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22 November 2024
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Italiani in Svizzera

Italiani in Svizzera: Giuseppe Della Gatta

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DOC130913-13092013140324Ci racconti di lei

Mi chiamo Giuseppe Della Gatta, sono qui dal ’68 e sono venuto all’età di 18 anni. Mia moglie è di Samnaun, zona franca, sul confine austro-svizzero. Mi sono subito integrato abbastanza bene, mi sono sforzato di far carriera e ci sono riuscito senza appoggio di nessuno. Mi sono sudato tutto quello che ho, dalla a alla z.

Era da solo quando è venuto?

Sì, da solo, senza nessuno. Me ne sono andato non perché non avessi lavoro in Italia, ma perché ce n’era troppo e appena ho compiuto la maggiore età, approfittando una volta che mio padre stava dormendo,  sono partito.

Come mai ha scelto la Svizzera?

Allora c’era il marito di una mia cugina che doveva venire, ma al momento che doveva venire qui ha preso un posto di lavoro alla posta e allora mi sono proposto io al suo posto. Avevo poche lire in tasca e quando a Chiasso le ho cambiate mi hanno dato 60 Fr. Il coraggio era più forte della paura e mi è andata bene. Sono rimasto fino all’84 facendo diversi tipi di esperienze.

Di cosa si occupava?

Ero metalcostruttore, facevo costruzioni. Ho fatto un corso di disegno e poi sono tornato in Italia, nel ’75. Ho vinto un concorso alle ferrovie in Italia e facevo il frontaliere alla rovescia: lavoravo in Italia e tornavo in Svizzera il fine settimana. Mia moglie era infermiera, dopo il primo figlio ha smesso di lavorare e ci siamo trasferiti tutti a Varese mentre lavoravo a Milano. Stavo bene e mia moglie ha cominciato a imparare l’italiano nel frattempo dopo il lavoro per hobby ho trovato posto in una ditta per arrotondare ma subito dopo una grande azienda mi ha contattato per offrirmi un bel posto di lavoro a Vicenza con un ottimo stipendio. Presto però il vecchio datore di lavoro svizzero mi ha ricontattato. Allora era nato anche il mio secondo figlio. Sono tornato in Svizzera ma il lavoro non funzionava più come piaceva a me e sono andato nel settore delle cucine industriali in acciaio inox, facevo il capo reparto. scansanoNell’84, con 4 figli, io ho cominciato con la mia ditta, la Della Gatta Metallbau. Ho fabbricato l’appartamento, la fabbrica e poi man mano l’ho ingrandita e mi son trovato sempre pieno di lavoro e anche abbastanza grandi come l’ospedale Kreutzspital di Coira. Visto che il lavoro andava bene, nell’88 ho investito acquistando un’azienda in toscana, attualmente di 29 ettari. Qui produco vino e olio di ottima qualità, ma purtroppo oggi mi trovo nella posizione di dover pagare una multa salata. Infatti ho commesso un grave errore e di non aver dichiarato l’attività in Toscana perché non sapevo di doverlo fare e quindi sono stato multato. Adesso non è che io voglia ribellarmi, se è giusto da pagare va pagato, però vorrei sapere, perché nessuno mi ha avvisato? Perché non ne ho saputo mai niente? Purtroppo le nostre istituzioni italiane, quando chiedi informazioni di questo genere, non sono in grado di fornirtele. Inoltre queste istituzioni italiane lavorano in Svizzera e dovrebbero acquisirne anche le buone abitudini, cosa che invece non avviene…

Cosa vuole dire, ha avuto qualche disavventura?

Un giorno mi ha chiamato un funzionario del Consolato italiano di San Gan Gallo, già il fatto che abbia telefonato alle 12:30, cioè ad orario di pranzo, fa capire come non rispettino le abitudini del luogo, si sa che in quell’ora si pranza, almeno in Svizzera!

Ho richiamato e abbiamo fissato l’appuntamento alle ore 15. Nonostante mi fossi presentato alle 14:30 ho dovuto aspettare 3 persone prima di me. Nel frattempo mi guardavo intorno e vedevo che l’edificio è davvero poco accogliente e ci vorrebbe una bella sistemata. Mi dispiace vedere che noi italiani non sappiamo cogliere le cose buone del paese dove viviamo e operiamo. Per prima cosa appunto la struttura che non mi sembra per niente accogliente. Inoltre i funzionari ti passano davanti senza salutare e il modo di accogliere le persone non è per niente professionale. Inoltre, mentre mi trovavo lì, ho anche chiesto diverse informazioni sul mio caso ma non ho ricevuto le informazioni che cercavo, insomma, meglio affidarsi ad un privato, ad un avvocato, come ho fatto io.

Ma cosa vuole dire con questo episodio che ci ha raccontato?

Io non voglio accusare nessuno, ne parlar male di nessuno. L’unica cosa che volevo far emergere è il mio dispiacere nel constatare che nel 2013 ancora noi italiani pecchiamo in servizi, modi di fare e anche strutture. Ci vuole un miglioramento che deve partire da queste istituzioni, sarebbe un vantaggio per tutti!

E lei da italiano si mette a disposizione per il Consolato?

Mi sono chiesto come, da San Gallo, fossero arrivati a me che sono di Coira. Poi ho saputo che il mio nome era in lista tra le richieste di onorificenze come italiano che si è distinto per il suo lavoro in Svizzera. Non ho ricevuto l’onorificenza però mi hanno chiamato per il lavoro, visto che sono valido in questo settore. Ho preso tutte le misure e ho pronto il preventivo, da italiano che ha a cuore l’Italia e che ci tiene a una migliore presentazione dell’Italia e del Made in Italy, farò un ottimo prezzo. Spero così di contribuire in maniera efficace per il nostro Paese.

 

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