La SAIG ha incontrato S.E. l’Arcivescovo Silvano Maria Tomasi (Casoni di Mussolente, 12 ottobre 1940) Nunzio Apostolico, Osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite a Ginevra, e ci siamo lasciati andare ad una serie di riflessioni spaziando dalle nuove minacce di violenza fondamentalista di matrice islamica sino ad arrivare ai recenti cambiamenti interni alla Chiesa Cattolica ispirati da Papa Francesco.
D) -L’assetto Geopolitico del mondo è in continua mutazione. Il Medio Oriente ed il continente Africano sono teatro di una delle più atroci e vigliacche carneficine di cristiani e popolazioni inermi compiute in nome di Dio.
Come vede lei, l’acuirsi di questa spirale di violenza verso la comunità cristiana? Come spiegare le reali origini di quest’odio e cosa fa la diplomazia Vaticana e delle Nazioni Unite per comprendere e arginare il fenomeno?
R) – Nel Medio Oriente è in corso un genocidio, la volontà di eliminare delle comunità, da millenni radicate nel territorio, solo perché hanno una fede religiosa diversa dal così detto Stato Islamico. I cristiani sono le vittime più numerose del fanatismo dei terroristi dell’ISIS, ma sciiti, yazidi ed altri sono sotto attacco se non si sottomettono convertendosi, pagando delle tasse speciali e accettando di essere cittadini di seconda classe o se non scelgono la strada dell’esilio. Ragazze e donne cristiane strappate alle famiglie e vendute al mercato per pochi dollari, uomini sgozzati perché fedeli a Cristo, interi villaggi saccheggiati con gli abitanti cristiani costretti a fuggire e sopravvivere in campi di rifugiati tra stenti incredibili: sono tutte violazioni dei diritti umani più fondamentali dei cristiani del Medio Oriente e la violenza continua con nuove esecuzioni, sequestri, torture. La comunità internazionale reagisce in maniera poco efficace dati gli interessi contrastanti delle grandi potenze e degli stessi Paesi arabi della regione. Magari in futuro ci si batterà il petto per aver fallito ancora una volta a fermare un terribile genocidio, una tragedia che pur è sotto gli occhi di tutti. Alla radice di questi comportamenti barbarici c’è la volontà di costruire uno Stato Islamico puro, una lettura parziale e partigiana del Corano, l’ambizione di prendere potere, un miscuglio di ragioni che convergono a sostenere un clima di terrore e barbarie. Davanti a tanta sofferenza la voce di Papa Francesco continua da tempo a richiamare alla ragione, al dialogo, alla necessità di fermare la mano omicide dell’aggressore. La diplomazia della Santa Sede segue le direttive del Papa come voce della coscienza e del bene comune. Nel Consiglio dei Diritti Umani ed in incontri informali alle Nazioni Unite a Ginevra cerchiamo di sensibilizzare gli Stati a darsi conto della situazione insostenibile dei cristiani nel Medio Oriente, dell’aiuto umanitario di cui hanno bisogno, del diritto di ritornare alle loro case e proprietà come cittadini con gli stessi diritti e doveri. Qui ci imbattiamo in un problema strutturale. La mancanza di separazione tra religione e stato rende la vita molto difficile per i cittadini di fede religiosa diversa della maggioranza che si trovano in una situazione di continua discriminazione per impiego, partecipazione politica, vita sociale. Mi pare che ci sono due momenti su cui dialogare con i Paesi e le personalità del mondo islamico: l’urgenza di mettere fine alla violenza e un progressivo cammino verso l’uguaglianza di tutti i cittadini davanti allo Stato. Intanto non lasciamo mancare la nostra solidarietà ai cristiani che coraggiosamente testimoniano la loro fede e la loro dignità umana.
D) -Come pensa debba essere orientato l’impegno cristiano umanitario nel mondo alla luce delle crescenti violenze e quale è il suo punto di vista sulla formazione di recenti milizie cristiane armate per difendersi contro l’ISIS?
R) -L’aiuto umanitario è urgente e necessario. I cristiani sono stati costretti a fuggire di notte senza portare niente con sé. Nei campi di rifugiati si trovano ad affrontare le intemperie con mezzi di fortuna, magari qualche pezzo di plastica. I bambini devono essere scolarizzati. La comunità internazionale, le Caritas, con altre organizzazioni umanitarie stanno aiutando, ma c’è molta strada ancora da fare. Il primo presso quindi è di assicurare il minimo per la sopravvivenza. Non mi pare che sia ancora chiaro come dei cristiani stiano partecipando nella lotta contro l’ISIS. Può trattarsi di legittima difesa o di partecipazione con le milizie kurde. Certo gli esperti militari assicurano che i soli bombardamenti, senza un’azione sul terreno, non sono sufficienti a smantellare l’ISIS.
D) -Il mondo cattolico cristiano vive un vero e proprio trasporto per la missione di Papa Francesco nel mondo e per la sua attività di rinnovamento della Chiesa Cattolica.
Come coglie Sua Eccellenza Mons. Tomasi l’esplicito richiamo di Papa Francesco ai Cardinali di “non riunirsi in una Casta”? Come descriverebbe il vento di novità ed austerità che soffia dalla Santa Sede e che ha tutta l’aria di sembrare una piccola rivoluzione di velluto?
R) -La Provvidenza ha dato dei grandi leaders alla Chiesa negli ultimi decenni, Giovanni XXIII, il Papa buono, Paolo VI, Papa Luciani, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI, ed ora Papa Francesco: personalità diverse per tempi diversi. L’impatto di Papa Francesco segna un passo nuovo nella storia. Mi sembra che a livello mondiale Papa Francesco sia sentito come il punto di riferimento per cattolici ed altri cristiani, per persone di ogni o nessuna fede. Comunica con immediatezza e chiarezza e il suo messaggio trova un’eco nel cuore di tutti. Ci richiama alla profonda semplicità del Vangelo e all’esempio di Gesù. La ricerca vera è di voler bene al prossimo, affrontare le sfide quotidiane con gioia e servizio. Ho avuto occasione di incontrare e parlare varie volte con Papa Francesco e mi colpisce sempre la sua cordialità e autenticità. Vuole una Chiesa snella, non appesantita da artificialità e competitività per posizioni di prestigio. Importante è rendere un servizio alla comunità cattolica e a tutte le persone, anche quelle alle “periferie”: servire la Chiesa invece di servirsi della Chiesa. La coerenza tra fede e vita è una rivoluzione quotidiana per un cristiano ed è la strada che Papa Francesco invita a percorrere.
Il Nunzio Apostolico, S.E. l’Arcivescovo Silvano M. Tomasi, oltre ad essere uno stimato e intraprendente diplomatico, è anche una persona piena d’umiltà che emana vitalità e amore per il prossimo.
La SAIG ringrazia S. E. Silvano M. Tomasi per la disponibilità malgrado i tanti impegni istituzionali.