La sfida al vertice alla Juventus, l’Inter in zona Champions, derby alla rinata Roma, il Milan evita la crisi, in difficoltà Chievo e Frosinone
Alla settima giornata il campionato dà una prima risposta: l’anti Juventus non esiste. La sfida al vertice conferma lo strapotere dei campioni d’Italia che sono di un altro pianeta. Il Napoli ha provato a ridimensionare il valore della squadra di Allegri e per 20 minuti ci è riuscito con il vantaggio di Mertens su una bella azione corale. Il cambio di ritmo della Juventus ha poi stritolato i partenopei che si erano illusi. La vittoria è stata schiacciante per qualità tecnica e fisica superiore, con contorno della solita cattiveria agonistica. Ronaldo non segna ma assiste i compagni in tutti e tre i gol, Allegri dispone al meglio di una rosa superiore di uno-due gradini, una opulenza che la presenza di Cristiano Ronaldo non ha scalfito, perché Allegri fa giocare la sua squadra non solamente al servizio del portoghese. La squadra di Ancelotti non ha demeritato anche in inferiorità numerica, sfiorando il 2-2, ma il suo palleggio ha fatto solo il solletico alla Juventus che è stata spietata e concreta, ribadendo la solidità del collettivo e una forte mentalità vincente. Già padrona del campionato con +6 sul Napoli, la Juventus si avvia alla conquista dell’ottavo scudetto consecutivo. La grandezza della squadra bianconera non merita però quello spicchio di tifosi e pubblico razzisti e tra i meno civili in Italia per i cori contro Napoli e Ancelotti.
Si risolleva la Roma che vince nettamente il derby con la Lazio, una gara che può dare la svolta alla stagione. Il brutto inizio sembra alle spalle, anche se la prestazione non è stata convincente, ma almeno la squadra ha commesso meno errori e sotto l’aspetto mentale ha fatto progressi. Bene l’atteggiamento e il cinismo nel concretizzare le occasioni. Il merito va a DI Francesco, che sotto il rischio esonero, è stato coraggioso a cambiare assetto e ricaricare i suoi giocatori, dai quali si aspetta continuità ed equilibrio. Delude per l’ennesima volta la Lazio quando affronta squadre di livello. La squadra di Inzaghi è stata positiva nel tenere testa alla Roma fino al pari, per poi calare mentalmente subendo il gioco dei giallorossi anche per il calo della qualità e intensità del proprio gioco. Risale l’Inter, alla quarta vittoria consecutiva, che conferma la svolta dopo le prime gara da incubo. Spalletti ha trovato le soluzioni giuste per riequilibrare la squadra, anche quando fa turnover per gli impegni in Champions. Non è tutto oro quello che luccica, perché contro il Cagliari ha sofferto non appena ha abbassato la concentrazione e ha campato sul del vantaggio, atteggiamento che ha fatto arrabbiare Spalletti, che ò ha avuto buone indicazioni dai giocatori impegnati nel turno over, Gagliardini e Borja e Lautaro in attacco a sostituire bene Icardi. L’Inter risale al terzo posto e Spal e derby saranno esami di maturità per sapere se potrà puntare in alto. Sull’orlo della crisi Gattuso reagisce a modo suo. Privo dei suoi attaccanti, contro la sorpresa Sassuolo, che è stato negli ultimi anni fatale ad Allegri e Seedorf, il tecnico calabrese si inventa una formazione con un tridente di fantasia formato da Suso-Calhanoglu-Castillejo che si inventano tre dei quattro gol che annientano un Sassuolo irriconoscibile, ma in questa gara molto ridimensionato o solamente rimandato. La squadra di Gattuso questa volta ha convinto nel gioco, ma senza eliminare del tutto i residui delle fasi in cui si concede pause e va in confusione tattica. Ci lavorerà sodo su questo aspetto Gattuso, che nel frattempo si toglie una soddisfazione e tira un sospiro di sollievo scacciando l’ombra di Conte.
Si conferma la Fiorentina che grazie alla vittoria sull’Atalanta (furiosa per alcune decisioni arbitrali) sale a 13 punti a pari merito con l’Inter. Una reazione alla sconfitta contro l’Inter che porta tre punti importantissimi, ma che arrivano dopo una prestazione negativa. La squadra di Pioli gioca male e sfrutta le due occasioni (contestato il rigore su Chiesa) per decidere la gara. L’Atalanta non ha demeritato è stata superiore alla Fiorentina per gioco e aggressività, ma è stata molto sprecona negli ultimi metri. A sorpresa si ritrova in alta classifica il Genoa di Ballardini, che dovesse vincere il recupero contro il Milan, sarebbe addirittura secondo insieme al Napoli. Il punto di forza di questo Genoa, oltre a collettivo ben coeso e determinato, è il centravanti polacco Piatek alla sua ottava rete in sei gare è già desidero di grandi club europei. Con la sua doppietta ha battuto il Frosinone. Per i laziali la situazione di classifica è complicata e se hanno cancellato lo zero alla casella reti realizzate, hanno fallito l’obiettivo della prima vittoria. Una situazione che mette a rischio la panchina di Moreno Longo. In acque movimentate si trova anche il Chievo a -1, all’ultimo posto e sconfitto dal Torino all’ultimo minuto. Non sta meglio la squadra di Mazzarri, partita con grandi aspettative, che ha giocato una partita inguardabile e solo il gol del subentrato Zaza risparmia il tecnico del Torino dalle critiche.
G.S.
foto: Ansa