
È in corso a Basilea l’edizione 2025 di una delle più importanti rassegne artistiche mondiali.
Con 291 gallerie provenienti da 42 Paesi, Art Basel (www.artbasel.com) si amplia con nuove sezioni dedicate alla creatività contemporanea e rafforza la sua leadership nell’anticipare le tendenze di mercato.
Queste sono le tematiche esaminate nell’“Art Basel & UBS Art Market Report 2025”, che commenteremo tra poco, la più autorevole pubblicazione di settore, realizzata in collaborazione con UBS.
Coordinato dallo studio Art Economics della Dr. Clare McAndrew, docente all’Università di Zurigo per l’Executive Master in Art Market Studies, anche quest’anno l’“Art Basel & UBS Art Market Report 2025” propone un’analisi dettagliata dei dati raccolti nell’anno appena terminato.
Tuttavia, parallelamente all’apertura di Art Basel e rivolgendosi al pubblico dei massimi esperti e professionisti del settore già presenti nella città sul Reno, anche l’agenzia di Berna dell’Istituto per il Commercio Estero-ICE (www.ice.it) ha organizzato un incontro per promuovere MIART (www.miart.it), la fiera internazionale d’arte moderna & contemporanea organizzata da Fiera Milano. La Console di Italia a Basilea, Benedetta Romagnoli, e il direttore artistico di MIART, Nicola Ricciardi, hanno presentato in anteprima il nuovo format espositivo di MIART 2026.

La Svizzera, ricorda l’ICE in una nota stampa, è una location strategica per la commercializzazione di opere d’arte e beni da collezione. L’intensità dei rapporti tra Italia e Svizzera nel settore dell’arte, in particolare nella categoria “Oggetti d’arte, da collezione o di antichità”, è confermata anche dai risultati del 2024: l’Italia si colloca tra i principali partner commerciali, con un valore delle esportazioni verso la Svizzera pari a circa 123 milioni di euro. Nello stesso segmento, l’Italia ha conquistato una quota di mercato del 5,14%, confermandosi al sesto posto in una classifica guidata dagli Stati Uniti, seguiti da Francia, Regno Unito, Germania e Spagna.
Ed ora portiamoci ad Art Basel 2025.
Nel corso dei dodici mesi dell’anno appena concluso, secondo le rilevazioni di Art Basel & UBS Art Market Report, il mercato globale dell’arte ha vissuto una trasformazione profonda, caratterizzata da dinamiche contraddittorie che rivelano l’apertura a un pubblico più ampio e una transizione verso un ecosistema merceologico più diversificato e inclusivo.
La crescita nei segmenti accessibili e la resilienza delle gallerie più piccole anticipano nuove dinamiche e opportunità per i professionisti, gli investitori e anche per i semplici appassionati. Passiamo in rassegna le sintesi proposte dagli esperti coordinati dalla Dr. Clare McAndrew, ricordando che tutti i valori sono espressi in dollari.
Nei dodici mesi appena conclusi, le vendite hanno registrato una contrazione del 12%, attestandosi a 57,5 miliardi, segnando un declino per il secondo anno consecutivo dopo la ripresa post-pandemica del 2021-2022.
Tuttavia, il numero totale delle transazioni è cresciuto del 3%, raggiungendo quota 40,5 milioni. Questo segnala che il mercato si sta orientando verso segmenti più accessibili, superando la tradizionale concentrazione nel settore ultra-lusso.
L’apertura a fasce di prezzo “popolari” rappresenta l’evoluzione più significativa dell’anno appena concluso.
Le vendite private delle case d’asta hanno registrato una crescita del 14%, mentre le aste pubbliche hanno subito una flessione del 25%.
Questo spostamento verso trattative riservate riflette probabilmente una ricerca di discrezione da parte dei collezionisti di fascia alta nell’attuale contesto internazionale segnato da incertezze geopolitiche.
Le gallerie hanno mantenuto il 59% delle vendite totali in termini di valore, confermando il loro ruolo centrale.
Confermando le rilevazioni dell’ICE che abbiamo commentato all’inizio di questo articolo, anche per il team di esperti di Art Basel & UBS gli Stati Uniti hanno consolidato la leadership mondiale con il 43% delle vendite globali (24,8 miliardi), nonostante un calo del 9%.
Il Regno Unito ha riconquistato la seconda posizione con 10,4 miliardi (-5%).
La Cina ha registrato una significativa flessione, scivolando al terzo posto con un calo del 31%, a 8,4 miliardi, il livello più basso dal 2009. Questo declino riflette le difficoltà economiche strutturali cinesi, probabilmente innescate dalla crisi immobiliare interna.
In Europa, i mercati mostrano performance negative: la Francia ha mantenuto la quarta posizione con 4,2 miliardi (-10%), mentre Germania, Svizzera e Italia hanno registrato contrazioni che portano le vendite UE a 8,3 miliardi (-8%).
Le vendite online hanno totalizzato 10,5 miliardi, restando del 76% superiori ai livelli pre-pandemia, nonostante il calo dell’11%.
La quota dell’e-commerce si è stabilizzata al 18% del mercato totale. È significativo che il 99% delle transazioni online riguardi prezzi sotto i 50.000 dollari, confermando come le produzioni digitali contribuiscano a rendere l’arte più accessibile.
Il report Art Basel & UBS sottolinea una crescita delle disponibilità economiche globali, con i mercati azionari a +20% e la ricchezza dei miliardari salita a 15,6 trilioni di dollari.
Tuttavia, l’allocazione dell’arte nei portafogli è scesa al 15% rispetto al 24% del 2022.
Per il futuro, il trasferimento generazionale si annuncia come un’opportunità: con miliardari dall’età media di 66 anni, nei prossimi 20-30 anni il settore potrebbe attrarre investimenti per 6,4 trilioni di dollari.
Il comparto delle produzioni artistiche con tecnologie digitali, gli NFT, ha totalizzato solo 213 milioni, in calo dai 613 milioni del 2023, sottolineando una pausa riflessiva delle quotazioni. Il settore delle gallerie ha invece mostrato una forte polarizzazione: le piccole realtà sono cresciute del 17% per il secondo anno consecutivo, mentre quelle di alta gamma sono calate del 9%.
Questa suddivisione riflette un mercato che si apre a nuovi segmenti, con le gallerie più dinamiche nell’intercettare una domanda in crescita.
Le gallerie hanno attratto il 44% dei nuovi acquirenti, confermando l’interesse di nuovi collezionisti. Anche la rappresentanza femminile tra gli artisti ha raggiunto il 41%, segnalando una maggiore attenzione verso nuove produzioni.
Le case d’asta nel 2024 hanno invece registrato vendite in calo del 25%, in particolare del 39% per le opere oltre i 10 milioni.
Anche il segmento ultra-high-end è diminuito del 45%.
Il mercato sotto i 5.000 dollari si è confermato positivo, crescendo del 7% nei valori e del 13% nelle transazioni, grazie a prezzi accessibili a una clientela non elitaria.
L’arte post-bellica e contemporanea, pur mantenendo il 52% del mercato d’asta, per il terzo anno consecutivo ha segnato un calo del 28%, scendendo a 4,6 miliardi dal picco di 8,5 miliardi del 2021. I settori tradizionali hanno mostrato oscillazioni di prezzo più difensive.
Le previsioni per il 2025 evidenziano un cauto ottimismo: solo il 33% delle gallerie si aspetta una progressione, in calo rispetto al 36% del 2023.
Gli operatori istituzionali, come le case d’asta, quindi si mostrano riflessivi, con un 15% che prevede valori in crescita.
di Nicoletta Tomei