I truffatori del falso nipote continuano a rubare migliaia di franchi agli anziani. La banda si è concentrata su italiani e italofoni. La polizia cantonale di Zurigo lancia l’allarme e ci rivela che la maggior parte delle vittime sono italiani
I truffatori continuano ad agire, ogni giorno c’è il pericolo reale che una persona anziana, spesso le vittime sono donne, riceva una telefonata della fattispecie: “Ciao zio, indovina chi parla?”, è proprio così che spesso i truffatori mettono in atto il loro inganno. Solo da gennaio e solo nel cantone di Zurigo quattro persone anziane sono state truffate e derubate di migliaia di franchi. La polizia ci ha rivelato che ci sono già stati arresti, ma la banda dei truffatori, spesso rom che provengono dal nord d’Italia o dalla Polonia, è composta da tanti membri e questo rende più difficile la sorveglianza anche se la polizia tiene sotto controllo restrittivamente la situazione.
Così anche l’81enne Filomena (nome completo noto alla redazione) stava per cadere nella rete abilmente intessuta dai truffatori, se non fosse stato per la figlia Maria (nome completo noto alla redazione) che aveva già sentito parlare di questa truffa e quando l’anziana donna le ha raccontato di essere stata contattata da un fantomatico nipote, è intervenuta tempestivamente facendo saltare la truffa.
Ecco come si sono svolti i fatti
Filomena è stata chiamata da un presunto nipote di nome Antonio, che però la donna non riesce a ricordare, anche perché con quella parte della famiglia non ha più nessun contatto per ben trentacinque anni. Antonio dice di trovarsi a Zurigo, e che ha portato due bottiglie di olio e altro, ma che si troverebbe in difficoltà con l’acquisto di una casa e nel suo italiano perfetto e senza alcuna inclinazione dialettale le chiederebbe 75’000 franchi per concludere l’affare.
Filomena, un po’ scettica allora chiede “Ma spiega meglio, di chi sei il figlio? Sei il figlio della sorella di mio marito?”, il truffatore risponde “Sì”, certamente. Ed è proprio qui che si presenta uno degli errori che ingenuamente fanno gli anziani: in questi casi prevale l’emozione di sentire un proprio nipote sulla razionalità di capire bene chi è dall’altro capo del telefono. Gli anziani tante volte danno informazioni personali anche al telefono, come ha fatto Filomena. Ma se invece si rivolge la stessa domanda dando informazioni errate, si può subito capire se si tratta di una truffa, se per esempio Filomena avesse chiesto “sei il figlio di mia sorella che vive nei Grigioni?”, indicando cioè un parente inesistente e un luogo dove la signora non ha nessuno alla risposta positiva era subito chiaro che si trattava di una truffa. Ma le tecniche della truffa sono davvero molto avanzate. La polizia spiega che i truffatori normalmente si trovano già nelle vicinanze, e dopo la telefonata controllano chi entra e chi esce dalla casa per vedere se hanno campo d’azione libero.
È inoltre possibile che i truffatori abbiano già avuto contatto con le persone che prendono di mira ed è proprio così che secondo la polizia scelgono le loro vittime, incontrandoli “per caso”, ad esempio mentre fanno la spesa, di solito a tanti anziani fa piacere farsi una chiacchierata nella loro lingua con altre persone e spesso raccontano anche cose personali, così per i truffatori è abbastanza facile apprendere informazioni personali di base di cui poi si servono per la truffa.
Tornando al caso di Filomena, dopo che il truffatore ha spiegato la sua situazione di bisogno, lei risponde che non ha soldi, “non hai cose di valore, come oro ad esempio?”, è stata la prossima domanda del truffatore. Dopodiché cade la linea, ma Filomena viene richiamata solo dopo alcuni minuti. Quello che sembra un semplice problema della linea telefonica è un ulteriore trucco perfido dei truffatori. I disonesti fanno finta che cade la linea per richiamare pochi minuti dopo, questo serve loro per capire se la persona contatta qualcuno per telefono per avvisare dell’accaduto. Se trovano la linea occupata sanno che la persona è al telefono e così di solito non continuano. Se invece trovano la linea sempre libera, continuano con la truffa.
Ed è proprio quello che Filomena ha fatto, ha chiamato sua figlia Maria per avvisarla subito dopo aver concluso la chiamata con il finto nipote, anche se questo le aveva espressamente chiesto di non farlo. Dopo che il finto nipote chiede a Filomena ben 75’000 franchi lei dice: “Guarda, chiamo mia figlia”, ma subito il truffatore la distoglie nel farlo accennando al rapporto intimo tra zii e nipoti dice: “No, non chiamare nessuno, questo deve rimanere un segreto tra te e me, guarda ora sono con il notaio, andiamo in banca e poi vengo da te, abiti ancora dove abitavi prima?” specificando la via dell’abitazione, e lei risponde “Sì, abito sempre lì”, anche qui Filomena ha dato un ulteriore dato preciso e personale, addirittura del posto in cui abita, così il truffatore risponde: “Allora ci vediamo tra poco”.
Maria che è stata avvisata dalla madre ha chiamato la polizia, ha avvisato la vicina di casa di sua madre e le ha detto di non aprire assolutamente la porta a nessuno. Nel frattempo Maria ha raggiunto la madre. La polizia in borghese inoltre entro pochi minuti si è trovata davanti alla casa di Filomena, ma non hanno trovato nessuna traccia dei truffatori che, accorgendosi dei diversi movimenti a casa di Filomena hanno pensato di non continuare con la truffa.
La polizia spiega che spesso tante vittime si accorgono molto presto che la voce oppure la situazione di parentela non è vera. Ma succede anche molto spesso che le vittime si convincono di conoscere il truffatore e reagiscono – inoltre sotto pressione – in modo non più razionale. I truffatori sono molto bravi nella conversazione e riescono dare una risposta convincente anche alle domande più critiche. Inoltre spesso i truffatori chiamano anche una terza volta dicendo che loro personalmente non possono passare per ritirare i soldi, ma che mandano una persona di fiducia.
Ogni persona che è caduta nella truffa del falso nipote ha confermato che non pensavano che potesse succedere loro una cosa del genere.
Manuela Salamone