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21 November 2024
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Interviste Italiani in Svizzera

Italiani in Svizzera: Pino Falbo

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DSCN8875Ci racconti di lei?

Mi chiamo Pino Falbo, sono di origini calabresi, di un paesino vicino Lamezia Terme che si chiama San Pietro a Maida e vivo in Svizzera dall’età di 16 anni. Sono venuto qui giovanissimo con la speranza di fare ritorno in Italia un giorno: avrei voluto fare il servizio militare e poi eventualmente tornare in Italia perché non avevo fatto le scuole qui, ma ho avuto l’opportunità di fare questo mestiere, il barbiere, e mi sono trovato sempre bene, anche se l’Italia è sempre l’Italia. Mi è sempre piaciuto fare questo mestiere e l’ho sempre voluto fare. Mi trovo molto bene con gli svizzeri, il 90% della mia clientela è Svizzera. Stranamente italiani non ne vengono molti, non lo so perché. Ma sono contento perché ho questo tipo di rapporto con gli abitanti del luogo, si può dire che mi vogliono più bene loro che l’italiani, non essendo neanche nato qui.

Perché ha scelto di venire in Svizzera?

Qui ci viveva mio padre e ci ha vissuto per tanti anni. Come ho detto a sedici anni sono venuto con la speranza di tornare in Italia dopo il servizio militare perché all’inizio non mi piaceva stare qui sia per la lingua, sia perché gli amici che erano tutti giù. L’intenzione, quindi, era sempre quella di tornare un giorno in Italia. Però, come spesso accade, si rimane perché le situazioni cambiano, ho conosciuto mia moglie che non è né svizzera né italiana, è peruviana. Alla fine ti può piacere o non piacere, ma una volta che hai creato una famiglia rimani qui. In fin dei conti, ho un bel rapporto con gli Svizzeri, non vedo perché dovrei andarmene.

Che legame ha con l’Italia? E come vive la sua italianità in Svizzera?

Prima, quando non avevamo internet, la televisione o altro, si soffriva di più. Adesso, invece, si soffre di meno, perché se si vuole si ha sempre un contatto diretto grazie a questi mezzi. Oggi giorno appena succede qualcosa in Italia si viene a sapere immediatamente. Non come una volta, che non sapevi niente o lo venivi a sapere solo tramite una telefonata. In tv si possono vedere anche i programmi Italiani. Con facebook e altri social network puoi sempre stare in contatto con l’Italia. Chiaramente la terra sotto i piedi non è quella Italiana…

Come è stato integrarsi in Svizzera? Ha trovato difficoltà?

All’inizio sì, ma la colpa non era degli svizzeri. Era la situazione in generale. Non essendo cresciuto qui e non avendo fatto le scuole qui, mi mancava la lingua. Ma da giovane ti integri meglio. All’inizio è difficile ma con il tempo è andata sempre meglio. Inoltre un tempo gli svizzeri non erano come adesso, trent’anni fa erano un po’ contro gli italiani. A volte ci si dimentica dei nostri padri, quelli che sono venuti subito dopo la DSCN8876guerra negli anni ’50-60, trovavano un accoglienza diversa. Ma adesso è molto meglio, l’ho vissuto sulla mia pelle, non ho nessun rancore con gli svizzeri. Anzi, grazie a loro vivo bene. Appena ho aperto questo salone, 16 anni fa, sono stati proprio loro a darmi un aiuto. Invece l’appoggio dei nostri connazionali, mi dispiace dirlo, l’ho visto poco. Infatti, oggi dopo 16 anni, il 90% della clientela è svizzera, purtroppo gli italiani non ci vengono spesso. L’italianità che ho io qui dentro con la musica e l’ambiente, la vivo con gli svizzeri e non con gli italiani. In privato, invece, esco più con gli italiani, infatti i nostri amici di famiglia sono quasi tutti italiani.

Quale differenza nota di più tra Svizzera e Italia?

La differenza è grande. L’italiano in Italia è tutto un altro tipo di italiano, invece l’italiano all’estero è ancora un altro tipo. L’italiano è meno puntuale e più caotico, ma è chiaro non tutti siamo così.

Ha intenzione di tornare a vivere giù in Italia?

In qualche angolo nella testa c’è ancora una piccola speranza, ma che con gli anni diminuisce sempre di più. All’inizio ero più fiducioso, poi sono arrivati la moglie i figli. Il mio sogno era di fare questo mestiere a Roma. Ho uno zio che ha un locale nel centro di Roma, dove andavo spesso durante le vacanze. Il mio sogno era di andare a vivere a Roma dopo il servizio militare, però purtroppo non è stato possibile, sarà stato il destino. Rimarrà un sogno. Ma, ripeto, sto facendo il modo di non farmi mancare tanto l’Italia: essendo calabrese e italiano, faccio un po’ tutto a secondo le nostre abitudini italiane e pur non essendo svizzero ci tengo alla puntualità più di loro stessi. Magari per questo mi trovo bene.

Ci racconta della sua attività di barbiere?

È sempre stato il mio sogno, sin da bambino e mi è sempre piaciuto fare questo lavoro. Lo faccio a modo mio, ho uno stile personale e non voglio copiare nessuno. Se mi va di cantare mentre lavoro canto, se sono nervoso si vede, voglio fare tutto alla luce del sole. E alla mattina non mi pesa alzarmi, anche se so che avrò una giornata stressante. Per me, i giorni di lavoro sono come giorni di festa. Mi piace ridere scherzare parlare con i clienti. Qui si scherza e si parla di tutto, donne, sport, politica etc… non c’è monotonia.

Qual è il trend del momento?

Al momento vanno molto di moda i tagli dei calciatori, tipo con le strisce laterali. Non si usa più quel classico taglio di una volta: vengono i ragazzi e chiedono un taglio simile a Boateng oppure Balotelli oppure anche come El Sharawy. Quindi si cerca di imitarli al meglio, si fa il possibile.

Come mai ha scelto questo arredamento?

Questo me lo chiedono tutti. Beh, come si nota sono un tifoso milanista, nato e cresciuto come milanista. Per questo ho scelto questi colori: rosso-nero. Forse qualche juventino o interista mi odierà per questo. E poi secondo me sono due colori che stanno benissimo assieme, tipo un giallo un arancione non ce li vedrei. Il rosso e il nero mi sono sempre piaciuti, oltre al fatto che sono i colori della mia squadra del cuore. Naturalmente sono benvenuti tutti, anzi è bello potersi confrontare con altre idee, è bello poter parlare con tutti i clienti.

Altro?

Vorrei dire a chi legge l’intervista che in tutto quello che ho detto non mi riferisco a nessuno in particolare e non voglio andare contro a nessuno, sia a chi mi vuole bene, sia a chi mi vuole male! Saluto tutti quelli che leggeranno questa mia intervista.

Coiffeur Pino Spitalstrasse 5 8630 Rüti

Tel.: 055 240 43 44www.pinocoiffeur.ch

 

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