Mentre sabato scorso si sono celebrati i funerali di Niccolò, Daniele è ancora grave in ospedale: ecco come conclude la serata di due 20enni italiani pestati a sangue in discoteca
Pensa se un giorno, mentre sei in vacanza e ti stai divertendo con gli amici, magari in discoteca, la tua spensieratezza viene bruscamente interrotta da un gruppo di giovani che, non si capisce bene il motivo, hanno deciso di aggredirti malamente fino a toglierti la vita. Nessuno potrebbe mai immaginare una fine così brutta, priva di senso. Non poteva certo immaginarlo Niccolò Ciatti, il 24enne di Scandicci che, invece, ha subito questo atroce destino. L’aggressione è avvenuta nella notte tra venerdì e sabato dell’11 agosto in una discoteca a Lloret del Mar, dove Niccolò è stato picchiato a morte da tre giovani ceceni dopo una banale lite tra la vittima e uno dei tre aggressori. I tre giovani di 20, 24 e 26 anni sono stati catturati poco dopo sul lungomare di Lloret del Mar, ma due degli aggressori sono stati scarcerati subito dopo e hanno fatto ritorno in Francia, dove vivono come richiedenti asilo.
“Non sono umani, sono bestie”, ha affermato il padre di Niccolò che non è riuscito nemmeno a vedere tutto il video del pestaggio nel quale il figlio ha perso la vita. “Non sono essere umani ma bestie quelli che hanno ammazzato mio figlio come un sacco di patate, non posso dire neanche come un cane perché neanche un cane si merita una fine così”, ha detto al TG1. “La cosa triste – sottolinea il padre – è che tutti, tutti sono stati a guardare impotenti, sarebbe bastato che forse qualcuno intervenendo poteva risparmiargli quelle pedate sulla testa, quelle botte al cuore che me l’hanno ammazzato”. Durante i funerali del giovane toscano, avvenuti lo scorso sabato 19 agosto nella chiesa parrocchiale di Casellina a Scandicci, ha partecipato una grandissima folla di gente che ha voluto dare l’ultimo saluto a Niccolò. Tantissimi i giovani presenti, almeno duemila i presenti, tanto che la chiesa non è riuscita a contenere tutti.
Tra i tanti giovani anche gli amici più stretti che hanno indossato una maglia bianca e un foulard al braccio sinistro così come aveva chiesto loro di fare la fidanzata Ilaria, a ricordo di una abitudine di Niccolò. “Sembra che su Niccolò abbia trionfato l’odio omicida. Ma non possiamo rimanere schiacciati da questa apparente inutilità di tutto. C’è un giudizio per chi ha fatto questo, non degli uomini ma di Dio” ha affermato durante l’omelia funebre il parroco di Casellina di Scandicci don Giovanni Paccosi alla presenza dei sindaci di Firenze
e Scandicci, Dario Nardella e Sandro Fallani, ed il sottosegretario alla giustizia Cosimo Ferri. In occasione dei funerali il sindaco di Scandicci Sandro Fallani ha disposto il lutto cittadino ed ha invitato gli esercizi commerciali ad abbassare le saracinesche per un’ora a partire dall’inizio della cerimonia funebre e a “cessare le attività professionali non strettamente necessarie”.
Qualche giorno dopo il pestaggio di Niccolò, un episodio analogo si è verificato in Italia a Jesolo dove un giovane 24enne, Daniele Bariletti, libero professionista di Pianiga, ha rischiato la vita, dopo essere stato preso a pugni da un cliente del locale per una banale lite. Il giovane era assieme alla sua ragazza e a un gruppo di amici con i quali aveva prenotato un “privée” , una parte riservata della discoteca con tavolino per festeggiare il Ferragosto a Jesolo la notte tra il 14 e il 15.
L’aggressione si è consumata alle 3.30 circa. Un altro cliente, di età compresa tra i 24 e 28 anni, biondo, occhi azzurri, alto circa 1,90 cm, si è intrufolato nel tavolo prenotato dai ragazzi di Pianiga. Forse alterato, sicuramente su di giri, ha preso a provocare Daniele e la ragazza versando loro addosso una bevanda in una bottiglietta di vetro, dalla reazione di Daniele ne è scaturito il pestaggio da parte dell’uomo.
“Aveva il solo scopo di uccidere”, dicono i genitori, Maurizio e Lucia Bariletti, “nostro figlio è stato soccorso dagli amici e trasportato al Pronto soccorso di Jesolo, lasciando in mano alla sicurezza del locale l’aggressore. La sicurezza, invece, a quanto sembra pare abbia lasciato andare l’aggressore senza appurarne nemmeno le generalità, suggerendo agli amici di nostro figlio di contattare il 118, incuranti della gravità della situazione”.
Gli amici hanno portato Daniele, con il setto nasale fratturato e sanguinante, in stato di semi coscienza, all’ospedale di Jesolo, ma vista la gravità è stato trasportato in autoambulanza all’ospedale dell’Angelo di Mestre. Lo hanno operato in neurochirurgia e maxillofacciale poco dopo, con il setto nasale staccato dall’osso frontale anche questo fratturato, un grosso ematoma sul viso.
Daniele è stato messo in coma farmacologico e solo verso sera si è risvegliato piangendo ovviamente in stato confusionale. Le sue condizioni restano gravi, anche se non in pericolo di vita.
foto: Ansa