Avete mai visto un edificio muoversi, spostarsi di qualche metro come niente fosse e mantenere intatta la sua struttura? Pensate ad un colosso di 6200 tonnellate che per più di 120 anni ha mantenuto quella locazione e dall’oggi al domani deve lasciare il posto per far spazio a dei nuovi e utili binari. Il nuovo, il futuro, il progresso che si fa spazio davanti all’antico, al passato, alla tradizione. Non è una novità. Molte volte per rimodernare o rendere più funzionale la struttura urbana di una città si è dovuto fare grandi cambiamenti a discapito delle strutture già esistenti, come per esempio è successo al Parco Ciani di Lugano quando, nel 1935, subì la demolizione di due edifici per il personale e diverse migliaia di metri quadrati furono sottratti al parco, per fare spazio all’edificio del teatro Kursaal e all’ampliamento della strada. Per fortuna però non sempre è necessario adottare delle misure così drastiche per apportare migliorie di questo genere, per fortuna sì, ma anche grazie al progresso delle tecniche di lavoro che si riesce a salvaguardare le strutture storiche riuscendo, nello stesso tempo, a migliorare l’aspetto urbano. Come è accaduto la settimana scorsa a Zurigo, quando l’edificio MFO di Oerlikon si è spostato di ben 60 metri verso ovest per fare spazio a due binari della nuova linea di transito, il megaprogetto delle FFS che prevede un nuovo tunnel fra la stazione centrale di Zurigo e quella di Oerlikon. C’è stato infatti un momento in cui si è dovuto decidere se demolire lo storico palazzo o intervenire in maniera differente e molto più costosa, cioè con lo spostamento del palazzo in questione. La popolazione di Zurigo però non ha avuto dubbi scegliendo la soluzione più costosa, ovvero la dislocazione dello stabile, operazione che è costata nel complesso 12 milioni di CHF, sobbarcati dalla società immobiliare Swiss Prime Site (proprietaria per metà con la Città di Zurigo), che ne è diventata la nuova unica proprietaria. Si tratta di un metodo alternativo a impatto zero per l’ambiente e pensato appositamente per salvaguardare l’immobile industriale di 3 piani con una pianta che misura 80 metri per 12, costruito nel 1889, situato vicino alla stazione Zurigo-Oerlikon, ed evitare così la sua demolizione.
I preparativi per il trasloco sono iniziati circa 10 mesi fa, quando fu trovata una soluzione per salvare il vecchio edificio. Si è dovuto in particolare scavare intorno al piano interrato, che è stato stabilizzato e poggiato sopra sei enormi binari in acciaio. In questo modo lo stabile è stato spostato con pompe idrauliche ad una velocità di 4 metri all’ora. I lavori sono iniziati martedì 22 maggio scorso e invece delle 15 ore previste, sono durati in tutto 19 ore (con la pausa notturna). Il viaggio del colosso di mattoncini è stato rallentato da un leggero spostamento laterale: gli addetti della ditta specializzata di Zugo che ha eseguito i lavori hanno dovuto sorvegliare e correggere il posizionamento dei rulli di acciaio sui quali è stata fatta scorrere la costruzione. L’operazione, con tanto di cerimonia d’apertura dei lavori, è stata seguita da centinaia di persone ed è anche stata un evento mediatico: la tv svizzera di lingua tedesca SF ha organizzato collegamenti in diretta ad ogni ora per quello che è stata la più grande operazione di spostamento di un edificio mai realizzata in Europa e avvenuta con successo. La storica costruzione in mattoncini, nelle immediate vicinanze della stazione di Oerlikon, è considerata l’ultima testimonianza del periodo industriale, in un quartiere che negli ultimi 10 anni ha subito una profonda trasformazione. L’immobile fu costruito nel 1889 come sede amministrativa della MFO, la fabbrica di macchinari, armi e locomotive, poi passata alla “Oerlikon, Brown Bovery” e quindi alla ABB prima di passare alla società immobiliare che ha coperto le spese per il trasporto.