La notizia è fresca di comunicato stampa direttamente dal Quirinale: “Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha avuto con il Presidente della Repubblica Francese, Emmanuel Macron, un colloquio telefonico”. Non è difficile immaginare il motivo di questo filo diretto tra Mattarella e Macron, riconducibile alla crisi diplomatica di questi giorni, sorta tra Italia e Francia per via della nave Ong mandata dal governo Meloni verso le coste francesi. Ovvero, è toccato a Sergio Mattarella mettere una pezza tramite questo filo diretto con Macron, e se le cose continuano così, rischiamo di essere il paese di Arlecchino, non per la nota maschera carnevalesca che ci rappresenta, quanto per tutte le pezze che di volta in volta bisognerà aggiungere. Il comunicato, in maniera assolutamente formale e sintetica, continua dichiarando che nel corso del colloquio “entrambi hanno affermato la grande importanza della relazione tra i due Paesi e hanno condiviso la necessità che vengano poste in atto condizioni di piena collaborazione in ogni settore sia in ambito bilaterale sia dell’Unione Europea”. Il Presidente Macron sembra che sia d’accordo sulla necessità di intervenire su ogni settore in ambito bilaterale, compresi, dunque, anche gli accordi che riguardano la ridistribuzione dei migranti, ma nel frattempo ancora vige il dettame francese di non accogliere i circa 3.500 migranti sbarcati precedentemente in Italia nel quadro del meccanismo di solidarietà. La decisione è stata confermata dal portavoce del governo francese, Olivier Véran, in barba alla telefonata cordiale di Macron con il nostro Capo dello Stato. Non a caso sembra esserci una stretta attorno ai confini francesi. Prima di tutto alla frontiera di Ventimiglia dove si registrano 250 rifiuti di ingresso ufficiali al giorno, e dove sembra non passare più nessuno, sia per le vie ufficiali come in strada, in treno, con i mezzi o a piedi, la gendarmerie francese, piazzata numerosa nei punti strategici, è rigorosissima; ma anche attraverso le vie non ufficiali come il rinomato passo della morte, un irto sentiero roccioso che rappresenta una via secondaria e fortemente pericolosa per i migranti che provano ad entrare in Francia.
Proprio nelle ultime ore Parigi ha rafforzato i suoi confini anche nella Manica attraverso un accordo con il Regno Unito che aumenterà da circa 55 milioni di sterline all’anno a 63 milioni di sterline i costi per pagare l’aumento del numero di agenti che pattugliano le coste francesi per fermare i migranti che attraversano la Manica su piccole imbarcazioni. Un flusso che quest’anno, con 40 mila persone giunte per quella via, ha registrato il numero più alto mai toccato. La Francia, in cambio, aumenterà del 40% le forze di sicurezza sulle sue spiagge, circa 350 poliziotti oltre a gendarmi supplementari.
Sembra che Parigi, quando si tratta dei confini italiani, sia più europeista e usi la politica umanitaria dell’accoglienza, quando si tratta dei propri confini diventa immediatamente nazionalista: Liberté, Égalité et fermer la frontière.
Proprio questa mattina a Bruxelles i ministri degli esteri europei su richiesta del responsabile della Farnesina, Tajani, tratteranno della questione migranti, aspettiamo di vedere che benvenuto daranno al nuovo ministro italiano.
Nel frattempo Mattarella si armi di pazienza e di lunghi fili, sono probabili tante variopinte pezze da ricucire…
Redazione La Pagina