È iniziato l’iter in Parlamento dei decreti attuativi sul federalismo fiscale.
Il ministro Calderoli ha accolto molte proposte provenienti dalle opposizioni, per cui il cammino dei decreti dovrebbe essere meno accidentato. Esponenti di Fli come Baldasserri, dell’Udc, ma anche del Pd, come Enrico Letta, hanno dato luce verde ai provvedimenti.
Anche se ancora non circolano i nomi, il gruppo dei “responsabili” dovrebbe molto presto costituirsi in gruppo parlamentare che farebbe da terza gamba alla maggioranza.
I numeri sono meno alti del previsto, la maggioranza da 314 passerebbe a 325, ma, a meno di sconvolgimenti, le elezioni anticipate dovrebbero essere scongiurate, anche per l’apertura di Casini che ha detto che il terzo polo resta all’opposizione ma si tratta di un’opposizione responsabile, cioè che non farà mancare il suo appoggio sui singoli provvedimenti “seri” del governo.
E veniamo alla vicenda Ruby. Inutile negarlo: la richiesta della Procura di Milano di processare Berlusconi per concussione e favoreggiamento della prostituzione minorile è stata una bomba destinata a lasciare morti sul campo. O sarà il cadavere (metaforico, s’intende) di Berlusconi oppure quelli della pm Ilda Boccassini e del Procuratore capo Edmondo Bruti Liberati. Almeno, questo dovrebbe succedere in un Paese civile.
La concussione sarebbe la pressione esercitata dal premier sul funzionario della Questura di Milano nel mese di maggio per l’affidamento alla consigliera regionale della Lombardia, Nicole Minetti, della ragazza minorenne marocchina arrestata dalla polizia, Karima el Mahroug, detta Ruby. Il quale funzionario nega le pressioni e anzi pare abbia dichiarato che si sia trattato di una “richiesta di informazioni”, secondo l’indagine svolta in precedenza dal ministro degli Interni e per la quale tutto era stato “regolare”.
Dunque, da dove provengono le accuse che la Procura di Milano rivolge al premier? Innanzitutto dalle intercettazioni telefoniche delle persone che andavano o frequentavano la villa di Arcore, il che, francamente, ci sembra da non credere. Una Procura che intercetta i telefoni e spia i movimenti delle persone che vanno a casa del presidente del Consiglio è incredibile.
Se qualcuno aveva dubbi sulla persecuzione giudiziaria subita dal premier, questi atti della Procura ne sono la conferma. Tra l’altro, la notizia dell’inchiesta, che secondo la legge deve rimanere segreta fino al recapito della stessa al diretto interessato, è stata data da un’agenzia di stampa inglese, la Reuters, che afferma che l’ha ricevuta da “una fonte investigativa”, cioè dalla Procura. Il che la dice lunga sul rispetto della legge da parte della Procura stessa.
In queste intercettazioni – si tratta, non dimentichiamolo, di uomini e donne del mondo giornalistico, dello spettacolo, della televisione – si parla di carriere, di contratti, di soldi, di relazioni, di cene, ma anche di fantasie, di ammiccamenti, di ambizioni, eccetera.
Andare a rovistare in questo campionario per trarne motivo di accuse ci sembra assurdo.
Ognuno di noi, quando parla al telefono con amici e colleghi, si lascia andare a confidenze, giudizi e cose di questo genere, ma non per questo uno deve essere messo alla gogna.
Quanto poi al reato di favoreggiamento della prostituzione minorile, la ragazza stessa ha dichiarato con fermezza che tra lei e il premier non c’è stato nessun rapporto sessuale e che i soldi che ha ricevuto e che Berlusconi a suo tempo già confermò sono nient’altro che atti di aiuto e di generosità da parte del premier, esattamente in linea con il personaggio che notoriamente ha aiutato finanziariamente ospedali, comunità di recupero, enti e singole persone in difficoltà.
Dunque, essere accusati di favoreggiamento della prostituzione minorile quando la presunta vittima dichiara il contrario, significa fare violenza alla realtà.
Comunque, questa è la magistratura italiana: si lamenta che non ci sono fondi per operare e poi si spendono centinaia di milioni per inseguire i fantasmi di alcuni pm.
Intanto, però, si assolvono i clandestini con foglio di via solo perché “poveri” e si chiudono tutti e due gli occhi nei confronti di ragazzine, loro sì minorenni e sfruttate da bande criminali, che tranquillamente esercitano sulle strade senza che i pm intervengano Infine, la direzione del Pd e il dopo referendum a Mirafiori. Lo scontro tra Veltroni e Bersani si è risolto con la vittoria di quest’ultimo che ha allargato la maggioranza che lo sostiene.
In sostanza Veltroni accusa la maggioranza del Pd di non avere un progetto valido in quanto vorrebbe mettere insieme Vendola, Di Pietro e Casini quando quest’ultimo ha dichiarato più volte e ufficialmente che non ci sta perché è antitetico a Vendola e a Di Pietro.
Lo scontro all’interno del Pd è rimandato. Bersani non vuole più le primarie estese agli altri, ma solo al Pd, cosa che non sta bene a Veltroni che vuole un partito a “vocazione maggioritaria”, mentre Bersani vuole un partito che raggruppa tutte le anime, una specie di “unione prodiana”.
Sull’esito del referendum, Bersani è stato più chiaro di prima della consultazione: “Bisogna accettare il risultato e andare avanti”.
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