Assolto il conducente di autobus che si ribaltò per il tragico incidente in Spagna in cui morirono 13 studentesse
Tutti ricorderanno il terribile incidente d’autobus che provocò la morte di alcune studentesse italiane. Le giovani facevano parte del gruppo di studentesse che erano partite con il progetto Erasmus per un periodo di studio all’estero, in Spagna. Purtroppo quella bellissima esperienza si rivelò drammatica a causa dell’incidente in cui l’autobus nel quale viaggiavano le ragazze si ribaltò provocando il terribile bilancio di 13 vittime di cui ben 7 italiane, di ritorno da Valencia, dove avevano partecipato ad un’escursione per la festa dei falò, gita organizzata dall’Erasmus Student Network dell’Università di Barcellona. Quel tragico incidente stradale, avvenuto lo scorso 20 marzo 2016, a Tarragona, in Spagna procurò la morte di Valentina Gallo, Elena Maestrini, Serena Saracino, Francesca Bonello, Elisa Valent, Lucrezia Borghi, Elisa Scarascia Mugnozza e con loro due ragazze tedesche, una rumena, una dell’Uzbekistan, una francese e una austriaca, tutte tra i 19 e i 25 anni.
È di questi giorni la notizia dell’archiviazione dell’inchiesta penale per nessuna colpevolezza dell’autista, il sessantaduenne dipendente della Autocares Alejandro, nonostante la confessione da lui stesso rilasciata poco dopo il tragico incidente mortale. Subito dopo l’incidente, infatti, lo stesso conducente aveva confessato di essersi addormentato alla guida, tanto che all’inizio dell’indagine era stato perfino incriminato con l’accusa di pluriomicidio per imprudenza. Nonostante ciò, secondo il giudice di Amposta, nella persona di Gloria Granell Rul, che doveva decidere in merito sull’eventuale colpevolezza dell’autista del pullman, non c’è nessun colpevole e l’inchiesta penale è stata quindi archiviata, contraddicendo i risultati della scatola nera che rivelarono anomali cambiamenti di velocità del bus accaduti diverse volte prima che si ribaltasse. Dettaglio che fa pensare che ci sia stato sul serio l’addormentamento dell’autista.
Così l’autista sessantaduenne non è da ritenersi colpevole perché non ha commesso alcun reato, inoltre il giudice ha appurato che guidava ad una velocità adeguata, non stava usando il telefono cellulare, non era alterato da sostanze e ha rispettato i tempi di riposo imposti dal regolamento. “Si tratta di una decisione molto grave presa senza portare a termine l’istruttoria e senza che nessuno abbia chiesto l’archiviazione, né le difese né il pm. Non è stato sentito neppure l’indagato”, ha denunciato l’avvocato Christian Maiolo, che assiste in Spagna le famiglie delle vittime.
L’ennesima doccia fredda per i parenti delle vittime che già avevano subito la decisione dei risarcimenti irrisori per la morte delle giovani ragazze, perché la compagnia assicuratrice della società del pullman aveva ridotto del 25% l’indennizzo, per il fatto che le ragazze non avevano le cinture di sicurezza, adesso, come se non bastasse, i familiari delle ragazze morte devono accettare la ben più grave notizia dell’archiviazione dell’inchiesta penale.
“Ora ci verranno a dire che le nostre figlie si sono buttate da sole sotto quel bus. Voglio essere chiaro: una condanna ad uno, cento, mille anni di carcere non riporterebbe in vita le nostre figlie. Al tempo stesso giustizia deve essere fatta. Non è una frase fatta, non è uno slogan. Vogliamo che qualcuno paghi per quello che è successo. Faremo certamente ricorso” ha affermato Paolo, il padre di Francesca Bonello, una delle studentessa che perse la vita nell’incidente.
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