Necrofaghi che si credono aquile, senza rendersi conto che per loro il maestoso rapace è inarrivabile. Nella mitologia greca e latina l’aquila è l’uccello sacro a Zeus, Dio del fulmine e delle nuvole, in araldica rappresenta il simbolo della potenza, vittoria e prosperità. Nulla a che vedere con questi sporchi burocrati che stanno trasformando il nostro paese in un cumulo di macerie. Il necrofago per restare in tema volatili, è quell’uccello che si nutre di carogna, non lavora ma lascia che siano altri a farlo, per poi nutrirsi degli avanzi, al contrario, la grande aquila punta la preda, la uccide e nutre se stessa e la sua famiglia, non uccide mai a caso, segue la legge della natura.
Loro, i necrofaghi, al limite possono immedesimarsi nel maiale, animale adatto a vivere nel fango, che si copre di fango, accettando di farsi servo di uomini di fango, per poter continuare a vivere ed a ingrassare nel fango….. questo per dirla alla Platone. Forse il mio pensiero è di ampia gettata, proviamo quindi a restare nel nostro orticello, trattiamo il tema italiani all’estero: non generalizziamo, non si può far di tutta l’erba un fascio, intendo un fascio sia chiaro. Da sempre gli italiani che vivono ed operano oltre confine, hanno rappresentato un vanto per il bel paese, un orgoglio nazionale fatto di sudore e sacrifici, ma correlato da una dignità morale che da sempre ci distingue, anche se per alcuni di noi siamo la feccia perché non siamo riusciti ad imporci nei patri confini, ma è feccia chi cerca una vita migliore?
È feccia chi rinuncia alle proprie origini, alle proprie abitudini, alla propria cultura pur di dare a sé stesso e alla propria famiglia un tenore di vita dignitoso? Credo che i fatti parlino chiaro, per oltre quaranta anni le risorse di questa classe inferiore ha sostenuto in modo decisivo l’economia di interi paesi. Ma non tutte le ciambelle riescono con il buco, e alla prova dei fatti mi rendo conto che siamo giunti ad un bivio, stiamo forse perdendo quella dignità che ci distingueva?
Troppi interrogativi, evitiamo inutili referendum popolari. Uno dei punti di forza delle comunità italiane all’estero, erano le associazioni, e dunque l’associazionismo, vere e proprie congregazioni di persone che condividevano l’indiscusso valore dell’italianità, siamo in una fase di stallo, o forse siamo in procinto di perdere l’ultimo barlume di concezione di valore tipicamente italico. Questo inevitabile crollo di identità, a mio modesto avviso, è dovuto alla totale mancanza di istituzioni degne di questo nome, ed è qui che avanzano i necrofaghi, creandosi uno spazio non meritato, ma con sottorifugi da topi da biblioteca emergono agli onori della cronaca. Squallidi personaggi di media o bassa cultura che si ergono a paladini dell’italianità, mentre fino ad ieri si vergognavano di intonare l’inno di Mameli, mediocri personaggi che confondono il sommo poeta con il cinque Maggio, Manzoni si girerà nella tomba. Mediocri burocrati che trasformano l’associazionismo in circoli privati o semi privati, ma la colpa di chi è, di chi immeritatamente dirige, o di chi passivamente si lascia dirigere?
L’autore del Cinque maggio e dei Promessi Sposi avrebbe detto: “Ai posteri l’ardua sentenza”, io con il dovuto rispetto aggiungo, ma se continuiamo così, ci saranno mai dei posteri? Per fortuna e come prima citavo, gli italiani non sono tutti necrofaghi o personaggi senza morale, la maggioranza, anzi la stragrande maggioranza, è composta da onesti lavoratori, da gente che partendo da zero, si è creato uno spazio nel mondo dell’imprenditoria, da onesti intellettuali e da inguaribili sognatori. L’italianità riparte da voi, basta solo volerlo. Mi scuso con chi la cultura e l’istruzione ce l’ha veramente, e lo faccio per i miei innumerevoli errori, ma forse è giusto così, altrimenti l’istruzione non avrebbe un senso.
Francesco Giorno
MODIE