Rapporto annuale della Commissione europea sull’indice di gradimento rispetto ad una serie di servizi di cui usufruiamo ogni giorno
La Commissione europea ha pubblicato anche quest’anno, come ogni anno, l’indice di gradimento da parte dei cittadini rispetto alla qualità di una serie di servizi che vanno dall’offerta del tempo libero ai beni di consumi, dalla qualità dei cibi alla casa, dalle linee aeree ai trasporti ferroviari, dai servizi bancari alla gestione dei mutui, dalla ristorazione alle vacanze e alle infrastrutture, dalla spesa alla bolletta del gas, eccetera. Ovviamente, più il punteggio è alto e più alto è l’indice di gradimento. Alla fine, su 27 Paesi quest’anno gl’italiani hanno espresso un indice di non gradimento che, nella soddisfazione per i servizi, ci pone al 23esimo posto su 27 Paesi. In pratica, siamo insoddisfatti, non funziona quasi nulla, secondo il parere dei nostri connazionali. Nel 2010 le cose andavano un pochino meglio: eravamo al 20esimo posto, nel 2011 al 22esimo e nel 2012 al 23esimo. Si potrebbe dire: di male in peggio.
Prendiamo l’assicurazione per la casa. Non ce l’hanno tutti, ma quei pochi che ce l’hanno esprimono un indice di gradimento che è al di sotto di due punti rispetto alla media europea. Due punti e mezzo al di sotto della media si situa il gradimento per autobus e metro, con una percezione che va peggiorando, perché si è perso un ulteriore 0,3 rispetto agli anni precedenti. Quanto al servizio ferroviario, facciamo registrare uno sgradimento altissimo, addirittura 9,8 punti al di sotto della media europea. I treni, insomma, in Italia fanno pena. Del resto, basta guardare ai disagi che ogni mattina sopportano i pendolari. Quanto poi ai treni ad alta velocità, quelli che ci sono, a volte, fanno rimpiangere le vecchie littorine.
E i servizi postali? Gl’italiani dicono che siamo sotto la media europea di ben 5,2 punti. E le banche? Non ne parliamo. E’ vero che nei 27 Paesi l’indice di gradimento verso le banche è scarso, ma in Italia raggiunge il limite massimo, con una differenza di ben 6,3 punti di media inferiore agli altri Paesi. Questo giudizio, evidentemente, ha a che fare con le tasse bancarie che sono notevoli nel nostro Paese e con la qualità dei servizi. Il giudizio lapidario potrebbe essere questo: i servizi bancari non solo sono poco efficienti, ma costano più che altrove, con una serie di balzelli che colpiscono il risparmiatore. Non è estraneo a questo giudizio l’obbligo di aprire un conto corrente per farsi accreditare la pensione e i continui aggiornamenti “unilaterali” di fronte ai quali si può fare ben poca cosa. Anche se si cambia banca, la musica è la stessa, perché aumentano i costi dappertutto. In Italia, come si sa, la concorrenza non esiste o esiste solo a parole.
Poste e trasporti sono poco graditi in ognuno dei 27 Paesi dell’Unione. Non parliamo del consumo e dei costi dei farmaci: calano di un punto e mezzo rispetto all’anno scorso. Il gas pure, subisce un calo dell’1,2.
Riponiamo di nuovo la domanda: come mai così poco gradimento in Italia rispetto alla qualità dei servizi? La risposta, purtroppo, è semplice ed è racchiusa in queste poche cifre. La stessa quantità di latte in Italia costa 1,46, mentre nel Regno Unito appena 0,82 centesimi; la stessa quantità di uova in Italia costa 2,23 e in Spagna 1,28, cioè la metà; il cibo destinato ai bambini, le pappe a base di carne, in Italia costano 6,91 mentre in Olanda appena 2,35; il forno a microonde passa dai 137 euro in Italia ai 50 del Belgio. Di nuovo: servizi scadenti e costi eccessivi, talvolta un vero e proprio ladrocinio. Abbiamo parlato delle valutazioni negative in Italia; ora facciamo un cenno a quello che all’estero giudicano positivamente. I danesi apprezzano il pieno di benzina, che in Italia tende sempre ad aumentare e mai a diminuire; i tedeschi sono soddisfatti dei loro frigoriferi, lavatrici e lavastoviglie. Dallo studio emerge che in Francia non funzionano le poste; che in Svezia lasciano a desiderare i telefonini e le telecomunicazioni in generale; che in Spagna non c’è gradimento per i mutui.
Per essere al 23esimo posto vuol dire che peggio di noi ci sono solo quattro Paesi. Insomma, spesso è la solita Grecia a salvarci dalle più brutte figure.