In visita al San Raffaele di Milano per i novant’anni di Don Verzè, il premier Silvio Berlusconi si dice contento di stare almeno per un po’ di tempo lontano dal “clima avvelenato di questi ultimi giorni”. Il riferimento è certamente anche all’inchiesta di Trani su presunte pressioni per la chiusura di trasmissioni come Annozero che ha trovato spazio sulla cronaca. Con un elemento in più: l’indiscrezione di una telefonata nella quale il Cavaliere si sarebbe lamentato con il commissario dell’Agcom, Giancarlo Innocenzi, del leader dell’Italia dei Valori: “Non si può vedere Di Pietro che fa quella faccia in televisione!”, avrebbe detto il premier chiedendone l’estromissione dai programmi di approfondimento politico.
L’ex pm ne fa un motivo di orgoglio: “È comprensibile che Berlusconi mi tema – commenta – perché vede in me e nell’Italia dei Valori una spina nel fianco”. Secondo il leader dell’Idv quanto sta emergendo è un “attentato politico alla democrazia”. Parole che scatenano le ire del Pdl che parla di un Di Pietro in “delirio di onnipotenza” e “pericoloso” anche per il Pd che ormai “ne è succube”.
Il caso pugliese, dunque, dopo quello delle liste alle regionali, diventa l’ennesimo tema estraneo ai programmi delle due coalizioni a piombare pesantemente nella campagna elettorale. “Non stiamo parlando delle cose che interessano alla gente”, dice preoccupato il leader della Lega Umberto Bossi che invita tutti alla calma. Anche al Cavaliere il senatur manda a dire di “stare più attento” anche se “non è possibile che un presidente del Consiglio non possa parlare al telefono perché sa di essere sempre intercettato”. Subito rimbrottato dal leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini che attacca: “anche stavolta non sono d’accordo con Bossi perché non è al telefono che il presidente del Consiglio deve stare più attento ma ai problemi degli italiani”.
Accanto all’Idv anche il Pd non usa toni morbidi sull’inchiesta di Trani. “Un presidente del Consiglio che avendo due milioni e centomila disoccupati si occupa di far chiudere una trasmissione che per lui e’ scomoda – dice Massimo D’Alema – è un atto barbarico. C’è parecchia barbarie in circolazione”.
L’intercettazione della telefonata tra il premier e il direttore del Tg1 Augusto Minzolini è per Piero Fassino un “episodio squallido”.
“Non accettiamo nessuna predica – è la replica del presidente dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri – da chi faceva telefonate a Consorte per seguire attività illecite della sinistra bancaria. Forse si è dimenticato di quando proclamava ‘abbiamo una banca!’”.