Tra il 1998 e il 2007 più di 80 giovani hanno scelto di togliersi la vita sui binari
Per molti giovani crescere è un processo pieno d’incognite ed è spesso ostacolato da crisi esistenziali. In alcuni la disperazione è così paralizzante che considerano il suicidio l’unica via d’uscita. Eloquenti i dati dell’Ufficio federale di statistica (UST): In Svizzera per i bambini e i giovani (tra i 10 e 19 anni) il suicidio è la seconda causa di morte, mentre tra i giovani adulti (15-24) è quella maggiore. Ogni quattro giorni un bambino, un giovane o un adulto si toglie la vita, l’11 per cento degli adolescenti nutrono seri pensieri di morte, il 30 per cento dei ricoveri nei centri di psichiatrici per bambini e adolescenti avviene per tentati suicidi e depressioni. Ogni anno 1400 persone si tolgono la vita, con ciò la Svizzera ha una delle rate più alte di suicidi nell’Europa occidentale. Nonostante ciò il tema del suicidio rimane in Svizzera tabù e le offerte su misure preventive sono ancora rare. Fino ad oggi sono mancati anche dati statistici sui metodi scelti. Un nuovo studio dei Servizi psichiatrici del Canton Argovia ha fatto luce sui metodi di suicidio. Nella trasmissione “10 vor 10”, Urs Hepp, direttore dei Servizi e autore dello studio, ha dichiarato, che è fondamentale conoscere le quote sui metodi di suicidio. Solo così si possono avviare programmi di prevenzione. Lo studio ha preso in considerazione la statistica delle cause di morte dell’UST del periodo 1998-2007. Per gli adolescenti svizzeri è risultato che essi scelgono spesso metodi di suicidi abbastanza violenti. Il suicidio sotto il treno è quello più scelto dai giovani: 80 casi nel periodo preso in considerazione, cui sono da aggiungere i 100 casi l’anno che riguardano gli adulti. “Questa quota alta mi ha spaventato maggiormente”, ha detto Hepp e ha esortato le Ferrovie federali svizzere (FFS) ad agire, convinto che molti di questi sucidi si possano evitare. Lo scorso anno 25 esperti delle FFS si erano riuniti in una riunione per discutere il problema suicidio, senza giungere comunque a nuove conoscenze. Esistono però misure efficienti per evitare suicidi sotto il treno: le siepi ostacolerebbero il diretto accesso ai binari; telecamere di sorveglianza aiuterebbero a riconoscere potenziali vittime; telefoni di soccorso offrirebbero assistenza e anche regolari pattugliamenti scoraggerebbero i suicidi. Per affrontare il problema le FFS rimandano all’Ufficio federale dei trasporti (UFT), poiché anche altre società ferroviarie ne sono coinvolte. Il portavoce Andreas Windlinger ha dichiarato a “10 vor 10” che il tema del suicidio non lascia indifferente l’UFT. Ogni suicidio è una tragedia sia per i parenti sia per i conduttori di locomotiva. Ma da un’analisi sulle possibilità di agire da parte dell’UFT è risultato che non ci sono le basi giuridiche per obbligare le ferrovie ad agire o sussidiarle finanziariamente per impegnarsi nella prevenzione.
In questi casi però la prevenzione può essere una delle misure più efficaci ad abbassare la quota dei suicidi. Giovani che decidono di togliersi la vita, compiono l’atto impulsivamente, nonostante la lunga fase di sofferenza. Qui misure preventive possono ostacolare e scoraggiare le persone a compiere l’atto e dare la possibilità di intervenire in loro soccorso. Ora esperti di prevenzioni propongono analisi sistematiche che rivelino quali metodi siano idonei a ridurre le quote dei suicidi nel traffico ferroviario.
G.S.