Larijani: “Ora più forti su scena internazionale”
La forte partecipazione alle elezioni del 26 febbraio ha reso l’Iran “più forte sulla scena internazionale”. Lo ha affermato il presidente del parlamento (Majlis) di Teheran, Ali Larijani. Parlando in aula, Larijani ha affermato che il modo in cui si sono svolte le elezioni testimonia che il paese vive in “sicurezza e stabilità”, “mentre nella regione ci sono crisi di sicurezza e terrorismo”.
L’Iran, inoltre, è per il presidente del parlamento uno dei paesi della regione che maggiormente “beneficiano di democrazia”. Citato dall’agenzia Irna, Larijani ha quindi ricordato l’accordo di luglio sul nucleare, che è a suo giudizio un nuovo passo verso la costruzione di “un paese indipendente e prospero”. I moderati e i riformisti iraniani hanno ottenuto un importante risultato alle elezioni per il rinnovo dell’Assemblea degli Esperti, conquistando nella capitale Teheran 15 dei 16 seggi disponibili. È quanto emerge dagli ultimi dati pubblicati dall’agenzia ufficiale Irna, la quale precisa tuttavia che lo spoglio nelle altre aree del paese non è terminato e non si conosce quindi la composizione dell’Assemblea incaricata di eleggere la Guida Suprema, che conta 88 membri in tutto. Sempre nella capitale, il fronte riformista legato al presidente Hassan Rohani ha ottenuto 30 seggi in Parlamento, sui 30 disponibili.
E le donne?
Prima delle elezioni Askanews ha riferito come tutte e 16 le donne che erano candidate sono state escluse dal Consiglio dei Guardiani, che ha la parola definitiva sulla questione.
“Noi rispettiamo la legge che dà al Consiglio dei Guardiani la facoltà di decidere, ma stiamo facendo una campagna perché venga modificata in favore delle donne”, dice Jila Movahed Shariat Panahi, sostenitrice di una campagna per favorire l’accesso alla politica delle donne che spesso studiano e si preparano più degli uomini, sono molto più numerose alle università ad esempio, ma senza risultati.
“Le aspettative delle donne non sono rispettate alla luce del loro livello di istruzione e cultura – aggiunge Somayeh Tahmasebi, della sezione donne del partito “Fiducia nazionale” – Noi responsabili, e per la maggior parte sono uomini, dobbiamo capirlo e offrire posti più adatti alle donne istruite. È necessario un cambiamento culturale”.
Nella sola Teheran ci sono più di mille candidati, ma solo 14 sono donne. “Ci sono due fattori che aiuteranno le donne a entrare nella società e a seguire nelle stanze del potere politico – è convinta l’avvocato Zahra Kouhsari – il primo è cambiare la percezione delle donne nella cultura maschile e il secondo è che le donne devono credere in loro stesse”.
Adnkronos