Campagna elettorale 2015: il disprezzo e l’odio sono indegni di un Paese democratico
L’immigrazione e la politica d’asilo sono tra i temi principali della campagna per le elezioni federali del 18 ottobre prossimo. La Commissione federale contro il razzismo CFR, in un comunicato pubblicato a fine agosto, ha comunicato di constatare un imbarbarimento dei toni e di temere un aumento degli eccessi verbali (stigmatizzazione dell’altro e istigazione all’odio). Con questo messaggio la CFR ha voluto ricordare quindi ai partiti e ai politici la loro funzione di modello e il loro dovere di lottare contro le parole e le azioni che potrebbero fomentare l’intolleranza verso le persone e i gruppi più vulnerabili del nostro Paese.
“Nessun tema può essere tabù in un sistema democratico degno di questo nome. È dunque normale che siano affrontati tutti gli argomenti che preoccupano la popolazione e costituiscono un’ipoteca per la nostra società d’oggi e di domani. Ed è salutare che tutte le opinioni, anche se duramente contrapposte, possano essere espresse e alimentare il dibattito. Attualmente il dibattito sull’asilo e l’immigrazione occupa un posto di primo piano nella campagna per le elezioni del prossimo autunno. Che i partiti e i politici esprimano le loro opinioni, reazioni e proposte, è perfettamente legittimo”, si legge nel comunicato.
Inoltre, secondo la CFR, “purtroppo, però, quest’argomento non è soltanto l’oggetto di un dibattito democratico, ma anche un pretesto per propagare parole e scritti che stigmatizzano persone che si sentono minacciate nella loro esistenza e cercano rifugio in Svizzera o altrove. La democrazia vive di dialogo, opinioni e idee, ma è in serio pericolo quando serve da pretesto per affermazioni degradanti o appelli all’odio e al rifiuto”.
In un sistema democratico, i partiti e i politici occupano una posizione particolare. Secondo la CFR devono dunque tenere un comportamento esemplare e distinguere chiaramente ciò che fa parte del confronto politico, anche aspro, da ciò che invece altro non è che un mezzo per veicolare discriminazione e stigmatizzazione. E devono condannare senza mezzi termini coloro che pronunciano o scrivono frasi insultanti, degradanti e cariche d’odio. Frasi così non hanno posto in una democrazia.
La CFR e la campagna “Svizzera variopinta”
A giugno di quest’anno è stata lanciata la campagna “Svizzera variopinta”, ovvero una piattaforma virtuale la cui gestione è affidata, durante i quasi sei mesi della campagna, ai giovani del nostro Paese, a gruppi di associazioni, istituzioni o imprese e a personalità del mondo politico, sportivo e culturale. La presidente della CFR Martine Brunschwig Graf, ha dichiarato che “il razzismo non è necessariamente aumentato, ma grazie alle reti sociali dispone di una nuova cassa di risonanza e l’apparente anonimato garantito da Internet non fa che favorire la diffusione di contenuti razzisti”. “Svizzera variopinta” terminerà il 20 novembre con una manifestazione di chiusura.
Chi è sgarbato guadagna di più
Sicuramente vi è capitato di sentire qualcuno che dice “con le buone maniere non si ottiene niente” e la scienza dimostra che molto probabilmente è vero
Chi agisce in modo sgarbato guadagna di più al lavoro, questo è quanto sostengono ricercatori delle Università di Cornell, Western Ontario e Notre Dame. I ricercatori hanno analizzato i salari di diverse donne e uomini e hanno scoperto che le persone piacevoli prendevano un salario considerevolmente più basso. Uomini più giovani e piacevoli sono più esposti a queste disparità, infatti, guadagnano quasi 7’000$ meno delle controparti. Questo non significa che le donne non soffrirebbero, le donne piacevoli guadagnano circa 1’100$ meno di quelle sgarbate. Secondo i ricercatori i motivi di queste disparità possono essere diversi, probabilmente le persone sgarbate sono molto più brave a negoziare e a prendere decisioni difficili. Inoltre, i ricercatori sostengono che la grande differenza per quanto riguarda i salari degli uomini si spiega nel fatto che uomini che sono più passivi, spesso vengono considerati meno maschili e gli vengono attribuiti meno le doti di leader.