Più di un terzo (il 35% per la precisione) delle imprese straniere che hanno impiegato lavoratori distaccati in Svizzera nel 2011 sono sospettate di non aver rispettato i salari minimi previsti dai contratti collettivi.
Le cifre sono contenute in un rapporto della Segreteria di Stato dell’economia, che parla di dumping salariale nel 14% delle aziende estere. Per questo motivo la politica svizzera vuole rafforzare le misure di accompagnamento alla libera circolazione contro gli abusi nel mercato del lavoro e in protezione dei salari e delle condizioni di lavoro locali. Secondo il governo l’applicazione delle misure permette di proteggere dallo sfruttamento, ma esse mostrano delle lacune cui bisogna portare rimedio e di fatto modificare la Legge federale sui lavoratori distaccati (LDist). Dopo il Nazionale (130 voti contro 39) anche il Consiglio degli Stati (38 voti senza opposizione) ha approvato il messaggio del Consiglio federale relativo alla legge federale sull’adeguamento delle misure collaterali alla libera circolazione.
Il messaggio contiene diversi punti e in primo luogo c’è la lotta nei confronti dei cosiddetti falsi dipendenti, impiegati in realtà da aziende straniere. In futuro esse avranno l’obbligo di presentare (entro due giorni) una documentazione attestante l’indipendenza lavorativa e firmare un contratto che le impegna a rispettare le disposizioni legali e le convenzioni collettive di lavoro obbligatorie. In caso di violazione sono previste multe fino a 5.000 franchi e sanzioni che possono portare a interrompere i lavori da parte degli organi esecutivi. Il dispositivo prevede anche multe per le aziende in Svizzera che hanno sottopagato il personale non rispettando i salari minimi previsti dai contratti collettivi, mentre rischiano fino a 40.000 franchi di multa le aziende sorprese a lavorare nonostante il divieto di fornire servizi. Entrambi le Camere hanno scelto invece di escludere per ora il principio della responsabilità solidale. L’idea di rendere l’imprenditore principale responsabile del mancato rispetto delle condizioni legali da parte di una società cui ha ceduto lavori in subappalto è stata rimandata in autunno.
Gaetano Scopelliti