Siamo quasi a dicembre e se una volta le problematiche peggiori di questo periodo riguardavano soprattutto se prediligere la scelta del panettone sul pandoro, adesso le cose sono più complicate. Inutile dire che alla radice il problema è quello che ci assilla da qualche tempo e in tutti i periodi dell’anno, ovvero la pandemia da Covid-19, ma nel periodo delle feste natalizie diventa davvero difficile.
A Natale si aspettano i doni sotto l’albero, quest’anno abbiamo già ricevuto in anticipo la sorpresa di una nuova variante, Omicron, di origine sudafricana, che è già stata individuata più o meno dappertutto, anche in Svizzera su una persona tornata dal Sudafrica circa una settimana fa. Si dice che la nuova variante circolerà nella Confederazione, che sembra essere molto contagiosa e che, purtroppo, pare che i vaccini attuali possano essere meno efficaci ma non totalmente, quindi rimane sempre consigliato dagli esperti il vaccino, adesso nella misura delle tre dosi ormai confermate. La cosa positiva sembra essere che sui vaccinati la nuova variante si presenti con sintomi non preoccupanti, come si può notare dal caso italiano. C’è da dire che la variante è ancora poco conosciuta, per cui si dovrà attendere qualche tempo per verificare gli effetti.
Che il Covid sia diventato da qualche tempo il protagonista assoluto dei nostri pensieri è ormai certo, questa settimana lo è maggiormente per la popolazione Svizzera che ieri è stata interrogata sulla modifica della legge Covid-19 e ha decretato la vittoria del sì: il 62% degli elettori svizzeri si sono espressi a favore del certificato sanitario svizzero, creando così le basi legali per il certificato Covid, inoltre ha approvato l’estensione degli aiuti finanziari e il tracciamento dei contatti. La votazione ha appassionato molto l’intero Paese che ha risposto al referendum con un’alta affluenza, pari a circa il 65%, un risultato che non si vedeva da quando fu concesso il diritto di voto alle donne.
Ma come potrebbe essere il contrario? Ormai questa pandemia fa parte della nostra vita, la influenza e la condiziona in tutto, non c’è evento che organizziamo o a cui partecipiamo senza tenere in conto il Covid, non c’è giorno che trascorriamo senza dover prendere decisioni o attendere le direttive degli esperti. Presto ci troveremo ad affrontare il caso dei vaccini sui più piccoli, la fascia che va dai 5 agli 11 anni, attualmente in discussione.
In Europa, l’Agenzia europea per i medicinali (Ema) ha raccomandato di concedere un’estensione dell’indicazione per il vaccino Covid di Pfizer-BioNtech.
In Svizzera Swissmedic sta valutando i dati che comprendono uno studio clinico in corso con quasi 5’000 partecipanti di questa fascia d’età. Lo studio di Moderna si è svolto con la vaccinazione dei volontari di due dosi di vaccino – ridotte rispetto a quelle somministrate agli adulti – a un intervallo di 28 giorni l’una dall’altra.
In Italia, invece, dopo le indicazioni dell’Ema, si attende la decisione l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) che si pronuncerà con un parere allineato all’agenzia europea e i bambini potrebbero ricevere la loro prima dose di vaccino già dal 23 dicembre, giusto in tempo per Natale!
Redazione La Pagina