Il Consiglio nazionale approva il progetto AI che rafforza l’integrazione nel mondo del lavoro di giovani e malati psichici. Ridotta la rendita per i figli di pensionati-invalidi, sinistra insoddisfatta
La riforma dell’Assicurazione invalidità (AI) non si focalizza più su misure di risparmio bensì sull’ottimizzazione dell’assicurazione. L’obiettivo è di integrare meglio persone e soprattutto i giovani affetti da malattie psichiche, così da preservarli da una “carriera AI” per tutta la vita. Per dare una prospettiva di vita e di lavoro si vuole migliorare gli strumenti di integrazione che già funzionano. Nel dibattito non è mancato però il tema del risparmio. Secondo i partiti borghesi PLR e UDC l’AI si trova ancora strutturalmente in una difficile situazione finanziaria. Il Nazionale ha approvato in tal senso una misura controversa proposta dalla sua Commissione sociale e osteggiata dalla sinistra e dal Consiglio federale. La modifica, volta a raggiungere un equilibrio finanziario dell’AI, riguarda la rendita destinata ai figli di genitori invalidi che sarà ridotta dal 40 al 30 per cento per incentivare maggiormente a lavorare i genitori con numerosa prole e che farebbe risparmiare all’AI 112 milioni di franchi l’anno.
La decisione sulla misura ha indignato sinistra e Verdi che hanno giudicato “vergognosa” la misura perché “creerà difficolta finanziarie a molte famiglie”. Anche il ministro della sicurezza sociale Alain Berset, aveva esortato il Nazionale “a non modificare la situazione attuale su questo punto”. Se le rendite saranno abbassate, ci saranno costi supplementari per le Prestazioni complementari (PC) di 47 milioni di franchi, ha detto Berset. Oltre ciò la Confederazione sta analizzando il sistema delle rendite sui figli, ma il Nazionale ha seguito la proposta della Commissione e ha approvato la misura con la maggioranza di UDC, PLR e l’appoggio di diversi deputati del PPD e del PBD. I partiti borghesi hanno così ripescato un’idea che figurava in una revisione precedente dell’AI e bocciata dal Parlamento. Un altro punto è stato combattuto dal campo rosso-verde senza successo. È stata sostituita l’attuale rendita a scatti con un sistema lineare, con l’obiettivo che le persone con disabilità possano sfruttare la rimanente capacità di lavoro. La rendita intera verrà concessa a partire da un grado d’invalidità del 70 per cento. Le rendite già in corso saranno calcolate secondo il nuovo sistema, quando la persona assicurata non avrà compiuto i 60 anni e il suo grado di invalidità varierà di almeno cinque punti percentuali. La sinistra voleva ridurre la soglia a 50 anni.
Ma sul rafforzamento e miglioramento dell’integrazione nel mondo del lavoro di giovani e malati psichici, la Camera bassa è stata unita. Le nuove misure riguardano alcune categorie di persone più difficili da integrare. All’AI dovranno essere comunicati i minorenni a partire da 13 anni compiuti per il rilevamento, così da aiutarli meglio ad entrare nella vita professionale. Le segnalazioni riguardano anche coloro che sono minacciati da una incapacità lavorativa, nonostante al momento siano abili al lavoro. Per i giovani tra i 13 e 25 anni si vuole evitare che entrino già da adulti come beneficiari dell’AI. Il progetto vuole rendere più attrattiva l’attività professionale e al posto dell’indennità giornaliera AI agli apprendisti sarà versato un salario dal datore di lavoro. L’inserimento professionale sarà facilitato da provvedimenti medici fino all’età di 25 anni, mentre per le persone con malattie psichiche sarà potenziata l’offerta di accompagnamento e consulenza. Queste misure puntano a creare più lavoro e meno rendite. Il progetto “Ulteriore sviluppo dell’AI” passa ora al Consiglio degli stati.
Gaetano Scopelliti