Nel quadro degli incontri con le autorità istituzionali del Cantone di Ginevra, la SAIG E www.ciaoitalia.tv, hanno incontrato Antonio Hodgers, Consigliere di Stato in carica al Dipartimento dello sviluppo, degli alloggi e dell’energia della Repubblica è Cantone di Ginevra, di cui vi proponiamo l’intervista qui di seguito.
Da almeno due decenni Ginevra soffre di una penuria di alloggi. I giovani che devono lavorare hanno difficoltà a trovare un alloggio adatto e a buon mercato. Quali le soluzioni?
In effetti Ginevra è vittima in qualche modo del suo successo. Ha una grande forza economica ed ha bisogno di giovani per sostenerla. Per questo molti giovani arrivano anche da altri paesi per lavorare e vivere qui a Ginevra. Un poeta ha detto: “aspettavamo delle braccia abbiamo avuto dei giovani”. Bisogna che questi giovani trovino un alloggio e per questo il Gran Consiglio ha adottato da 3 anni il cd “Plan directeur cantonal”, che fissa un certo sviluppo urbano. Vi è la necessità oggi di costruire molti più immobili, un po’ come abbiamo dovuto fare negli anni 60 e 70 che hanno avuto una immigrazione importante di italiani. In quegli anni abbiamo creato dei quartieri notevoli come ad esempio Meyrin, Onex, etc. Dunque, oggi abbiamo 10 grandi progetti prioritari che premetteranno l’ampliamento di alcuni quartieri, come ad esempio il PAV, progetto Praille Acacias Vernets. Questi progetti permetteranno la realizzazione di 2000, 3000 nuovi alloggi.
Notiamo che i tempi di attesa per avere un alloggio sono estremamente lunghi e che non c’è alcuna garanzia di ottenere un alloggio. Cosa contate di fare per porre rimedio a questa situazione?
Per quanto riguarda gli alloggi sociali, alloggi modesti per la popolazione meno abbiente, dobbiamo dire che abbiamo oggi a Ginevra circa 8000 persone in attesa di alloggio. Abbiamo la Fondazione della città di Ginevra per gli alloggi sociali (FVGLS) che si occupa di questo tipo di alloggi ma che costruisce circa 300 alloggi all’anno, quindi la differenza tra domanda e offerta è notevole e non permette di rispondere a tutte le esigenze. Quello che possiamo fare, al momento, è di cambiare i criteri di attribuzione dando priorità alle famiglie che hanno più bisogno, valutando il ménage familiare. Bisognerà tener conto dell’urgenza, dal momento che ci sono persone che vivono in strada o che dormono nelle autovetture. Nei casi invece in cui l’alloggio c’è ma non è veramente rispondente alle esigenze e che si vorrebbe cambiare per ragioni di comfort, allora là la risposta sarà veramente difficile da dare. La fondazione dà priorità alle esigenze/emergenze sociali.
Perché non prevedere un sistema di verifica? Ad esempio c’è chi occupa da solo un appartamento di 5 pezzi e famiglie che invece sono costrette ad abitare in uno studio. Può essere possibile valutare di imporre uno scambio di alloggi?
Sì, questa sarebbe un’ottima idea. Bisogna sapere che a Ginevra ci sono molti appartamenti che sono sotto occupati. Ma gli appartamenti sono in maggior parte gestiti da regie private e dunque non è possibile per lo Stato agire in un settore che è privato.
Quali misure possono essere prese a livello energetico a Ginevra, per quanto riguarda le risorse rinnovabili, al fine di far del bene sia al pianeta sia alle generazioni future?
Il nostro progetto a Ginevra da oggi al 2050 è il progetto denominato “la società a 2000 watts” che è una società che vuole incoraggiare le iniziative volte a non consumare e a produrre energia da donare al pianeta. Questo sarebbe un punto di equilibrio ecologico ideale. Attualmente abbiamo quindi un programma di rinnovo delle fonti di energia rinnovabile, anche per adeguare gli immobili che furono costruiti negli anni 60 e 70, durante la “generazione del petrolio”, periodo durante il quale non si faceva caso allo spreco energetico né all’inquinamento. Per tali motivi questi immobili sono oggi poco performanti a livello energetico ed anzi sono catastrofici. Gli immobili costruiti negli anni 30 sono per assurdo meglio isolati di quelli costruiti successivamente. Oggi la “generazione del petrolio” è finita e, dunque, abbiamo l’esigenza di meglio adattare gli immobili costruiti in quel periodo. Stiamo, ad esempio, cercando di lavorare sulla geotermica per ottenere l’acqua calda cercandola nelle profondità della terra, a 2000, 3000 metri. Si tratta di un tipo di energia durevole ed è presente nel sottosuolo di Ginevra e potrebbe riscaldare i 2/3 di immobili: un potenziale enorme. Stiamo facendo molte altre cose per raggiungere questi obiettivi. Bisogna sapere che l’anno scorso, la domanda di energia è aumentata ma il consumo si è abbassato. Questo è il progetto che dobbiamo continuare a perseguire.
Ci sono dei progetti, in materia di sviluppo della città, come ad esempio il PAV (Praille Acacias Vernets). Ce ne può parlare?
Abbiamo detto poco fa, appunto, che abbiamo 10 grandi progetti da realizzare per i quartieri di Ginevra, fra i quali il PAV, che prevede di trasformare la più grande ed antica zona industriale e artigianale di Ginevra in un quartiere urbano misto. Ci saranno più di 20000, 30000 persone che vi andranno a vivere. Il perimetro è molto grande. L’idea è di creare un secondo centro in città. Ci saranno dei parcheggi tutto attorno e dei grattaceli, così come anche appartamenti. Si tratta di uno dei più grandi progetti mai visti. La caserma militare sarà riconvertita in almeno 1500 appartamenti. Sono previsti bistrots, ristoranti, locali. Insomma, la “dolce vita” a Ginevra sarà vissuta là. L’idea è anche di rendere il luogo molto gradevole mediante la creazione di una grande parco, che sarà grande come quello dei Bastions e poi realizzeremo una piccola riviera per ricreare la natura in città. Si tratta di un progetto ambizioso che prenderà almeno 20 o 30 anni per essere realizzato.
L’intervista si conclude complimentandoci per l’energia accattivante del Consigliere di Stato A. Hodgers e ringraziandolo per l’ospitalità.
Alessandra Testaguzza e Carmelo Vaccaro