Sebbene diverse iniziative siano state intraprese, sicuramente encomiabili ma poco rumorose, inerenti alle imposte sugli immobili degli italiani residenti all’estero, soprattutto per quanto riguarda i pensionati, mi sembra che si navighi nella totale disinformazione.
Per quanto riguarda l’IMU, sembrerebbe che, questa tematica, sia diventata il soggetto principale di tutti tanto per dire qualcosa su un argomento che in questo periodo attira l’attenzione, proprio per attirare l’attenzione e tirare l’acqua al proprio mulino, per così dire. Ma non tutti sanno o non gli interessa sapere che un articolo del sottoscritto, dal titolo “IMU per gli italiani all’estero: il ragionevole dubbio in una amara realtà” è stato pubblicato dall’agenzia e nei social lo scorso 17 febbraio ancora oggi consultabile. Nel testo si evincono i reali motivi per i quali il secondo Governo Conte ha dovuto reintrodurre la tassa IMU per tutti, anche per i pensionati AIRE. Si ribadisce anche in questa sede che non si tratta di una volontà da parte dei governi italiani di non voler esentare dal pagamento dell’IMU i pensionati AIRE, si tratta, piuttosto di una necessità, come ben sanno i nostri parlamentari.
Dopo un confronto con diversi parlamentari eletti all’estero recentemente approfondito con la Senatrice Laura Garavini, una soluzione percorribile sarebbe quella di sollecitare e sensibilizzare l’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI), al fine di esentare, nella maniera del possibile, i pensionati residenti all’estero delle tasse comunali. A livello locale, difatti, i Comuni possono esercitare questa potestà. A livello governativo l’Italia si è dovuta adeguare alla normativa europea per non incorrere in una procedura di infrazione per aver discriminato i pensionati europei non AIRE che possiedono immobili in Italia. Per loro, infatti, nessuna esenzione dall’IMU era mai stata prevista come per i nostri connazionali all’estero. E, dunque, o tutti o nessuno. E in questo momento storico il nostro Paese non può permettersi di esentare dal pagamento dell’IMU tutti i pensionati, residenti all’estero, che siano cittadini italiani o europei.
Per informazioni dettagliate e sicure, ancora una volta mi affido alle competenze giuridiche ed alla consolidata esperienza sulle tematiche trattate, al nostro consulente legale, Avv. Alessandra Testaguzza che, dopo gli aggiornamenti degli ultimi giorni, ci ricorda i passaggi delle varie problematiche, cercando di chiarirle, ancora una volta.
Di seguito le sue osservazioni e conclusioni dell’Avv. Alessandra Testaguzza:
“Dal 1 gennaio del 2020, è stata abolita l’esenzione dall’IMU per i pensionati AIRE, che era entrata in vigore dal 1 gennaio 2015. Come già evidenziato nell’articolo pubblicato a febbraio di quest’anno su La Notizia di Ginevra, a mio modesto parere, l’introduzione di detta esenzione era stata un azzardo, dal momento che già precedentemente, esattamente il 24 agosto 2013 e, quindi un anno prima dell’approvazione della L. 80/2014, la Commissione europea aveva già avvertito l’Italia che se avesse approvato un’esenzione del pagamento delle imposte sugli immobili soltanto a favore dei pensionati AIRE, si sarebbe esposta ad una procedura di infrazione nei confronti dell’Europa dal momento che una tale esenzione avrebbe prodotto una discriminazione fra i cittadini europei, ai sensi dell’art. 18 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE).
Forse sarebbe stato più prudente, da parte del Parlamento dell’epoca, evitare di approvare l’esenzione de qua solo in favore dei pensionati AIRE, anche per evitare l’esborso di denaro per l’infrazione al TFUE. Ogni volta, difatti, che un Paese membro dell’Unione europea, non applica quanto stabilito nei trattati europei, viene “multato”, e, questo, francamente, con la situazione costante di difficoltà nel bilancio dello Stato e di disavanzo, l’Italia non se lo può proprio permettere. Questa infrazione poteva essere evitata.
Da quest’anno, dunque, i pensionati AIRE debbono di nuovo pagare le imposte immobiliari senza alcuna esenzione”.
Detto ciò, non si comprende appieno il motivo per cui dobbiamo ancora leggere false informazioni di sedicenti personaggi poco preparati, che spesso strumentalizzano tematiche sensibili agli italiani all’estero. Mania di protagonismo e meschina demagogia?
A mio parere sarebbe meglio concentrarsi su altre tematiche come per esempio:
- il Canone TV, che si rivela essere una vera e propria ingiustizia;
- potenziamento e miglioramento dei servizi consolari, soprattutto ottimizzando l’ascolto e la risoluzione delle problematiche rappresentate;
- la riforma dei Com.It.Es e del CGIE, ancora un’altra ingiustizia con l’attuale legge che legifera le elezioni dei Com.It.Es. e per la scarsa influenza del CGIE che frena il ruolo di queste rappresentanze elette.
Sarebbe giusto depoliticizzare questi organi eletti, che dovrebbero avere più rilevanza nel proprio ruolo. E sarebbe anche corretto che i Com.It.Es. potessero venire eletti con l’invio del plico elettorale a tutti gli iscritti all’AIRE. Per quanto riguarda il CGIE, non sarebbe opportuna una elezione diretta dei membri per Circoscrizione Consolare?
Sono sempre più convinto che, ci si debba sedere attorno ad un tavolo con i nostri parlamentari eletti all’estero, studiare proposte concrete e realizzabili e portarli in Parlamento. Questo è l’obbiettivo che la SAIG, Pandemia permettendo, spera di raggiungere il prossimo maggio-giugno insieme ai parlamentari, associazioni, imprenditori che vorranno partecipare.
Carmelo Vaccaro