Un’iniziativa popolare della sinistra chiede un’imposta del 20% su eredità milionarie e sulle donazioni
Da uno studio dell’Università di Losanna è emerso che nel 2011 in Svizzera sono stati ereditati 61 miliardi di franchi, con la tendenza ad aumentare fino ad arrivare a 76 miliardi nel 2015. Secondo l’economista Marius Brülhart, che ha condotto lo studio, le eredità nel 2011 corrispondono al 13% di tutti i redditi nazionali. I dati dell’Amministrazione federale delle contribuzioni indicano che l’1% dei contribuenti possiede il 40% del patrimonio netto nazionale. Sono numeri che sembrano sostenere l’iniziativa popolare “Tassare le eredità milionarie per finanziare la nostra AVS”, che sarà in votazione il prossimo 14 giugno e promossa dal Partito socialista, dai maggiori sindacati, dal Partito ecologista e dal Partito evangelico,
L’obiettivo dei promotori è ridistribuire la ricchezza e garantire il finanziamento dell’Assicurazione per la vecchiaia e i superstiti (AVS). Si tratta di riformare l’imposizione sulle successioni e le donazioni (oggi di competenza dei Cantoni) con una nuova imposta federale. L’aliquota prevista sarà del 20% e toccherà le eredità delle persone fisiche superiori ai 2 milioni di franchi e per le donazioni che superano i 20.000 franchi. Per chi eredita imprese o aziende agricole e prosegue l’attività per almeno 10 anni, è prevista una riduzione dell’imposta, mentre i coniugi o i partner registrati sarebbero esentati, come pure i regali fino a 20.000 franchi per un anno. Il gettito fiscale di questa imposta è stimato a circa 3 miliardi di franchi, dei quali due terzi sarebbero destinati all’AVS e un terzo ai Cantoni. Questi ultimi compenserebbero la perdita delle loro imposte sulle successioni (circa 1 miliardo l’anno).
La sinistra ritiene l’imposta equa, perché l’estrema diseguaglianza nella distribuzione del patrimonio in Svizzera contraddice il pensiero liberale delle pari opportunità. L’imposta sarà moderata e inferiore rispetto alla Germania (30%) o alla Francia (40%) e contrasterà la concentrazione di benessere nelle mani di poco. I fautori ritengono che sia giusto tassare un’eredità (esente da imposte) piuttosto che il denaro guadagnato personalmente, frutto del proprio merito. Inoltre il comitato promotore è convinto che gli introiti permettano di fare fronte ai problemi di finanziamento dell’AVS, dovuti all’invecchiamento della popolazione.
Non è d’accordo il governo che la tassa federale sulle eredità milionarie risolva il finanziamento a lungo termine e ha raccomandato di respingere l’iniziativa. “La cifra di 3 miliardi di franchi è teorica” ha dichiarato il ministro delle finanze Eveline Widmer-Schlumpf. Esentando le piccole e medie imprese e le aziende agricole con somme che svariano da 25 a 100 milioni le entrate variano di molto e c’è incertezza. L’AVS ha bisogno di basi più solide per il finanziamento come l’aumento dell’1.5% sull’IVA previsto dalla Riforma della previdenza 2020. Il Consiglio federale rifiuta anche il trasferimento delle competenze alla Confederazione. Sarebbe un’ingerenza nella sovranità dei Cantoni. Al testo si è opposta anche la maggioranza dei partiti borghesi. La nuova imposta sarà un appesantimento del carico fiscale in Svizzera e andrà a scapito della piazza economica, ammonisce l’UDC. A combattere l’iniziativa sono anche i rappresentanti delle piccole e medie imprese (PMI), che vedono una minaccia per il futuro di molte aziende famigliari, che investono il loro patrimonio nell’impresa. Secondo uno studio dell’università di San Gallo, l’imposta porterebbe a una riduzione degli investimenti del 5% con il rischio di dovere cancellare fino a 12.000 posti di lavoro l’anno o di essere costretti a vendere l’impresa.