Il Consiglio degli Stati approva una mozione che chiede di intensificare i controlli alla frontiera con l’Italia
Se da una parte il Consiglio federale assicura, tramite il ministro delle finanze Eveline Widmer-Schlumpf che “la collaborazione sull’accordo di Dublino con l’Italia è migliorata”, dall’altra il Parlamento è del parere che i controlli alla frontiera debbano essere intensificati. Roma non applica in modo soddisfacente l’accordo di Dublino e il recente afflusso di rifugiati dal Nordafrica ha dimostrato che esso non funziona correttamente. Widmer-Schlumpf ha fornito alcune cifre sul problema per cercare di convincere il Consiglio degli Stati a desistere dall’approvare una mozione della commissione delle istituzioni politiche del Nazionale. La mozione incarica il governo di intensificare i controlli alla frontiera con l’Italia ed è stata approvata dai senatori con 17 voti contro 6 e 2 astensioni, dopo che il Nazionale l’aveva accolta lo scorso giugno.
Le cifre in mano al governo testimoniano secondo Widmer-Schlumpf, che l’attuale sistema funziona anche nella collaborazione con l’Italia, nonostante vi siano “alcune lacune”. Nel 2012 sono stati trasferiti verso la Penisola 248 rifugiati al mese, che equivalgono a un aumento rispetto ai 190 del 2011 e ai 114 nel 2010. Inoltre alla frontiera Svizzera vengono effettuati ancora controlli doganali e delle merci, grazie al fatto di non avere concluso un’unione doganale con l’UE. Questi controlli possono essere estesi alle persone in casi determinati da motivi di sicurezza.
Il relatore della commissione Paul Niederberger (PPD) ha sottolineato, al contrario del Governo, la difficoltà di rinviare gli emigranti dal Nordafrica che entrano in Svizzera, praticamente tutti attraverso l’Italia. Questo massiccio afflusso migratorio è definito una minaccia per l’ordine pubblico e la sicurezza interna. Le misure adottate dal Parlamento sono legittime, poiché l’articolo 23 del codice frontiere Schengen prevede che in questo caso uno Stato membro può ripristinare i controlli sistematici alle frontiere interne.
Comunque l’Unione europea è cosciente del problema e il Consiglio e il Parlamento hanno stabilito, che i paesi dello spazio Schengen potranno ancora disporre unilateralmente la chiusura temporanea delle frontiere in casi di emergenza, ma sotto la vigilanza di Bruxelles per evitare controlli ingiustificati. Le decisioni su minacce alla sicurezza interna prevedibili (un evento sportivo) saranno notificate dall’Ue, che inoltre valuterà la situazione con controlli anche a sorpresa. Se si accerteranno “serie mancanze” nella gestione degli afflussi migratori, la Commissione può raccomandare specifiche misure e far intervenire l’agenzia europea per il controllo della frontiera esterna. Solo in caso di eventi imprevedibili (attacco terroristico), la chiusura delle frontiere può essere immediata.