Attraverso virus informatico. Israele: non c’entriamo
Le autorità svizzere e austriache hanno annunciato di aver aperto due inchieste separate su sospetti di spionaggio informatico negli hotel in cui si sono svolti i negoziati sul nucleare iraniano, mentre Israele ha negato qualunque coinvolgimento nella vicenda. La procura svizzera ha aperto un’indagine contro ignoti, ha annunciato il pubblico ministero, confermando le notizie diffuse dalla rete tv Rts. “È stato sequestrato del materiale informatico nell’ambito di una perquisizione il 12 maggio” ha aggiunto, senza precisare dove si sia svolta. Berna ha dato il suo via libera alla procedura il 6 maggio e l’intervento della procura “nel caso di sospetto spionaggio informatico è stato determinato da un rapporto ufficiale del Servizio informazioni della Confederazione”. Secondo RTS, tre degli hotel svizzeri che hanno accolto il negoziato tra le grandi potenze e Teheran sul programma nucleare iraniano sono stati infettati da un virus informatico. Israele, ferocemente contrario all’intesa sul nucleare iraniano che va perfezionata entro il 30 giugno, ha smentito di essere all’origine dello spionaggio. Il vice ministro degli Esteri Tzipi Hotovely ha detto alla radio dell’esercito israeliano: “non c’è alcun fondamento alle notizie internazionali di un coinvolgimento di Israele nella vicenda. È molto più importante che impediamo un cattivo accordo, altrimenti ci troveremo sotto l’ombrello nucleare iraniano”.
La società di sicurezza informatica russa Kaspersky Lab ha detto di aver scoperto nella propria rete interna un virus battezzato Duqu e ritiene che sia stato utilizzato per spiare i negoziati sul programma nucleare iraniano nel 2014 e nel 2015. Secondo il Wall Street Journal, che ha dato per primo la notizia, le conclusioni di Kaspersky confermerebbero che Israele ha spiato i negoziati iraniani.
Afp