluppo economico e sociale, per la pace e la sicurezza”. “In Italia e in tutto il mondo – ha aggiunto Isabella Rauti – la crisi economico-finanziaria sta deteriorando il capitale sociale e le future prospettive di vita delle persone, specialmente dei giovani e delle famiglie mono parentali. Nel nostro Paese, dal 2007 al 2008, la povertà è stimata in crescita del 20 per cento. Al fine di combattere ogni forma di fame e povertà, l’accesso agli strumenti della microfinanza, così come l’accesso delle donne al microcredito, è stato incorporato in molte iniziative e programmi nazionali e internazionali, intrapresi di recente”.
La Caritas – ha sottolineato ancora – ha incrementato diversi progetti a livello nazionale fino a mettere in campo 72 iniziative in favore dell’accesso al microcredito e 29 progetti che hanno creato fondi speciali per le famiglie.
In Italia il “Comitato Nazionale Italiano Permanente per il Microcredito”, nato in risposta alle risoluzioni con cui l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha proclamato il 2005 come Anno internazionale del Microcredito, è espressamente dedicato alla diffusione e alla promozione del microcredito, indicato come uno “strumento utile” alla lotta della povertà estrema ed al raggiungimento degli obiettivi del Millennio. “Anche nell’agricoltura – ha detto ancora Isabella Rauti – le donne hanno ricoperto e ricoprono dei ruoli rilevanti.
In Italia, tre aziende agricole su nove sono condotte da donne: parliamo di 275.000 imprese, pari al 28 per cento del totale. Il 44 per cento si trova nel Mezzogiorno, segue il Nord (con il 32) e il Centro (con il 24). Le aziende agricole ‘rosa’ salgono in modo impressionante nel settore dell’agriturismo, dove superano il 35 per cento del totale. Crescite significative si sono registrate negli ultimi anni anche nel mercato biologico, nelle produzioni con marchi di qualità, nell’ortofrutta e vitivinicoltura”.
E questo “testimonia il ruolo attivo che le donne ricoprono nella tutela della biodiversità e nella attività rurali più innovative. C’è una profonda relazione tra equità di genere e i processi di sviluppo globale”.
Secondo la Rauti, “le strategie multilaterali per combattere ed eliminare la fame nel mondo devono prendere in considerazione le prospettive di un approccio alle tematiche di genere e gli investimenti devono focalizzarsi sull’accrescimento della ricchezza e dell’influenza delle donne dal punto di vista politico ed economico”.
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