“Ricordi e Stima”: l’esposizione dedicata alla storia di migrazione italiana è ospite a Rapperswil
La mostra “Ricordi e Stima” è momentaneamente ospite al Stadtmuseum di Rapperswil-Jona. Si tratta di una mostra fotografica che è “tra l’altro un approccio, attraverso la fotografia e la storia orale, alla vita quotidiana degli italiani, che dopo la seconda guerra mondiale sono emigrati per cercare lavoro in Svizzera. Hanno creato il proprio mondo sociale trasformando se stessi e la Svizzera. Hanno portato con sé l’italianità e hanno fatto conoscere agli svizzeri la cultura gastronomica italiana, che oggi fa parte della cucina svizzera”, spiega l’associazione che si chiama proprio come la mostra “Ricordi e Stima”.
L’associazione, che è l’unione di diverse associazioni ha “lo scopo di realizzare progetti culturali e storici insieme agli italiani”, spiega Marina Widmer, sociologa e direttrice del “Archiv für Frauen -, Geschlechter – und Sozialgeschichte Ostschweiz” e curatrice della mostra.
La mostra vuole anche ricordare le difficoltà che gli immigrati di allora trovarono in terra elvetica. “Gli italiani hanno contribuito in modo significativo alla prosperità della Svizzera. Tuttavia, era piuttosto un fianco a fianco, collegato a difesa e xenofobia, che caratterizzava la relazione tra svizzeri e italiani nel dopoguerra fino agli anni ottanta”, sottolinea l’associazione.
La mostra inoltre viene accompagnata da “Grazie a voi”, il libro che è ringraziamento alla prima generazione venuta in Svizzera sotto condizioni molto difficili e che hanno fondato un mondo parallelo, che hanno reso possibile una buona formazione ai propri figli, che hanno sostenuto la famiglia in Italia e che si è impegnata sia in politica che in religione e che infine ha aiutato la Svizzera al suo benessere”, spiega ancora Marina Widmer.
Esposizioni come questa sono importanti per ricordare passaggi fondamentali della storia svizzera e italiana, ma i giovani e le prossime generazioni cosa possono imparare da iniziative come questa? “È importante ricordare la propria storia e occuparsene. La storia dell’emigrazione deve essere integrata anche nella storia “ufficiale” della Svizzera perché è parte della storia svizzera. Oggi gli italiani sono ben visti e fanno parte della Svizzera, non era così dall’inizio alla fine degli anni ‘70 e agli inizi degli anni ‘80. Gli italiani hanno incontrato una xenofobia aperta, ma i nativi con il tempo hanno smontato questo concetto di nemico. Dobbiamo imparare dalla storia in modo che anche chi arriva oggi non deve aspettare 40-60 anni prima di essere il benvenuto”, dichiara Widmer.