Soddisfazione della Confedilizia a seguito della sentenza della Consulta che ha dichiarato illegittime le norme che, per i componenti del nucleo familiare, limitano l’esenzione ad un solo degli immobili nello stesso Comune quando hanno residenze e dimore abituali differenti. Non si può infatti penalizzare le copie legalmente unite rispetto alle altre, precludendo a loro quelle molteplici esenzioni IMU sulle prime case, di cui godono invece coloro che non hanno legami di fronte alla legge. A portare chiarezza è la Corte Costituzionale, per risolvere quelle discriminazioni inaccettabili riferite alla tassa sulla casa, che per il fisco deve essere equa, ma di fatto è tutt’altro che equa. Il tutto nasce con il DL.n°201/2011 con l’introduzione del concetto di “nucleo famigliare” che stabilisce che una coppia sposata deve fissare la dimora abituale del proprio nucleo, e solo quella è esente dall’IMU, partendo dal presupposto che i due coniugi abitino sempre insieme. Sugli altri immobili di proprietà della coppia, anche se occupati abitualmente per ragioni di lavoro, si deve pagare l’IMU, mentre una coppia non sposata non costituendo un “nucleo familiare”, non dovendo indicare un’unica dimora abituale, ha il privilegio di usufruire di una doppia esenzione. Confedilizia aveva segnalato il problema ed era anche intervenuta a giudizio davanti alla Consulta a sostegno dell’accoglimento delle questioni di legittimità. Questa sentenza elimina una penalizzazione inaccettabile nei confronti delle famiglie italiane. Si richiede ora una responsabilizzazione da parte dei Comuni al fine di effettuare i dovuti controlli per un corretto utilizzo delle agevolazioni fiscali.
Dr. Paolo Gasparini