Seconda edizione per la Giornata Nazionale contro lo spreco alimentare e l’Italia scende in campo con iniziative di ogni genere
A partire da una buona notizia: in materia di donazione degli alimenti invenduti si va verso una semplificazione normativa che dovrebbe diventare operativa entro l’anno. Ad annunciarlo è Andrea Segrè, presidente di Last Minute Market e coordinatore del comitato tecnico scientifico attivato dal ministero dell’Ambiente per la prevenzione dei rifiuti e dello spreco di cibo.
Dalla Consulta Pinpas (Piano nazionale di prevenzione dello spreco alimentare), arriva infatti il Position Paper per una nuova normativa che favorisca la donazione delle eccedenze e dei prodotti alimentari invenduti. In arrivo anche un “Diario domestico dello spreco alimentare”, iniziativa che coinvolgerà un campione rappresentativo di famiglie italiane, impegnato nel monitoraggio scientifico del cibo sprecato. A lanciarla, Last Minute Market e la campagna europea “Un anno contro lo spreco”, con il Distal dell’Università di Bologna. Per la prima volta gli italiani conteggeranno il loro spreco effettivo, e questo consentirà di capire quali prodotti alimentari sono maggiore oggetto di spreco all’interno dei nuclei domestici italiani, e perché. Il Diario registra anche il cibo che viene smaltito attraverso gli scarichi domestici (latte, succhi di frutta o caffè avanzato che si getta nel lavandino) o dato da mangiare agli animali domestici. L’esperimento sarà realizzato nell’arco di una settimana calendarizzata nel mese di aprile 2015 e offrirà indicazioni sull’intervento da realizzare per ridurre gli sprechi domestici. I risultati saranno presentati il 5 giugno, in occasione della Giornata mondiale dell’Ambiente.
Ma in tema di spreco alimentare, cosa pensano gli italiani? Secondo l’ultimo monitoraggio “Waste Watcher – Knowledge for Expo”, attivato da Last Minute Market con Swg, quattro italiani su cinque si dichiarano incuriositi e soddisfatti delle tecnologie che possono favorire la riduzione e prevenzione dello spreco alimentare. Ma quali sono le nuova frontiere? Gli italiani delegano le loro aspettative al frigorifero “intelligente”, capace di segnalare le date di scadenza del cibo riposto, e di conservare meglio il cibo. Un italiano su cinque, per l’esattezza il 19% degli intervistati, si dichiara ancora impreparato o impaurito di fronte a tecnologie intelligenti. I più spreconi? Sono i giovani e i bambini, secondo il 63% degli intervistati. Nella percezione degli italiani solo il 22% dei cittadini di mezza età e solo il 2% degli anziani può essere tacciato di spreco. E i luoghi dello spreco? Mense, supermercati e ristoranti secondo la grande maggioranza degli intervistati, che auspica, sempre a larghissima maggioranza, una campagna di educazione sul tema sia per gli studenti che per i cittadini: lo chiede l’80% degli intervistati, quindi 4 italiani su 5.
E in Svizzera?
Il WWF Svizzera ha presentato lo scorso dicembre una petizione contro gli sprechi alimentari sottoscritta da 20 332 cittadini. La petizione si appella al Parlamento e al Consiglio federale affinché la Svizzera fissi al riguardo un obiettivo ufficiale, stabilendo che lo spreco di cibo debba essere ridotto del 50 per cento entro il 2025. Come gesto simbolico, il WWF ha offerto ai parlamentari in Piazza federale uno stuzzichino a base di cibo altrimenti destinato alla spazzatura. Un terzo di tutti gli alimenti viene sprecato. Per il nostro Paese, ciò corrisponde a circa due milioni di tonnellate di cibo perfettamente commestibile che non viene consumato. La Svizzera infatti, a differenza di altri Stati quali Germania, Francia e Austria, non ha ancora stabilito alcun obiettivo volto a ridurre gli sprechi alimentari. Per questa ragione il WWF ha lanciato a ottobre una petizione contro il food waste nella quale si chiede una riduzione del 50 per cento di questo spreco entro il 2025. «Per riuscire a ridurre in modo drastico lo spreco alimentare è necessario che produttori, industrie di trasformazione, commercianti al dettaglio e consumatori si impegnino a perseguire un obiettivo comune», afferma Jennifer Zimmermann, responsabile del progetto Consumo presso il WWF Svizzera. E aggiunge: «Questa riduzione è indispensabile e urgente per fermare un’emorragia di preziose risorse che ha ormai assunto proporzioni gigantesche.» Oltre alle implicazioni etiche – nel mondo oltre 800 milioni di persone soffrono la fame – lo spreco ha un impatto enorme sull’ambiente: per produrre cibo si consumano suolo ed energia e durante la fabbricazione, la distribuzione e lo smaltimento si generano gas serra.
Adnkronos/WWF