Dalla perdita di gas, al “buco” delle barriere di protezione, fino al malore dell’autista: ecco le ipotesi delle dinamiche che avrebbero causato il terribile incidente sul cavalcavia di Mestre
Il terribile bilancio dell’incidente di Mestre conta 21 vittime, tutti stranieri tranne l’autista. Nel frattempo sono ancora in corso di indagini le dinamiche dell’incidente nel quale il pullman che percorreva il cavalcavia, che da Mestre porta verso Marghera e l’autostrada A4, è precipitato nel vuoto lo scorso martedì 3 ottobre. Ad oggi, infatti, non sono chiare le cause che hanno portato il grosso mezzo a sfondare il guardrail e a precipitare dal cavalcavia prendendo fuoco dopo l’impatto. Tra le cause fino adesso più plausibili dai primi rilievi vi è un malore improvviso o colpo di sonno dell’autista, Alberto Rizzotto, 40 anni, originario di Conegliano, che viene descritto come esperto guidatore e molto cauto sulla strada. Pare che l’uomo avesse preso servizio da un paio di ore e che, come certificano le visite annuali aziendali, godesse di buona salute. Un’altra possibilità presa in considerazione è un possibile guasto del pullman ad alimentazione ibrida metano-gasolio, che potrebbe aver preso fuoco dopo aver toccato i cavi dell’elettricità. Pare che il mezzo riconducibile alla società di trasporti La Linea e che fosse in circolazione da neppure un anno. Questo ha aperto una polemica nei confronti della sicurezza dei mezzi elettrici alimentati da batterie al litio che “purtroppo possono prendere fuoco e quando questo accade è estremamente difficile estinguere le fiamme fino alla consumazione completa delle sostanze combustibili”, spiega Massimo Guarnieri, docente del dipartimento di ingegneria industriale dell’università di Padova, non a caso l’incendio del Pullman è stato spento con molta difficoltà dai vigili del fuoco intervenuti sul posto, rendendo i soccorsi davvero difficili.
Ma non è l’unica polemica, sotto i riflettori, infatti, anche la manutenzione della strada e lo stato di deterioramento del guardrail. Da un’immagine satellitare del 2022 di Google Maps, inoltre, emerge che lungo il cavalcavia in cui è precipitato il bus manca un tratto di guardrail. Proprio la barriera di protezione e il suo deterioramento è uno degli elementi al vaglio della procura di Venezia che indaga su quanto accaduto. Per l’assessore alla Mobilità del capoluogo veneto Renato Boraso, però, l’assenza della barriera di protezione “di un metro e cinquanta è un punto di passaggio, un varco di accesso per motivi di sicurezza, per la manutenzione” spiega all’Adnkronos.
L’autobus è stato sequestrato in attesa di consulenze che possano certificarne le condizioni, così come le batterie al litio del mezzo elettrico su cui “occorre operare in sicurezza”. Anche l’intera area – guardrail e parapetto esterno che dà sul baratro, “dal punto di contatto a quello di caduta”, sono attualmente sotto sequestro, al momento si sa che visto il traffico, il mezzo procedeva a velocità contenuta lungo il rettilineo del cavalcavia e che non ci sarebbe stata alcuna collisione con i mezzi presenti, né tanto meno sono presenti sull’asfalto i segni di una possibile frenata. La procura di Venezia indaga per omicidio plurimo stradale contro ignoti, ma fino adesso “non ci sono indagati”. “Le indagini sulla ricostruzione del fatto sono in corso, sono emersi particolari certi come che l’impatto del pullman è avvenuto una cinquantina di metri prima della rottura del guardrail e della caduta. Sembrerebbe che il pullman si sia accostato al guardrail, lo abbia affiancato per una cinquantina di metri, poi ci sia stata un’ulteriore sterzata quindi l’appoggio verso destra e la caduta. Non risulta che ci sia stato un incendio nel senso tecnico del termine, c’è stata una fuoriuscita di gas dalle batterie (del bus elettrico, ndr) e su queste stiamo facendo accertamenti”, ha spiegato Bruno Cherchi, procuratore capo di Venezia.
Nel frattempo sono state identificate tutte le 21vittime dell’incidente, tra i quali, a parte l’autista, vi erano nove ucraini, quattro rumeni, tre tedeschi e due portoghesi, un croato, un sudafricano; così come sono stati identificati anche 13 dei 15 feriti: cinque ucraini, quattro tedeschi, due spagnoli, un croato e un francese. Si attende l’identificazione di altre due persone ricoverate.
Redazione La Pagina