Raccontare sempre le stesse storie potrebbe sembrare lamentoso. Puntare il dito contro le stesse persone, potrebbe diventare una discussione patetica. Lamentarsi perché niente succede dopo fiumi di parole inascoltate, vuol dire battersi contro i mulini a vento.
Pertanto, non starò qui a scrivere per accusare o cercare i colpevoli di una situazione drammatica. Non starò qui a ripetere il valore ancora una volta dell’italiano all’estero per la nostra cara Patria, l’auspicato ritorno del turismo, l’ingiustizia del canone TV senza utilizzare la TV e quant’altro. Tutto ciò all’insegna della parità dei diritti tra italiani. Non starò qui a ricordare che gli italiani all’estero sono i primi consumatori dell’esportazione italiana, non starò qui nemmeno a quantificare il raddoppio dell’emigrazione italiana negli ultimi 15 anni.
Non starò qui a raccontarvi quello che ho già scritto tante volte e tutti sanno, ma sono qui per raccontarvi delle chiusure dei Consolati mentre si raddoppiavano gli italiani e si limitava il personale consolare, dell’umiliazione dell’utenza perché non sa utilizzare i mezzi informatici oramai obbligatori per richiedere qualunque servizio, appuntamento o informazione (mi riferisco alla vecchia emigrazione), della frustrazione di non riuscire a rinnovare un passaporto o una carta d’identità in tempi ragionevoli, dell’impossibilità di chiedere l’autentica su una semplice procura (necessaria per vendere o acquistare immobili in Italia e fanno entrare denaro all’erario), o di rinunciare ad un’eredità senza recarsi necessariamente presso il Tribunale competente o da un notaio italiano. La costernazione dell’utenza nel leggere messaggi dello stesso Consolato che invita il connazionale a rivolgersi ad un Notaio locale perché non riesce a soddisfare le richieste in tempi utili, costringendo, di fatto, il cittadino a pagare profumatamente un servizio che deve essere erogato gratuitamente o con poche centinaia di euro.
Leggo, come molti addetti ai lavori, tante agenzie stampa che informano il rilascio della carta d’identità elettronica per gli italiani all’estero, ma nei fatti il detto rilascio, dopo aver superato le molte difficoltà anche solo per la richiesta, avviene in tempi lunghissimi lasciando gli interessati senza un documento in corso di validità. Si leggono anche comunicati stampa di un prossimo potenziamento dei servizi consolari, ma gli addetti, pochi, stremati e in situazione di pandemia al momento non riescono nemmeno a seguire tutte le pratiche.
Atteso che, evidentemente, non esiste una sinergia, né mai mi risulta essere esistita, specialmente negli ultimi cinque anni, tra organi eletti e i parlamentari delle circoscrizioni estero, ho chiesto direttamente ai nostri rappresentati parlamentari, quali gli On.li F. La Marca, A. Schirò, E. Siragusa, F. F. Nissoli S. Billi, M. Ungaro e ai Sen.ri L. Garavini e F. Giacobbe, di rispondere alle due semplici domande qui di seguito:
Alcuni comunicati stampa di parlamentari eletti all’estero, riferiscono di un prossimo potenziamento dei servizi consolari. A questo punto si chiede: se per vari motivi vengono erogati dai consolati con estrema difficoltà i servizi essenziali di base, cosa intendete esattamente potenziare/migliorare a favore dei connazionali all’estero?
Senatrice Laura Garavini (IV)
I servizi consolari si potenziano con l’aumento di organico. Per questo, come Italia Viva, ci siamo impegnati affinché nell’ultima legge di bilancio venissero previste ulteriori assunzioni, in linea con quanto già avevamo avviato con il governo Renzi quando, dopo anni di chiusure e di blocco del turn over, abbiamo dato il via a nuove assunzioni rivolte sia al personale assunto a contratto locale che a funzionari di ruolo.
On. Fucsia Fitzgerald Nissoli (FI)
E’ vero che ci saranno nuovi assunti da inviare all’estero ma questo, allo stato attuale, non risolve la carenza di personale poiché ci sono molti altri dipendenti che andranno in pensione. Io ho chiesto un numero maggiore di impiegati sia di ruolo che a contratto. Nell’ultima legge di stabilità e di bilancio ho fatto emendamenti tesi ad aumentare il numero di questi impiegati, però tali emendamenti in quanto all’opposizione sono stati bocciati.
On. Simone Billi (Lega)
L’aumento delle risorse rimane la soluzione principale per risolvere le carenze di organico per colmare i posti vacanti nei Consolati. Utilissima anche la velocizzazione dell’assegnazione all’estero dei circa 200 neo-assunti dalla Farnesina, che oggi devono attendere 18 mesi per training a Roma.
On. Angela Schirò (PD)
La situazione dei servizi ai connazionali, anche per l’aggravante della pandemia, è ormai insostenibile. È necessario ed urgente ripristinare i calendari delle aperture, accelerare il compimento dei concorsi per le assunzioni già autorizzate, continuare nel reintegro dei posti in organico mancanti, aumentando anche il contingente, rafforzare la rete onoraria, come indicato nella risoluzione di cui sono stata cofirmataria.
On. Francesca La Marca (PD)
Mi sto muovendo per aumentare il personale e sostenere i servizi di base. Con l’ultima legge di bilancio è stato approvato un mio emendamento per l’assunzione di 80 contrattisti e la scorsa settimana è stata approvata la risoluzione, di cui sono prima firmataria, sul rafforzamento dei servizi consolari onorari. Nel giro di un anno queste misure dovrebbero essere operative.
On. Massimo Ungaro (IV)
Purtroppo le restrizioni applicate contro il Covid19 hanno portato a una riduzione dei servizi offerti dai nostri consolati creando non poche difficoltà ai cittadini iscritti all’AIRE. Con la fine delle restrizioni, secondo me la capacità operativa dei consolati sarà ripristinata in estate. I nostri consolati dovranno in seguito smaltire l’arretrato accumulato e affrontare alcune incombenze specifiche– erogazione della Carta d’Identità Elettronica, il rinnovo dei Com.It.Es, l’offerta dello SPID per i cittadini AIRE – per questo motivo penso che sarebbe opportuno aumentare le risorse umane e finanziarie e soprattutto promuovere una decisa digitalizzazione di tutti i servizi consolari.
Come noto a tutti, i consolati patiscono la carenza di personale e l’insufficienza di strumenti informatici adeguati ai tempi per rispondere alla domanda dell’utenza. Cosa state facendo per colmare questo vuoto che, inesorabilmente, si ripercuote in maniera pesantemente negativa sui nostri connazionali? E in quanto tempo tali misure saranno operazionali ?
Senatrice Laura Garavini (IV)
Le assunzioni servono proprio a favorire la digitalizzazione dei servizi pubblici, da noi iniziata nel 2015 con l’allora Governo Renzi. Ma per venire incontro ai connazionali, spesso anziani, che non hanno familiarità con gli strumenti informatici, ho chiesto e ottenuto dal Governo che per gli italiani all’estero si rinviasse al 2023 l’obbligo di dotarsi di Carta di identità elettronica o Spid (Sistema Unico di Identità Digitale) per accedere ai servizi consolari. Grazie al mio intervento gli italiani nel mondo hanno due anni di tempo in più. Il portale Fast IT rimarrà accessibile anche attraverso il form on line o allo sportello.
On. Fucsia Fitzgerald Nissoli (FI)
Si stanno assumendo tecnici informatici e si sta potenziando la rete informatica.
On. Simone Billi (Lega)
Una priorità riguarda la semplificazione della procedura di attivazione dello SPID dall’estero. Infatti, gli utenti meno informatizzati, che sono la maggioranza, trovano notevoli difficoltà a seguire le differenti procedure dei nove gestori italiani abilitati a fornire questo servizio: Aruba, Infocert, Intesa, Namirial, Poste, Register, Sielte, Tim o Lepida. Queste sono le principali priorità discusse, durante il vertice di pochi giorni fa alla Farnesina con il Direttore Generale Luigi Maria Vignali, i Vice Direttori Paolo Trichilo e Paolo Crudele ed il Sottosegretario agli Esteri con delega agli Italiani all’Estero Benedetto della Vedova.
On. Angela Schirò (PD)
Non abbiamo tralasciato, noi deputate del PD, una sola legge di bilancio nella quale non abbiamo chiesto la riapertura dei concorsi, dopo il fermo decennale del turnover, e nuove assunzioni. Alcune centinaia di nuove figure sono arrivate, ma non basta. In più stiamo insistendo per arrivare a soluzioni di fondo, inserendo la rete estera nei progetti sulla PA e sulla digitalizzazione, usando i fondi dei progetti europei e del Recovery Plan.
On. Francesca La Marca (PD)
Oltre alla copertura dei posti in organico, ho chiesto al Ministro Di Maio di inserire le strutture estere nei piani di digitalizzazione della Pubblica amministrazione e di riforma della stessa PA. Sono progetti strategici dell’attuale Governo nel quadro dei provvedimenti sostenuti dall’UE. La rete dei servizi ai connazionali deve necessariamente agganciarsi a questo carro che passa.
On. Massimo Ungaro (IV)
A questo proposito abbiamo chiesto ai dirigenti del Ministero degli Affari Esteri di allocare nuove risorse di personale – contrattisti, funzionari, diplomatici – alla nostra rete, come fatto nel 2018 quando furono inviati decine di nuovi contrattisti nelle sedi consolari più in difficoltà, un’azione che ha permesso l’apertura di nuovi sedi, come nelle isole Canarie o a Manchester, o il potenziamento di alcune sedi esistenti, come in Germania e in Svizzera. Ora occorre fare la stessa cosa per affrontare le sfide del 2021.
Conclusione
Con il rischio di ripetermi, non starò qui a puntare il dito contro chi sta permettendo di umiliare gli italiani all’estero, ma starò qui, come sempre, a vigilare e difendere i nostri diritti e quei valori italiani che ci hanno permesso e ci permettono di essere ben voluti in tutto il Mondo.
di Carmelo Vaccaro