RACCONTATEMI DI VOI…
Vittoria: Mi chiamo Vittoria Aventaggiato, ho 30 anni e sono sposata con Roberto Aventaggiato. Sono nata e cresciuta in Svizzera precisamente a Bubikon. Ho fatto l’apprendistato come commessa, dopodiché ho lavorato 9 anni al Volg di Wolfhausen.
Roberto: Io mi chiamo Roberto Aventaggiato e sono nato a Lecce 34 anni fa. Sono diplomato in ragioneria e da 12 anni sono in Svizzera, dove i primi 3 anni ho lavorato come giardiniere, 5 da impiegato in ufficio presso il gruppo ENI, 2 da postino. Dopo esserci sposati, di comune accordo, si é deciso di intraprendere un nuovo cammino aprendo una nostra attivitá.
COME VIVETE LA VOSTRA ITALIANITÁ IN SVIZZERA?
R: Bene. La generazione di oggi credo non abbia piú molti problemi, il discorso sarebbe stato diverso 30 o 40 anni fa.
V: Io non ho mai avuto problemi, neanche a scuola, in quanto mi sono sempre ritenuta Svizzera.
R: Certo oggi si vive meglio, ma posso ben dire che gli inizi furono sicuramente difficoltosi. La mia piú grande fortuna è stata quella di frequentare persone piú grandi e dai racconti, esperienze, problematiche da loro vissute potevo coglierne l’essenza e farne tesoro. Da lì la sfida. La domanda che spesso mi passava per la testa era: perché se loro erano riusciti ad imporsi non potevo farlo anche io? Pertanto oggi come oggi, sono arrivato a questo punto, grande merito va dato alle precedenti generazioni italiane qui in Svizzera. D’altro canto non frequentavo solo la nostra gente, ma ero e sono aperto a nuovi tipi di rapporti umani e sociali, visto che conoscere e frequentare altri popoli, i loro usi e costumi, arricchisce a livello personale e culturale. Per quanto riguarda l’integrazione posso solo dirvi che oggi è sicuramente piú facile, visto che „abbiamo trovato la strada spianata“. Spesso e volentieri con le vecchie generazioni ci si confronta anche animatamente, a volte sento dire che per noi giovani venuti di recente in Svizzera è molto piú facile, visto che abbiamo quello che le precedenti generazioni non avevano. Giusto, noi abbiamo piú di loro, siamo piú rispettati di come lo erano loro, ma le situazioni vanno giudicate sotto tutti i punti di vista. Loro arrivarono in terra straniera con molte piú difficoltá, ma erano un gruppo. Nelle difficoltá ci si aiutava, e certamente per un italiano non mancavano certo i riferimenti vista la forte emigrazione verso questa terra. Le nuove generazioni che oggi arrivano in Svizzera, non trovano piú quel gruppo di una volta. Ecco che arrivo all’idea che mi sono fatto, per loro era secondo me piú facile: c’era lavoro, c’erano le associazioni e sopratutto erano in tanti. Ora un ragazzo che per vari motivi decide di venire in Svizzera, nota sin da subito che il lavoro è selezionato, e anche con il diploma è difficoltoso trovare il lavoro stesso e un tetto.
ROBERTO COME SEI ARRIVATO IN SVIZZERA?
In realtá non ci pensavo. Fu l’incontro con un mio cugino giá residente in Svizzera a prospettarmi il tutto. Comunque prima delle esperienze in Svizzera all’etá di 22 anni, subito dopo aver svolto il servizio di leva militare, partii per il nord Italia precisamente nella cittá di Modena in cerca di un impiego. Dopo varie esperienze lavorarative, (tra le quali la prestigiosa esperienza a Maranello nelle scuderie Ferrari), l’incontro fortuito con mio cugino che mi ha proposto un’opportunitá di lavoro in Svizzera come giardiniere, occasione che colsi naturalmente al volo.
L’inizio della nuova avventura fu difficile, non conoscendo lavoro, ambiente, persone e sopratutto la lingua. Infatti dopo alcuni giorni mi balenava in testa l’idea di tornare in Italia, ma nello stesso tempo ripetevo a me stesso che prima o poi le cose sarebbero migliorate, il tempo mi ha dato ragione. Dopo i primi tre anni da giardiniere, essendo diplomato in ragioneria mi è stata data l’opportunitá di lavorare in ufficio, e da allora iniziai a salire la scala sociale. Forse il lavoro che oggi svolgo, è molto piú pesante dei precedenti, ma la sodisfazione è doppia.
CHE LEGAME AVETE CON L’ITALIA?
R: Essendo nato in Italia, il legame è forte, anche se in realtá qui non si sta male e si vive bene con tutti.
V: Io in Italia ho genitori, nonni e parenti, che vado a trovare una volta l’anno.
AVETE APERTO LA PIZZERIA PUNTO ROSSO A HOMBRECHTIKON RACCONTATECI….
R: È stata una mia idea nata sin dai primi giorni in Svizzera. Negli ultimi 5 anni ci ho riflettuto tanto per poi decidere insieme a mia moglie di fare il „grande“ passo. Ero sicuro di poterlo fare insieme a lei, consapevole del fatto che sarebbe riuscita a gestire la situazione.
V: Ho condiviso sin da subito l’idea e il sogno di mio marito, diciamo che era anche il mio.
COME NASCE LA PASSIONE PER LA GASTRONOMIA?
R: Per paradosso la passione per la gastronomia è nata negli anni in cui lavoravo in ufficio. Avendo vicino l’ufficio un amico che era da tempo inserito nell’ambito gastronomico, chiesi se fosse stato possibile frequentare dei corsi per poi tentare la nuova avventura nel nuovo settore. Alla risposta affermativa, cercai da subito di imparare in fretta, vista l’etá che ormai avevo e il tempo mi era nemico. Comincia il corso che consisteva dopo il lavoro d’ufficio nel rimanere in pizzeria per svariate ore, alcune volte anche fino a tarda notte. Per molto tempo, riuscii a mantenere il doppio lavoro, naturalmente il corso non era finaziato pertanto ho dovuto fare ulteriori sacrifici per poterlo pagare. Col senno di poi posso dire di essere felice di aver sudato e compiuto sacrifici ed aver avuto l’occasione di lavorare in proprio.
COSA OFFRITE?
R: Di tutto. Il progetto nasce come pizza kurier, anche se in realta avendo a disposizione un’ampia sala, si possono organizzare feste compleanni, e persino manifestazioni particolari come ad esempio tornei di playstation e quant’altro. Per quanto riguarda il lavoro in sala, non abbiamo menú fissi, ma siamo aperti sempre a nuove idee, per venire incontro ai desideri della clientela. Discorso diverso riguarda per il kurier, dev’essere uguale per tutti a tutte le condizioni.
AVETE DELLE ZONE FISSE DOVE OFFRITE IL SERVIZIO KURIER?
R: Sì. Siamo fortunati ad avere un locale ad hombrechtikon, una piccola realtá al centro di tanti paesini. Una parte di questi si estende verso Rüti, un’altra buona parte verso Männedorf fino ad arrivare a Feldbach. Consegnamo in tutto in 10 paesi, ma volendo si puó anche consegnare in luoghi piú lontani, naturalmente dipende dalla quantitá e dal tempo.
QUAL É LA SPECIALITÁ DELLA VOSTRA PIZZERIA?
R: Credo che la risposta sia scontata: la pizza. A parte le pizze sul listino, ogni mese c’é una nuova pizza, chiamata appunto“Pizza del mese“, anche se ad onor del vero i nostri clienti hanno sempre la possibilità di condire la pizza a loro discrezione naturalmente con i prodotti che abbiamo in listino. Abbiamo ancora le pizza famiglie 50*50 cm di diametro dove i clienti possono sbizzarirsi a piacimento con i condimenti. Oltre a tutto ció offriamo anche pasta, insalate di vario tipo e dessert.
1 commento
Veramente io sono nato qui in Svizzera nel lontano 1977 e non ho subito altro che umiliazioni e discriminazioni. Ho anche la doppia cittadinanza, ma non è cambiato nulla credetemi. Anche io mi ammazzo di fatica tutti i giorni, ma cambia poco. Quindi faccio fatica a credere a queste storie. Non dico che non siano vere. Dico solo che dal mio punto di vista fatico a crederci. E comunque non è che abbiate aperto un ristorante svizzero. Siete caduti nel solito stereotipo della pizzeria. Quindi gli svizzeri penseranno: E ti pareva cosa volevi aprissero se non una pizzeria. Sono Italiani.