L’Influenza A anche in Italia mostra il suo volto aggressivo: un ragazzo, F.F., 24 anni, di Parma, è ricoverato nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale San Gerardo dei Tintori a Monza, specializzato nelle complicazioni respiratorie. Il quadro clinico del giovane è “critico” ma “stazionario”: i medici hanno riscontrato una sindrome da Distress respiratorio dell’adulto, una delle rare complicazioni di numerose infezioni virali, compresa quella dell’A/H1N1.
Il ministro del Welfare Maurizio Sacconi ha tranquillizzato dicendo che “non c’è nessuna ragione di panico”; anche il viceministro alla Salute Ferruccio Fazio ha ricordato che “siamo a percentuali più basse rispetto ad altri Paesi”. All’inizio per il ragazzo si è parlato di “coma indotto”, ma il direttore del dipartimento di anestesia e rianimazione del San Gerardo, Antonio Pesenti, si è detto “fiducioso che migliorerà a breve” e che “ha buone probabilità di guarire”. Il giovane è sedato e non è cosciente. È intubato con un sondino nasogastrico e un respiratore artificiale. Inoltre i medici hanno utilizzato fin dal suo trasferimento da Parma la tecnica della circolazione extracorporea per garantire l’ossigenazione del sangue, che viene fatto passare in un macchinario per poi essere reintrodotto nel sistema circolatorio del ragazzo.
“Senza questa tecnica non sarebbe sopravvissuto”, ha spiegato il responsabile del reparto di terapia intensiva, Giuseppe Foti. Oltre all’insufficienza respiratoria (sindrome da distress respiratorio dell’adulto) per il ragazzo è insorta anche una insufficienza renale che ha costretto i medici alla cosiddetta ultrafiltrazione continua, una sorta di dialisi effettuata 24 ore su 24. “Non sappiamo prevedere per quanto potrebbe protrarsi questa situazione, il nostro scopo ora è mantenere le funzioni vitali degli organi”, ha detto da parte sua il primario dell’unità di anestesia e rianimazione, Roberto Fumagalli.
F.F. il 16 agosto era tornato a Parma dopo una vacanza a Riccione. Due giorni dopo si è presentato al Pronto soccorso dell’ospedale Maggiore con sintomi influenzali e febbre a 38.
I medici, dopo una visita radiologica, non avevano riscontrato particolari problemi, rimandandolo a casa e prescrivendo una terapia a base di antipiretici. Dopo pochi giorni, F.F., torna in ospedale con forti mal di testa e febbre ancora alta.
I sanitari, a quel punto, decidono di ricoverarlo sospettando una meningite ma il 24 la situazione si è ulteriormente aggravata, portando il personale sanitario a sospettare la presenza del virus A/H1N1. Viene così disposto il trasferimento all’ospedale San Gerardo, specializzato in questo tipo di patologie, e il ragazzo viene immediatamente sedato.
“Era necessario mettere subito a riposo i polmoni – ha spiegato Mario Mergoni, direttore del primo servizio di anestesia e rianimazione dell’ospedale di Parma – nella speranza che ci fosse una reazione del giovane”. Per i medici sarebbe stato comunque impossibile diagnosticare l’influenza A già il 18 agosto. “Secondo le indicazioni sanitarie attualmente in vigore – ha spiegato Sergio Venturi, direttore dell’azienda ospedaliera di Parma – siamo tenuti a praticare l’apposito tampone soltanto in casi già ospedalizzati o in circostanze particolari, come la gravidanza”. Amici e familiari sono stati sottoposti a controlli di laboratorio ma, a parte il padre che aveva già contratto l’infezione da virus A/H1N1 nei giorni scorsi, sono risultati tutti negativi.
Alla madre del ragazzo, dipendente dell’ospedale Maggiore, è stata diagnosticata un’influenza ma è risultata negativa al tampone da virus A. Gli esperti, comunque, respingono gli allarmismi: “Era previsto e con l’aumento della diffusione del virus dovremmo attenderci altri casi gravi – spiega Gianni Rezza, direttore del dipartimento Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità (Iss) –. Il giovane è affetto da una polmonite virale primaria: si tratta di casi rari che colpiscono in particolare categorie a rischio come gli obesi o le donne in gravidanza”. Il virologo, comunque, non si dice preoccupato: “Sapevamo che questa influenza non era a rischio zero e lo dimostra la massima attenzione con cui tutti ne stanno seguendo l’evoluzione. Il tasso di complicazioni è simile a quello di una qualsiasi influenza stagionale e quindi i casi gravi non saranno molti”.
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