Adattamento cinematografico dei diari di Colin Clark, che per una settimana portò in giro per Londra Marilyn Monroe, durante le riprese del film Il principe e la ballerina. Grande prova recitativa perMichelle Williams che però non riesce a restituirci il mito di Marilyn
Lavoro duro, tanto coraggio, discreta la resa. Questo in breve è il risultato del film My week with Marilyn, dedicato ad una delle donne più belle e amate al mondo. Ma Marilyn Monroe rimane inimitabile, anche quando ad interpretarla ci prova una brava attrice come Michelle Williams, attorniata da un cast eccellente. Va comunque premiato il coraggio dell’attrice statunitense nel confrontarsi con un personaggio così difficile. La William ha dato prova della sua bravura anche se in tanti hanno avvertito l’assenza di quella sensualità accattivante che l’attrice hollywoodiana aveva innata. Sicuramente però, non solo alla bravura deve aver guardato il regista Simon Curtis, nella scelta di Michelle Williams, ma anche alla straordinaria somiglianza fisica delle due amplificata dal trucco e dai costumi. Proprio per l’impossibilità di ricreare le movenze fisiche e il sex appeal della Monroe, la William sceglie di mostrarne invece i tormenti intimi, la fragilità della donna restituendo in questo modo una figura umanissima, sensuale e contraddittoria. Il film racconta un periodo preciso dell’attrice morta prematuramente e in circostanze ancora misteriose. Nel 1956 Marilyn Monroe raggiunge l’Inghilterra insieme al terzo marito, Arthur Miller, per girare un film con Laurence Olivier, Il principe e la ballerina. Come le più capricciose delle dive, però, Marilyn sconvolge i piani di lavorazione ai Pinewood Studios e attira su di sé l’astio di Olivier, alla quarta regia cinematografica dopo i tre adattamenti shakespeariani (Enrico V, Amleto e Riccardo III). Seducente per predisposizione naturale, Marilyn, attrae e spezza il cuore di un giovane assistente alla regia, Colin Clark, che dieci anni più tardi pubblicò un libro di memorie sui sei mesi trascorsi sul set (Il principe, la ballerina e io), poi raccontati da un documentario omonimo nel 2004.
My week with Marilyn di Simon Curtis è il resoconto cinematografico dell’accaduto, attraverso il punto di vista di Clark (interpretato da Eddie Redmayne), all’epoca ventitreenne alla prima esperienza nel mondo del cinema. Il film però non è solo il racconto sui retroscena di quel periodo in cui Marilyn si faceva sempre più cogliere dall’ansia, dei suoi capricci sul set, ma anche il percorso di crescita del giovane narratore, Colin Clarke, che negli anni è diventato uno dei più importanti sceneggiatori britannici, la sua voglia di emanciparsi dalla sua famiglia borghese e di affermare il proprio ruolo nel mondo, che pareva quasi un pretesto per avvicinarsi agli aspetti più intimi della vita di Marilyn Monroe. Simon Curtis, affermato regista televisivo alla sua prima prova di regia per il cinema, utilizza il libro di Clark, scomparso alcuni anni fa, come base per My week with Marilyn, con cui cerca di fare luce sugli aspetti più discussi e privati della personalità di Marilyn Monroe. Un progetto decisamente coraggioso, quello di Curtis, che era stato accolto con curiosità e diffidenza sin dall’inizio della lavorazione, che non convince nella resa pur essendo impreziosito da un cast di prim’ordine: oltre che la bravissima Michelle Williams nei panni della Monroe, Kenneth Branagh è sir Laurence Olivier, Judi Dench è Dame Sybil Thorndike, Julia Ormond è Vivien Leigh, Dominic Cooper è Milton H. Greene, Toby Jones è l’agente della Monroe. Atteso in Svizzera il 26 aprile prossimo, anche se al centro di tante critiche, dettate soprattutto dalla grandezza dell’impresa, My week with Marilyn rimane comunque un film degno di nota e che vale la pena di essere visto.