
Si è appena conclusa Art Basel 2025 (www.artbasel.com), probabilmente la principale rassegna di settore a livello mondiale.
Quest’anno, la manifestazione basilese ha consolidato la sua leadership nell’anticipare le tendenze di mercato, ampliandosi a nuove sezioni dedicate alla creatività contemporanea, ed animate dalla presenza di 291 gallerie provenienti da 42 paesi.
La presenza italiana si è inoltre distinta grazie ad uno evento speciale coordinato, sempre nella città del Reno, dalla Agenzia di Berna dell’Istituto per il Commercio Estero-ICE (www.ice.it), alla presenza dell’Ambasciatore di Italia a Berna, Gianlorenzo Cornado, della Console di Italia a Basilea, Benedetta Romagnoli.

Alla questa conferenza stampa, oltre ad un esame delle relazioni tra la Confederazione e l’Italia, sui cui ci soffermeremo fra breve, è stata inoltre anticipata in esclusiva la 30ª edizione di Miart (www.miart.it), la fiera internazionale d’arte moderna e contemporanea organizzata da Fiera Milano nel capoluogo lombardo, e per la quale è anche intervenuto il direttore artistico Nicola Ricciardi.
Miart rappresenta un evento di riferimento culturale nel panorama internazionale. Lo riassumono le cifre della edizione terminata lo scorso aprile, che ha ospitato 179 gallerie provenienti da 31 nazioni.
Anche quest’anno Miart ha attirato in città i piu’ autorevoli market leader mondiali che, nello stesso periodo, hanno approfittato anche per esaminare le proposte offerte dalla Milano Art Week 2025 (www.milanoartweek.it), rassegna multimediale e multisettoriale animata da 350 eventi, tra cui 60 inaugurazioni, 50 workshop ed altrettante visite guidate, ed il contribuito dei principali musei civici e privati meneghini, oltre alle fondazioni, agli archivi, le piazze ed i parchi cittadini.
Ma torniamo all’incontro basilese della agenzia ICE di Berna.
Durante questa conferenza stampa, seguita da circa un centinaio di alcuni fra i piu’ influenti professionisti del settore, Miart ha anticipato la sua edizione 2026, illustrandone i nuovi spazi espositivi ed il tema curatoriale.
Prima di procedere con un esame dell’Art Basel & UBS Art Market Report 2025, che commenta l’andamento del mercato artistico mondiale, ricordiamo i vantaggi che la Confederazione ha predisposto per questo settore.
La Svizzera, commenta in una nota stampa la Agenzia di Berna dell’ICE, grazie alla sua solida infrastruttura, alla presenza di prestigiose case d’asta internazionali come Sotheby’s, Christie’s e Koller, alle fiere di riferimento come Art Basel e a numerose gallerie d’arte di altissimo livello, infatti si conferma un hub strategico per la commercializzazione di opere d’arte e beni da collezione, propiziato anche da un ecosistema normativo favorevole.
In particolare, prosegue la Agenzia di Berna dell’ICE, a distinguere il mercato svizzero è la presenza di punti franchi, o Freeport, aree di deposito extra doganali, come quello di Ginevra, tra i più importanti al mondo.
Per esempio, nella città di Calvino le opere d’arte possono essere conservate a tempo indeterminato senza l’applicazione di dazi o di IVA, fino a quando le produzioni artistiche lasciano i depositi. A beneficiarne, grazie alle interessanti possibilità di ottimizzazione fiscale che ne conseguono, gli operatori che scelgono la Confederazione per le loro attività professionali.
L’intensità dei rapporti tra Italia e Svizzera nel settore dell’arte in particolare nella categoria “Oggetti d’arte, da collezione o di antichità”, prosegue la nota stampa diffusa dalla Agenzia di Berna dell’ICE, è confermata anche dai valori registrati nello scorso anno.
L’Italia si colloca tra i principali partner con la Svizzera, registrando un valore delle esportazioni verso la Confederazione pari a circa 123 milioni di euro ed un saldo positivo pari a 105 milioni di euro, in ulteriore crescita rispetto al 2023 (+3%).
Nello stesso segmento, l’Italia ha conquistato una quota di mercato del 5,14%, confermandosi al sesto posto tra i fornitori.
La classifica, in ordine decrescente, vede in testa gli Stati Uniti, seguiti da Francia, Regno Unito, Germania e Spagna.
Ed ora portiamoci ad un esame delle previsioni di mercato riassunte dall’“Art Basel & UBS Art Market Report 2025”, allestito grazie al contributo del principale istituto bancario elvetico e della team di studiosi internazionali coordinato dallo studio Art Economics della Dr. Clare McAndrew, docente presso l’Università di Zurigo all’Executive Master in Art Market Studies.
Nel corso dei dodici mesi dell’anno appena concluso, secondo le rilevazioni di Art Basel & UBS Art Market Report, il mercato globale dell’arte ha vissuto una trasformazione profonda, caratterizzato da due differenti dinamiche: l’apertura a un pubblico più ampio e, parimenti, una transizione verso un ecosistema merceologico più diversificato e inclusivo.
La crescita nei segmenti accessibili e la resilienza delle gallerie più piccole inoltre anticipano nuove opportunità per i professionisti, gli investitori e anche per i semplici appassionati.
Ma proseguiamo con le sintesi previsionali del report Art Basel & UBS, ricordando che tutti i valori sono espressi in dollari.
Nei dodici mesi appena conclusi, le vendite hanno registrato una contrazione del 12%, attestandosi a 57,5 miliardi: questo rappresenta un declino del settore per il secondo anno consecutivo dopo la ripresa post-pandemica del 2021-2022.
Allo stesso tempo, il totale delle transazioni è cresciuto del 3%, attestandosi a quota 40,5 milioni.
Questo porta a prevedere che il mercato si sta rivolgendo a segmenti più accessibili, superando la tradizionale concentrazione nel settore extra lusso.
Ricordiamolo: l’apertura a fasce di prezzo “popolari” rappresenta l’evoluzione più significativa dell’anno appena concluso.
Le vendite private delle case d’asta hanno registrato una crescita del 14%, mentre le aste pubbliche hanno subito una flessione del 25%.
Questo spostamento verso trattative riservate probabilmente riflette una ricerca di discrezione da parte dei collezionisti di fascia alta nell’attuale contesto internazionale segnato da inquietudini geopolitiche.
Le gallerie hanno confermato il loro ruolo centrale, registrando il 59% delle vendite totali in termini di valore.
In un confronto geografico internazionale, gli Stati Uniti hanno consolidato la leadership con il 43% delle vendite globali (24,8 miliardi), nonostante un calo del 9%.
Il Regno Unito, con 10,4 miliardi (-5%), ha riconquistato la seconda posizione.
La Cina invece di distingue per una flessione significativa, con un calo del 31%, a 8,4 miliardi, il livello più basso dal 2009, e scivola al terzo posto. Questo declino riflette le difficoltà economiche strutturali cinesi, probabilmente originate dalla crisi immobiliare interna.
In Europa, i mercati confermano performance riflessive: la Francia ha mantenuto la quarta posizione con 4,2 miliardi (-10%), mentre Germania, Svizzera e Italia hanno registrato contrazioni che portano le vendite UE a 8,3 miliardi (-8%).
Le vendite online hanno totalizzato 10,5 miliardi, e restano del 76% superiori ai livelli pre-pandemia, nonostante il calo dell’11%.
La quota dell’e-commerce si è stabilizzata al 18% del mercato totale.
È significativo che il 99% delle transazioni online riguardi prezzi sotto i 50.000 dollari, il che conferma come le produzioni digitali contribuiscano a rendere l’arte più accessibile.
Il report Art Basel & UBS infine sottolinea una crescita delle disponibilità economiche globali, con i mercati azionari a +20% e la ricchezza dei miliardari progredita a 15,6 trilioni di dollari.
Tuttavia, l’allocazione dell’arte nei portafogli è scesa al 15% rispetto al 24% del 2022.
Per il futuro, il trasferimento generazionale si annuncia come un’opportunità cui prestare attenzione.
Con miliardari dall’età media di 66 anni, nei prossimi 20-30 anni il settore potrebbe infatti attrarre investimenti per 6,4 trilioni di dollari.
Il comparto delle produzioni artistiche con tecnologie digitali, gli NFT, ha totalizzato solo 213 milioni, in calo dai 613 milioni del 2023, sottolineando un progresso negativo delle quotazioni.

Il settore delle gallerie ha invece mostrato una forte polarizzazione: le piccole realtà per il secondo anno consecutivo sono cresciute del 17%, mentre quelle di alta gamma sono calate del 9%.
Questa suddivisione conferma un mercato avviato ad aprirsi a nuovi segmenti, e che vede le gallerie più dinamiche pronte ad intercettarne agli altrettanto nuovi orientamenti e possibilità di profitto.
Le gallerie infatti hanno attratto il 44% dei nuovi acquirenti, e confermano l’interesse di nuovi collezionisti.
Anche la rappresentanza femminile tra gli artisti ha raggiunto il 41%, il che conferma una maggiore attenzione verso le nuove produzioni.
Le case d’asta nel 2024 hanno invece registrato vendite in calo del 25%, in particolare del 39% per le opere oltre i 10 milioni.
Anche il segmento ultra-high-end è diminuito del 45%.
Per contro, il mercato sotto i 5.000 dollari resta positivo, crescendo del 7% nei valori e del 13% nelle transazioni, favorito da prezzi accessibili a una clientela non elitaria.
L’arte post-bellica e contemporanea, pur mantenendo il 52% del mercato d’asta, per il terzo anno consecutivo invece segna un calo del 28%, scendendo a 4,6 miliardi dal picco di 8,5 miliardi del 2021.
Le previsioni per il 2025 evidenziano un cauto ottimismo: solo il 33% delle gallerie si aspetta una progressione, in calo rispetto al 36% del 2023.
Quindi gli operatori istituzionali, come le case d’asta, restano prudenti : infatti solo un 15% prevede valori in crescita.
di Andreas Grandi e Nicoletta Tomei