Il mercato della casa è un bancomat, il salasso continuo pesa 51 miliardi di euro all’anno
Negli ultimi 10 anni gli italiani si stanno impoverendo, la perdita della ricchezza delle famiglie proprietarie di immobili è stata superiore a 1100 miliardi di euro, di cui oltre 900 mila solo per le abitazioni. Anni fa la ricchezza delle famiglie italiana era superiore a quella delle famiglie francesi o tedesche, oggi una vera e propria voragine sta inghiottendo una montagna di risparmi. A parere dell’OCSE la ricchezza italiana oggi è del 50% inferiore a quella degli altri paesi europei. Mentre in Europa e in Usa i prezzi degli immobili crescevano nel nostro paese diminuivano. Oggi possiamo stimare che si può acquistare una casa con un risparmio del 20% rispetto agli anni passati. Gli italiani da sempre sono legati alla proprietà immobiliare, vista come un investimento sicuro a lungo termine, per consolidare il risparmio materializzandolo in un capitale di integrazione pensionistica, infatti circa l’80% delle famiglie italiane vive in casa di proprietà. Grazie al salvatore della patria, Mario Monti, istruito a dovere sulla manovra dai burocrati della UE, ha portato ad un aumento della fiscalità immobiliare insopportabile, questo ha avuto un impatto psicologico sui piccoli investitori, che puntano sul sul valore del loro investimento e sul reddito netto ottenibile. Tutto questo frutta allo Stato 51 miliardi all’anno (dati del 2019) imposte di tipo reddituale 9 miliardi (Irpef-addizionali-cedolare secca) Patrimoniali 22 miliardi (IMU) indirette 9 miliardi (Iva-registro-bollo-ipocatastali-succesioni e donazioni) indirette sulle locazioni 1 miliardo (registro-bollo) 10 miliardi (Tari e varie). Il volume di affari annuo generato dalle compravendite è di circa 130 miliardi di euro oltre la metà originato dalle famiglie. Oltre il 30% dell’economia italiana dipende in termini di produzione ed occupazione e PIL, da immobiliare e costruzioni, per alimentare la fiducia di chi investe occorrono regole e certezze per l’ottenimento di basi solide e un calcolo del rendimento netto ottenibile. Nel sistema catasto di stampo patrimoniale ottocentesco, le stime risalgono agli trenta, stime che oggi vengono rivalutate con l’impiego di moltiplicatori. Queste stime non sono coerenti con i valori di mercato, vista la dinamica che questi valori hanno subito nel corso degli anni. Occorre passare da un sistema di valutazione statico come quello attuale ad un sistema dinamico, questo però implicherebbe la risoluzione di notevoli problemi tecnici per fare una vera riforma. Rimane sempre il forte timore del cittadino che detta riforma possa avere solo un inasprimento del carico fiscale in termini patrimoniali anziché reddituali.
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