Il Centro italiano di studi ufologici (Cisu) ha festeggiato a suo modo i 150 anni dell’Unità d’Italia
Manca poco più di un mese al 2012 e con il suo avvento finiranno i festeggiamenti per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, festeggiamenti che in varie località si susseguono a ritmo incessante mettendo in luce questo o quell’aspetto della vita politica, sociale e culturale del nostro Paese. Il Centro italiano di studi ufologici (Cisu) ha festeggiato a modo suo questa ricorrenza con un convegno durante il quale, come è facile intuire, è stata ripercorsa la storia degli avvistamenti dal 1861 fino ad oggi. Non si tratta di un numero trascurabile, ma di ben 25 mila incontri ravvicinati. Decisamente, i cieli italiani devono essere molto affollati di extraterrestri se è vero che dividendo 25 mila per 150 si ottengono oltre 166 avvistamenti all’anno, cioè quasi uno ogni due giorni. Che cosa gli alieni abbiano a scoprire sul nostro suolo, è difficile immaginarlo; quale interesse abbiano per gli italiani, è ancora più complicato pensarlo, visto che gli italiani non è che godano di buona fama nel mondo. Una spiegazione però potrebbe essere questa: gli italiani quando hanno scoperto l’America sono partiti non sapendo dove andavano, sono arrivati e non sapevano dov’erano e per di più hanno viaggiato gratis. Forse deve essere capitato qualcosa del genere anche a loro. Scherzi a parte, anche all’estero gli avvistamenti sono stati e sicuramente continuano ad essere numerosi. Gli Usa sono in testa, ma anche altri Paesi non sono da meno. Si pensi al fatto che l’Inghilterra ha chiuso solo pochi mesi fa l’ente che si occupava di ufi. Ma torniamo alla nostra Italia per dire che in 150 anni moltissimi sono stati gli incontri ravvicinati ma solo una quindicina sono degni di entrare a far parte delle curiosità e dei misteri contenuti in questo genere di materia. Cominciamo dalla testimonianza della contessa Henrietta Gertrude Walker coniugata Baldelli. Il primo novembre del 1864 a Montespertoli vide un globo bianco numerose volte più grande della luna. Il globo bianco non era solo, c’era ad accompagnarlo anche una palla arancione. Allora non era facile disporre di macchine fotografiche, per scattare una foto bisognava disporre di un armamentario ingombrante che solo alcuni esperti riuscivano a far funzionare, quindi nessuna immagine del globo della contessa, dobbiamo fidarci di quel che raccontò. Nel 1950 un contadino di Abbiate, in provincia di Varese, si trovò di notte davanti ad esseri “scafandrati” che gli spararono addosso un raggio paralizzante. Anche di quest’incontro non si hanno foto, come non si hanno foto di altri avvistamenti. Forse quel contadino aveva bevuto qualche bicchiere di troppo, o forse si era ritrovato davanti sua moglie travestita. Il 30 ottobre del 1973 ad avere la visita di un Ufo fu addirittura un’intera area, quella di Torino Caselle. Furono in tanti a telefonare ai carabinieri e questi all’Aeronatica. Già, perché il fenomeno fu seguito anche da un pilota Alitalia. L’ultimo avvistamento degno di menzione fu quello capitato all’autista dell’allora presidente della Repubblica, Mario Segni. Siamo nel 1963, 20 agosto, ore 21 e 30. L’autista del presidente aveva accompagnato alcuni ospiti dell’inquilino del Quirinale e se ne stava tornando a Roma con la presidenziale Fiat 2300 quando il tetto dell’auto fu “accarezzato” dal sibilo di un disco volante. L’auto subì forti vibrazioni e strane interferenze elettromagnetiche. L’oggetto era enorme e aveva forma discoidale, di 20 metri di diametro, simile all’elmetto, dicono quelli del Cisu, dei soldati inglesi. Il poveto autista quella notte non riuscì a chiudere occhio e il motivo non fu certo il caldo di Roma. Fu interrogato dagli ufficiali dell’Aeronautica e fu creduto, al punto che i militari italiani misero al corente del caso gli esperti americani del Project Blue Book che scambiarono alcune lettere con i militari italiani nelle quali, in pratica, gli americani se non gli credettero certo non lo ritennero un imbroglione e dunque non passibile di denuncia. Poi la cosa si svuotò di curiosità e di contenuti con il passare del tempo. Abbiamo detto prima che di tutti gli avvistamenti in fondo non c’è mai stata una documentazione fotografica. Le foto ci sono state successivamente, ma si sono tutte dimostrate un falso, dei banali fotomontaggi. Forse più che scrutare nei cieli, bisognerebbe guardare sulla terra, anche perché è difficile che degli extraterrestri vivano da secoli tra noi, senza che nessuno li riconosca, e che si guardino bene (chissà perché, forse per paura) dal presentarsi.A proposito, se anche voi volete vedere un ufo, il periodo propizio è il mese di agosto, tra le 22 e le 23. Provateci anche voi fra nove mesi, chissà che non siate così fortunati da entrare nella storia degli avvistamenti. [email protected]