Lo ha detto il numero due della diplomazia Usa, Blinken
Sono più di 10.000 i jihadisti dello Stato islamico (Isis) uccisi nei raid aerei messi a segno dalla coalizione internazionale guidata dagli Usa, impegnata negli ultimi nove mesi in Siria e in Iraq. Lo ha riferito il numero due della diplomazia americana, Antony Blinken, alla radio France Inter.
“Abbiamo registrato enormi perdite tra le file del Daesh (acronimo arabo per lo Stato islamico), oltre 10.000 dall’inizio di questa campagna e alla fine avrà effetto”, ha detto Blinken, presente la scorsa settimana alla conferenza di Parigi della coalizione anti-jihadista. I Paesi e le organizzazioni internazionali presenti nella capitale francese hanno espresso il proprio sostegno al piano militare presentato dal premier iracheno Haider al-Abadi per riconquistare la provincia occidentale di Anbar, finita sotto il controllo dei jihadisti, invitandolo però a fare le riforme necessarie per favorire un maggior coinvolgimento politico della minoranza sunnita.
Isis minaccia di colpire Israele se Hamas non ferma repressione
L’Isis minaccia di colpire Israele dopo che Hamas ha arrestato nelle scorse settimane più di 100 sostenitori dello Stato islamico nella Striscia di Gaza e inizio giugno ha ucciso un leader salafita locale. Il sito israeliano Debka ha denunciato la presenza dei jihadisti dell’Isis nell’enclave palestinese, riferendo di posti di controllo e severe misure di sicurezza adottate da Hamas soprattutto a seguito della rivendicazione da parte dell’Isis dell’omicidio di un proprio esponente di spicco, Sabah Siam, ucciso a fine maggio. Ad inizio giugno il movimento islamico palestinese ha ucciso un leader salafita locale, Younis al-Honnor.
Se Hamas non smette di dare la caccia ai sostenitori dell’Isis – ha detto un esponente a Gaza dell’organizzazione jihadista Ansar Bait al-Maqdis, che rappresenta l’Isis nella penisola del Sinai – i miliziani non solo continueranno a prendere di mira Hamas, ma violeranno la tregua in vigore con Israele, con il lancio di nuovi razzi contro lo Stato ebraico. La minaccia è stata accompagnata dalla consegna al sito americano WND (vicino alla destra Usa) del video di rivendicazione del lancio di un razzo contro Israele, il 26 maggio scorso, dalla Striscia di Gaza. Un attacco subito condannato da Hamas dalle colonne della stampa israeliana, perché “contrario agli interessi delle fazioni palestinesi della Striscia di Gaza e contro i nostri interessi nazionali”. Se Ansar Bait al-Maqdis rappresenta l’Isis in Egitto, a Gaza è attiva una sua cellula, nota come i “Sostenitori dello Stato islamico di Gerusalemme”. Questo gruppo è nato nel 2014 da contatti tra i salafiti che risiedono a Gaza e i jihadisti della penisola del Sinai.
L’organizzazione ha presentato una lista di richieste ad Hamas: il rilascio di tutti i “mujahedeen, predicatori, studenti, detenuti e ostaggi” alleati all’Isis; la fine di quella che è stata definita “l’istigazione attraverso i media” e “la guerra di menzogne e distorsioni” contro i sostenitori dell’Isis; il riconoscimento ai salafiti dei loro “diritti legittimi”, incluso quello di portare armi e di impegnarsi in campagne di sostegno umanitario e di supporto alla causa del popolo palestinese.
Già il 28 maggio scorso, secondo il sito Debka, il braccio dell’Isis nella penisola del Sinai ha minacciato di colpire “nei prossimi giorni” il porto di Eilat, nel Sud di Israele, in concomitanza con un attacco da parte della branca dell’Isis presente a Gaza contro il braccio armato di Hamas, le Brigate Ezzedin Al-Qassam, per così prendere il controllo di tutta la Striscia di Gaza.
Afp/Askanews