Approvata dal Consiglio degli stati la modifica della legge federale sugli stranieri
Se desidereranno ottenere un’autorizzazione di domicilio, gli stranieri dovranno essere ben integrati nel tessuto sociale svizzero. La modifica della legge federale sugli stranieri mira da un lato ad incoraggiare l’integrazione e dall’altro a sanzionare chi non fa alcuno sforzo per integrarsi. L’integrazione fissa i criteri nella facoltà di potere comunicare in una lingua nazionale, rispettare la sicurezza e l’ordine pubblico, i valori della Confederazione – come l’uguaglianza tra uomini e donne -, nonché prendere parte alla vita economica o optare per una formazione. Si tratta di “promuovere e pretendere”, ha spiegato Robert Cramer (Verdi) a nome della commissione.
Il Consiglio degli Stati ha approvato la modifica, con 24 voti contro 7 e 4 astenuti. La Camera ha invece respinto (20 voti contro 12) l’introduzione di un automatismo, richiesto dal Consiglio federale, mantenendo il diritto in vigore, che consente agli stranieri di poter fare richiesta. La promozione dell’integrazione sarà compito di Confederazione, Cantoni Comuni e parti sociali. Se ci saranno deficit, le autorità competenti potranno concludere “precisi accordi d’integrazione”. Chi non rispetterà i criteri prescritti, rischierà la revoca del permesso di dimora e la durata del permesso dipenderà dal grado d’integrazione.
Il ministro di Giustizia e Polizia, Simonetta Sommaruga, ha precisato: Si tratta di una coerenza con la cittadinanza svizzera. Nessuno dovrà rinunciare alla propria cultura e al modo di vita. È una richiesta d’integrazione e non di assimilazione”. Sarà nella vita quotidiana, nelle scuole, sul lavoro e nelle associazione che l’integrazione dovrà svolgersi. Per la sua promozione il Governo propone un investimento supplementare di 20 milioni di franchi. Secondo Sommaruga, non è solo l’economia ad approfittare dell’immigrazione ma tutta la società.