Un rapporto dell’Osservatorio Nazionale dei furti di rame svela un traffico nazionale e internazionale del rame. I danni alle Ferrovie dello Stato nel triennio 2011-2013 ammontano a 31 milioni di euro
C’erano una volta i cercatori d’oro, avventurieri solitari o in gruppi che armati di stivaloni, conche e setacci scandagliavano la sabbia o le pietruzze dei fiumi alla ricerca di qualche pepita d’oro. Adesso, il numero dei cercatori d’oro si è assottigliato, sia perché evidentemente i fiumi sono stati già depredati, sia perché c’è un altro metallo che va a ruba: il rame. Che non si trova nei fiumi, ma è dappertutto: lungo le linee ferroviarie sotto forma di fili elettrici, nei cimiteri dove spariscono i portafiori, vicino ai palazzi dove si trova di tutto, dai discendenti al tubi del gas. Dunque non si trova in natura e grezzo, ma in prodotti già lavorati. Il rame è il nuovo oro, più semplice da rubare e da rivendere, costoso quanto basta per attirare l’interesse di chi non ha voglia di lavorare. Quando si tratta di fili elettrici, basta armarsi di tenaglie e cesoie e il lavoro è fatto.
Ci sono vere e proprie bande di ladri di rame, organizzate in gruppi di specialisti con compiti precisi e ben addestrati, oltre che ben equipaggiati, perché non basta rubare, occorre anche trasportare, possibilmente senza dare tanto nell’occhio, e smerciare al miglior offerente, in genere ricettatori di professione o al servizio di bande di criminali. I ladri di rame, sono italiani e stranieri, in genere rumeni, ma nel furto la nazionalità non c’entra. Una tonnellata di rame vale circa 7 mila euro, 700 al quintale. I fili elettrici sono i più ricercati, specie quelli delle linee dei treni, i più appetiti perché di ottima qualità. Il business è in aumento, anche se in aumento sono anche le guardie e le denunce.
Lo ha rivelato l’Osservatorio Nazionale dei furti di rame in un recente rapporto: i furti di rame nei primi sei mesi del 2013 sono stati 11.040, il 12,1% in più rispetto ai primi sei mesi del 2012. Sono aumentate del 41% anche le denunce, che sono state 2720, e gli arrestati, 1631 persone, cioè il 36,7% in più rispetto all’anno precedente. I furti si sono spostati: dalla rete ferroviaria ai depositi, così, dicono i ladri, lo prendiamo già confezionato e pronto per la vendita. Il Gruppo Ferrovie dello Stato ha stimato che nell’ultimo triennio 2011-2013 i danni arrecati alle FS dal furto del rame è stato pari a 31 milioni di euro, di cui 12 milioni necessari per il ripristino della circolazione.
Ecco, in ordine, le regioni più colpite dai furti: Lombardia, Puglia, Sicilia, Campania, Lazio, Piemonte, Toscana, Emilia-Romagna, Veneto e Sardegna. In alcune regioni il furto del rame lungo le linee ferroviarie è pressoché assente per la buona ragione che o le ferrovie sono poche o la linea elettrica è assente (Molise).
Nei primi dieci mesi del 2013 i furti lungo la linea elettrica ferroviaria sono stati 1673, l’1,8% in meno dei 1703 del 2012. I ladri rubano dove il controllo è minore o addirittura assente. Tuttavia, le regioni prima citate sono sì quelle più colpite dai ladri, ma sono anche quelle dove le forze dell’ordine hanno arrestato di più. Nel 2012 le persone denunciate e/o arrestate hanno fatto registrare un aumento del 48%. Scendendo nei dettagli l’incremento è in Sicilia del 38,7%, in Emilia Romagna del 65%, in Toscana del 4,5%, in Veneto del 21,2%, in Calabria del 79%.
Ha dichiarato il capo della Polizia, Alessandro Pansa: “Le aziende che producono il rame e quelle che lo acquistano devono dotarsi di codici comportamentali e sistemi di tracciabilità del prodotto”. Mauro Moretti, l’Ad di Ferrovie dello Stato ha detto che le principali vittime dei ladri di rame sono i pendolari, perché i furti avvengono di notte e perché solo la mattina si risente dei danni, subiti proprio dai viaggiatori che si recano al lavoro e che invece rimangono a terra perché i treni non possono partire.
A volte, a dire la verità, qualche danno lo subiscono anche i ladri di rame, sono in tanti, secondo l’Osservatorio nazionale dei furti di rame, che tagliano un filo al posto di un altro e rimangono fulminati.