Il direttore dell’Agenzia delle Entrate ha presentato il nuovo Redditest, programma di software per verificare la propria coerenza tra entrate ed uscite, e il nuovo Redditometro, che sarà usato dal Fisco come arma di lotta all’evasione
Lotta all’evasione sempre più incisiva in Italia. La settimana scorsa il direttore dell’Agenzia delle entrate, Attilio Befera, ha presentato il cosiddetto Redditest, il nuovo programma di software che permetterà di capire se il contribuente sarà a rischio di controllo da parte del Fisco. In pratica, il programma confronterà il reddito dichiarato con le spese sostenute nel corso dell’anno. La quali spese, almeno quelle principali, dovranno essere dichiarate e precisate, mentre altre saranno stimate dal programma. Dal confronto tra le entrate e le uscite si dedurrà il grado di occultamento della propria ricchezza e quindi il tasso di evasione.
Se, invece, una volta inseriti i dati di entrate e di uscite, apparirà la luce verde e la parola “coerente”, vuol dire che non c’è nulla da temere. Nel caso contrario la luce sarà rossa, cioè un semaforo rosso, e la parola sarà “incoerente”. Facciamo un esempio. Se il reddito dichiarato sarà di 20.000 euro, mentre le spese dichiarate e quelle presunte (3000 euro di spese di benzina, 3000 euro di spese di riscaldamento, bollo della macchina 1300 euro, assicurazione 1300, 800 euro di spese per cinema e teatro, eccetera) ammonteranno a 21.000 euro, vorrà dire che i conti non tornano, da qualche parte dovrà esserci un inghippo, un occultamento di reddito.
Accanto al Redditest, che è un programma di software non obbligatorio, ci sarà il nuovo Redditometro 2012 che il Fisco userà per calcolare, partendo dalle spese, il reddito sintetico di un sospetto evasore. Con il Redditometro, il confronto sarà sempre tra entrate ed uscite, ma si terrà conto di un centinaio di voci per verificare l’esattezza del calcolo. Ecco un elenco di “fonti d’informazioni” che il Fisco userà per determinate l’esattezza o la non fedeltà delle dichiarazioni fiscali.: immobili posseduti, autoveicoli, aeromobili, natanti, movimenti capitali/titoli, contratti di assicurazione, appalti non registrati, atti del registro, beni in godimento a soci, leasing e noleggio, possesso cavalli, emolumenti a professionisti da strutture sanitarie private, contributi previdenziali Inps, contributi previdenziali altri istituti, licenze, utenze, mutui, bonifici bancari per ristrutturazioni, gallerie d’arte, biglietti crociere, e tante altre voci.
Si tratta di un’offensiva informativa e investigativa necessaria per arginare il fenomeno dell’evasione fiscale, che in Italia ha raggiunto limiti di guardia per lo Stato.
Il quadro che mostra il numero dei contribuenti in Italia con le rispettive fasce di reddito chiarisce anche a chi di numeri non sa nulla che ci sono occultamenti di reddito altrimenti inspiegabili. In linea generale sono 20 milioni e 169 mila e 869 i contribuenti che pagano tra zero e 15.000 euro; 19.293.158 quelli che dichiarano tra 15.000 e 50.000; 1.452.641 coloro che dichiarano tra 50.000 e 100.000 euro; 322.338 tra 100.000 e 200.000; 71.989 quelli che dichiarano oltre 200.000 euro; 3.641 con oltre 500.000 euro; e, infine, 796 contribuenti dichiarano oltre un milione di euro.
A questo punto, è presumibile che la maggiore evasione si annidi tra tutti coloro che dichiarano oltre 15.000 e magari incassano molto di più, specie se si tratta di lavoratori in proprio. Ma è altrettanto evidente che tra i venti e passa milioni di contribuenti che dichiarano tra zero e 15.000 euro ci sono delle diffuse zone di occultamento. In particolare, secondo l’Agenzia delle entrate 4 milioni e 300 mila famiglie- cioè il 20% – dichiarano redditi inferiori e molto inferiori alle spese. Vuol dire che l’occultamento del reddito o dei redditi è chiarissimo. Non solo: ben un milione di famiglie, quindi circa 3 milioni di persone, dichiarano addirittura zero redditi.
La realtà (e non è una novità, né una sorpresa) è che in Italia a evadere sono tutti o quasi tutti, a meno che non si disponga di un solo reddito da lavoro dipendente e basta, in questo caso si paga solo perché non si può non pagare. Con il nuovo Redditometro, che partirà a gennaio sui redditi del 2009 ma che sarà usato in profondità sui redditi degli anni successivi, evadere sarà – o dovrebbe essere – un po’ più difficile.