Il 63% degli italiani chiede le dimissioni del ministro Angelino Alfano
Sarebbero state delle intercettazioni telefoniche a mettere al centro del ciclone mediatico il ministro dell’Interno, Angelino Alfano. Durante l’inchiesta denominata “Labirinto”, che ha portato all’arresto di 24 persone e 50 indagati, sarebbe emerso il nome del fratello del ministro Angelino Alfano che, durante un’intercettazione avrebbe mandato 80 curriculum per presunte assunzioni a Poste Italiane. Ma non è l’unico nome legato al ministro. In un’altra intercettazione, infatti, spunterebbe perfino il padre 80enne di Alfano.
In questa intercettazione di conversazioni telefoniche la segretaria di Raffaele Pizza, nonché uno dei principali coinvolti alla vicenda, parlerebbe con un’amica del padre di Alfano. “Le due signore che parlano, anche insultandomi – spiega Alfano – non so chi siano, ma quell’uomo lo conosco bene perché è mio padre ed è indegno dare credito e conto a ciò che i magistrati avevano scartato dopo avere studiato. Nel frattempo, il contenuto reale dell’inchiesta giudiziaria passa in secondo ordine in spregio ai tanti uomini dello Stato che a quella inchiesta si sono applicati”. Afferma il ministro che aggiunge anche che “la barbarie illegale arriva a farmi scoprire, dalle intercettazioni tra due segretarie, che un uomo di ottant’anni, il cui fisico è da tempo fiaccato da una malattia neurodegenerativa che non lo rende pienamente autosufficiente, avrebbe fatto ‘pressioni’ presso le Poste per non so quale fantastiliardo di segnalazioni”. La reazione dell’opposizione non tarda a farsi sentire, c’è chi vuole le dimissioni del ministro e lo dichiara fortemente.
In prima linea i capigruppo di Possibile e Alternativa Libera, Pippo Civati e Massimo Artini chiedono a gran voce le dimissioni: “Siamo al terzo grave scandalo che vede coinvolto il ministro dell’Interno nel giro di poco più di tre anni. (i primi due furono l’estradizione di Alma Shalabayeva e dei suoi figli, spostamento del prefetto di Enna ad Isernia su cui sta indagando la Procura di Roma, ndr). Adesso il suo nome è nuovamente nelle carte di un’altra inchiesta insieme al padre e al fratello. È chiaro che la misura è colma, per questi motivi il gruppo parlamentare di Alternativa Libera – Possibile, chiede ad Alfano di rassegnarsi e di rassegnare immediatamente le dimissione per togliere il Paese e se stesso da questo imbarazzo senza dover costringere il Parlamento a votare una mozione di sfiducia”.
Non si tirano certo indietro i pentastellati Laura Castelli e Stefano Lucidi che addirittura riportano alla luce una vecchia denuncia da parte del movimento “il 18 settembre 2013 in una interrogazione a prima firma Andrea Coletti che non ha mai avuto risposta” per l’assunzione del fratello alle poste. “Chiediamo le immediate dimissioni del ministro degli Interni, se vuole per chiederle siamo pronti a inviare un raccomandata senza ricevuta di ritorno tramite ‘Poste Società per Alfano'”, hanno concluso i capigruppo M5S.
Attraverso un commento on line Matteo Salvini della Lega afferma “Ministro Alfano, faccia la cosa giusta: dimissioni. Non per l’assunzione del fratello alle Poste o per quello che avrebbe fatto il padre, ma per la sua totale incapacità di difendere i confini e la nostra sicurezza, i cittadini italiani e le stesse Forze dell’Ordine”.
Le intenzioni di Alfano, però, sarebbero altre. Il ministro dell’Interno non ha alcuna intenzione di dimettersi: “Non ci sarà un caso ‘Lupi due’ – dice Alfano -, non è possibile che si determinino le dimissioni di un ministro importante come il titolare dell’Interno, in forza di una speculazione mediatica e successivamente politica”. Nel frattempo sono usciti anche i risultati del sondaggio realizzato da Ixè per Agorà Estate, pubblicato dopo le rivelazioni dell’inchiesta Labirinto che ha coinvolto il fratello e il padre del leader Ncd. Per quanto riguarda il sondaggio, ben il 63% degli italiani sarebbe favorevole alle dimissioni di Alfano e solo per il 31% degli intervistati dovrebbe invece rimanere al suo posto.
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