Quale è l’odierna realtà dell’investimento in arte? Lo si è recentemente discusso al convegno “IL MONDO DELL’ARTE NEL WEALTH MANAGEMENT” tenutosi a Lugano presso il centro culturale LAC. Coordinati dal Centro Studi Bancari-Associazione Bancaria Ticinese, Valeur Fiduciaria SA e dall’Avv. Paolo Bernasconi, già docente di Diritto penale economico internazionale alla Università di San Gallo, un gruppo di esperti italo-svizzeri ha cercato di chiarire i termini di un argomento semplice solo in apparenza. Gli anni Ottanta dello scorso secolo hanno avviato lo sviluppo del turismo culturale di massa. Grandi mostre per grande pubblico, e viceversa, i grandi numeri del turismo culturale pretendono esposizioni di sempre maggiore richiamo e novità. È quindi naturale che domanda ed offerta abbiano trovato il punto di reciproco equilibrio in un mercato accessibile a tutti: l’arte contemporanea, comparto sviluppatosi nel corso degli anni Novanta e sino alla crisi finanziaria internazionale del 2008. Ora siamo pronti per una ulteriore evoluzione. L’arrivo di internet permette di seguire l’arte in modo immediato e concentrare la nostra attenzione sul capitale umano, sul vero motore di tutto il mercato: l’artista. Quest’ultimo non è piu’ un genio ribelle. Oggi le scuole d’arte oltre alle tecniche espressive insegnano agli allievi anche come amministrare il prodotto, la propria presenza sul mercato e addirittura come mantenere un dialogo con lo sconfinato panorama dei media. Questi non sono che gli indizi di una rivoluzione che sta cambiando il ruolo di altri protagonisti di questo settore. Per esempio: come gli artisti, anche i musei non sono piu’ i custodi ma diventano gli amministratori del patrimonio di cui si trovano depositari. Le gallerie d’arte, che un tempo erano la prima tappa nella vendita di una opera, adesso si trovano scavalcate dalle case d’asta, con le quali l’artista sovente intrattiene un rapporto diretto e di reciproco interesse. La casa d’aste, dotata di notevole capacità mediatica e finanziaria, attualmente riesce a condizionare il valore commerciale ed anche culturale di un’ opera arrivando, ad esempio, persino a negarne la vendita ad uno specifico acquirente. In tal modo di un artista si influenzano: oggi, produzione e destino commerciale; domani, ovviamente, le quotazioni. Veloce, innovativo, il mercato dell’arte si muove anche verso nuove frontiere espressive e luoghi di scambio. L’arte minima e concettuale, la fotografia, persino i video, il mercato dei multipli. In passato queste categorie servivano a descrivere produzioni minori, in “tiratura limitata”, o riservate ad intenditori selezionati. Oggi invece sono scambiate in quelli che sono diventati i veri centri per il commercio della produzione artistica: le grandi fiere internazionali, che permettono ai collezionisti un confronto immediato e competitivo. Non è il caso di sorprenderci. Come consumatori già conosciamo il termine che descrive queste evoluzioni: globalizzazione.
AN GRANDI