Nelle due amichevoli di lusso dopo la buona prova contro la Spagna (1-1) si è passato al ridimensionamento contro la Germania (4-1)
Costatiamo, senza girarsi troppo intorno, che per l’Italia di Conte sarà difficile rialzarsi dopo la batosta di Monaco. Verso l’avvicinamento a Euro 2016 Conte ha più dubbi di certezze. La preparazione al torneo francese sembrava scorrere sui binari giusti grazie alla bella squadra ammirata a Udine contro la Spagna. A Monaco di Baviera il ct si aspettava risposte definitive contro i campioni del mondo in carica, ma la Germania, tornata a vincere contro l’Italia dopo 21 anni, ha fatto tornare gli azzurri sulla terra.
Se contro gli spagnoli (non più quelli di cinque anni) si è vista una squadra unita e molta coraggiosa che ha ritrovato Insigne, giocatore che dà talento e fantasia all’attacco, nella prova contro i tedeschi è seguita la prestazione peggiore della gestione Conte. Queste gare, con formazioni incomplete e senza punti in palio, non danno sempre abbastanza indicazioni, ma Conte ha visto un’Italia a due volti. Una squadra equilibrata, a tratti convincente anche nel gioco e consapevole dei suoi mezzi a Udine e un’altra irriconoscibile, timida e senza idee all’Allianz Arena. Se l’innesto Insigne, Zaza e Bernardeschi, che possono determinare il cambio di passo, ha dato segnali positivi contro la Spagna, contro la Germania non hanno inciso in nessun momento della gara. Ma tutta la squadra non è mai stata in campo, tenendo solo 20’, per poi andare allo sbando quando la Germania ha premuto sull’acceleratore e di fronte alla velocità di palleggio ed esecuzione, gli azzurri non hanno avuto scampo. Così sono riaffiorati i difetti che toccano tutti i reparti. Se si era pensato che i problemi dell’attacco (unica nota lieta El Shaarawy) si potessero risolvere, i tedeschi hanno messo a nudo anche quelli della difesa a tre, che ha incassato quattro gol e dove non si è salvato nessun interprete, portiere compreso. I cambi effettuati da Conte per la gara contro la Germania non hanno dato anche a centrocampo le risposte attese. Thiago Motta e Montolivo non possono coesistere, Bernardschi ancora non ha la stessa sicurezza di Candreva, punto fisso.
Conte ha avuto risposte positive sul piano tattico, che rispecchiano le sue idee: schemi memorizzati, che richiedono predisposizione al sacrificio da parte degli interpreti da sovrapporre alle giocate individuali, per azzerare il divario tecnico con le migliori nazionali, solo contro la Spagna. Il divario tecnico con la Germania, non per caso campione del mondo, resta ampio e non è dato per certo che tre mesi di lavoro bastino per colmarlo. A essere ottimisti e consolarsi, si spera che Conte, recuperati gli assenti-titolari Verratti, Chiellini e Barzagli, e inventandosi un undici che sappia dare equilibrio, ritmo, intensità e sicurezza potrebbe giocarsela con tutte. Ma il brusco risveglio avuto contro la nazionale tedesca (forse la migliore) lascia atterriti. Conte deciderà le convocazioni con la lista dei 23 a fine campionato, sperando che la Serie A gli regali uno-due giocatori per fare il salto di qualità.