Merkel: “Io responsabile, ma su migranti decisioni giuste”
I leader del partito populista Alternativa per la Germania (Afd) sono convinti che il successo alle elezioni regionali nel Land Meclemburgo-Pomerania, a inizio mese, abbia dato loro un enorme slancio in vista delle elezioni generali del prossimo anno. La Cdu è risultata il secondo partito, con il 19% dei voti, contro il 20,8% dei populisti dell’Afd.
“Vogliamo governare questo paese per molto tempo. Siamo su questa strada, lavoriamo con tenacia e andiamo avanti passo dopo passo perché questo si verifichi”, ha detto a Berlino uno dei presidenti della formazione populista, Joerg Meuthen.
Il politico ultraconservatore ha definito “grande” il risultato raggiunto nelle elezioni. “Il nostro paese è in un momento di cambiamento politico, i partiti tradizionali barcollano sempre più. Basti pensare a dove eravamo un anno fa, giù al 5%, mentre ora siamo diventati un partito di massa”, ha aggiunto Meuthen. “Si tratta di un chiaro segnale di come saranno le elezioni generali. Abbiamo il sostegno di tutti i settori della società”, ha spiegato il leader di Alternativa per la Germania.
Accompagnato da Frauke Petry, con cui presiede il partito xenofobo, Meuthen ha sottolineato che il successo di Afd non è da attribuire semplicemente alla loro posizione critica sulla politica di immigrazione della Merkel, ma anche a come ha affrontato le altre questioni sociali ed economiche. “Non siamo un gruppo con un unico tema, questo è il motivo per cui abbiamo ottenuto questo risultato”, ha sostenuto.
Un punto di vista condiviso da Petry, che ai giornalisti ha citato altre questioni che, a suo avviso, sono state decisive nel raccogliere voti. “Questioni come la giustizia sociale, la sicurezza nel paese, la famiglia, l’istruzione o come vivremo in futuro, riguardano i cittadini e saranno la chiave per salire in vista delle elezioni federali”, ha affermato la leader ultraconservatrice, che ha fatto della crisi europea, i rapporti con Bruxelles, le politiche migratorie, la sicurezza la spina dorsale della sua campagna per le elezioni generali del 2017.
Angela Merkel si è assunta la responsabilità della debacle elettorale nel Meclemburgo-Pomerania. Parlando al termine del G20 in Cina, la Merkel ha difeso la sua politica delle porte aperte verso i migranti, alla base della sconfitta, ribadendo che “le decisioni prese negli ultimi mesi sono giuste”. Ma “naturalmente” la sconfitta di ieri “ha a che fare con la politica dei rifugiati, dunque sono io responsabile”.
Bisogna “riconquistare la fiducia” della gente, ha commentato Merkel. “Tutti devono ormai riflettere su quello che si può fare per riguadagnare la fiducia e, naturalmente, io per prima”, ha scandito.
Esperto francese: “Petry la Le Pen tedesca? Percorsi diversi”
Il successo dell’Afd rappresenta “un’evoluzione importante della politica interna tedesca”, Afd vince perché “non ha le sue radici nell’estrema destra”, la leadership di Angela Merkel è già indebolita e i percorsi di Frauke Petry e Marine Le Pen sono diversi, per cui le somiglianze non sono tali da sostenere un paragone. È questa, secondo Adnkronos, l’analisi di Jean-Yves Camus, esperto dell’estrema destra francese, direttore dell’Osservatorio dei radicalismi politici, ricercatore dell’Istituto di relazioni internazionali e strategiche (Iris) di Parigi, a proposito del voto nel Land di Meclemburgo-Pomerania.
Quanto al successo dell’Afd, secondo l’esperto francese rappresenta “anzitutto un’evoluzione importante della politica interna tedesca. Negli anni Sessanta e Settanta – ricorda – il leader conservatore bavarese Franz-Josef Strauss era solito dire che non c’era bisogno di nessun altro partito a destra del suo. Perché? Perché il passato nazional-socialista non poteva lasciare spazio all’estrema destra. E in effetti le formazioni veramente estremiste, l’Npd, la Dvu e i Republikaner, hanno conosciuto successi locali, ma sono sparite perché troppo radicali in un Paese macchiato dal suo passato”.
“L’Afd, invece”, continua l’analisi di Camus, “non ha radici nell’estrema destra, nasce da una scissione sovranista della destra”, l’Afd “è patriota, ostile al multiculturalismo ma poco somigliante all’Npd” neonazista, “è questo che rende il suo discorso accettabile in un contesto in cui la politica migratoria della cancelliera Angela Merkel è rimessa in discussione da una parte del suo stesso elettorato e in cui la Germania vede l’Islam radicale colpire il suo territorio, una cosa che è nuova. Euroscetticismo, crisi dei migranti e dell’identità nazionale, contesto terroristico: le determinanti del voto sono identiche” in Francia, come in Germania, in Austria come nel Regno Unito”.
Infine, parlando delle conseguenze sulla leadership della Merkel, l’esperto sottolinea come queste già ci siano, la cancelliera è già “indebolita” ad un anno dalle elezioni generali. “Questo mese si terrà il voto in Bassa Sassonia e a Berlino, buoni risultati dell’Afd confermeranno le sue difficoltà, che hanno a che fare soprattutto con lo scetticismo dei tedeschi sullo slogan secondo cui si riuscirà a integrare tutti i migranti – chiosa – La Merkel, che chiede un’apertura agli altri Paesi dell’Ue rispetto alle sue idee, rischia di convincere sempre meno i suoi alleati”.
Adnkronos
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