Edifici ridotti a fumo e macerie, una popolazione sconvolta che conta le sue vittime: ancora una volta, è la città di Baghdad a fare da sfondo a un violento massacro. Sono, infatti, almeno 155 i morti e più di 500 le persone rimaste ferite in una strage che ha colpito domenica in mattinata la capitale irachena. Si è trattato di un doppio attentato provocato dall’esplosione di due autobombe: la prima deflagrazione è avvenuta alle 10.30 locali (le 7.30 in Italia) a un incrocio su cui si affacciano il ministero della Giustizia e quello del Lavoro, l’altra invece, nei pressi della sede del governo provinciale, nel quartiere di Salhiyeh. Ancora non è chiaro se le autobombe siano state azionate da kamikaze, tuttavia secondo il portavoce del governo, Ali al-Dobbagh, gli attacchi potrebbero essere opera di militanti di Al Qaeda o dei baathisti nostalgici di Saddam Hussein. Il premier iracheno Nuri al-Maliki ha visitato i luoghi della strage, non rilasciando però alcuna dichiarazione. L’attentato è avvenuto poco prima di una riunione in programma fra i leader iracheni: le autorità cercano un accordo sulla riforma elettorale per evitare il rinvio delle elezioni politiche, fissate per il prossimo 16 gennaio. Quella di domenica è stata una strage di enormi proporzioni: un episodio tra i più gravi e tra i più sanguinosi dall’arrivo degli americani nel Paese. Era dal 19 agosto, quando un doppio attacco contro i ministeri degli Esteri e delle Finanze fece un centinaio di morti, che la capitale irachena non era teatro di massacri. “Non escludo che questi attentati abbiano preso di mira le elezioni – ha sottolineato Ali al Dabbagh – portano l’impronta di al Qaeda e dei suoi alleati che rifiutano di vedere l’Iraq ritrovare la propria stabilità”. “E’ l’opera di un gruppo – ha continuato – che si trova all’interno dell’Iraq e che coordina la propria azione con gruppi all’esterno”. Nell’esplosione decine di autovetture sono state distrutte nella zona del fiume Tigri, mentre il tubo di una fognatura si è spaccato e ha inondato di liquame le strade della città.
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