I Jalisse stanno vivendo una seconda giovinezza artistico-musicale. Il duo canoro che, a sorpresa, vinse il Festival di Sanremo nel 1997, si appresta a celebrare il prossimo anno i suoi venticinque anni di attività. Un quarto di secolo di alti e bassi, soddisfazioni e sconfitte, momenti lieti e dolorosi sul palco e fuori. Fabio Ricci e Alessandra Drusian sono una coppia anche nella vita. Sposati da 19 anni, hanno due figlie, Angelica Francesca, 18 anni, e Aurora Fatima Maria, 11 anni. I secondi nomi delle due ragazze, spiega Fabio a Frammenti di pace, rivelano le due grandi devozioni della coppia: quella francescana, in particolare per Padre Pio, e quella mariana, in particolare per la Madonna di Fatima. La fede ha aiutato molto Alessandra e Fabio, in varie circostanze: dalla gestazione difficile della seconda figlia alle critiche assai aspre e spesso ingiuste, che hanno ricevuto nel momento di maggiore fama.
Fabio, intanto, è felicissimo dell’ottima performance della moglie a Tale e quale show, in cui Alessandra Drusian si è cimentata anche come attrice e imitatrice di Mina, Iva Zanicchi, Annie Lennox, Anna Oxa, Celine Dion, Adele e varie altre dive della canzone. “Riprodurre la voce di un cantante, i movimenti, il trucco, l’abbigliamento, cercare di assomigliargli non è un lavoro semplice”, afferma Ricci, con un pizzico di orgoglio. “Il secondo posto è stata una bella medaglia che Alessandra si è guadagnata sul campo, comunque un Oscar lo darei anche ai truccatori di Tale e quale show!”, aggiunge il cantante e compositore. A 24 anni dal debutto, i Jalisse hanno “lo stesso entusiasmo del primo giorno – dichiara Ricci –. In particolare, in Italia ci stanno riscoprendo, è un momento bello, caldo e pieno di attenzione nei nostri confronti”.
Al termine del torneo di Tale e quale show (2-23 novembre 2018), Alessandra si prenderà alcune settimane di riposo. “Io invece lavorerò sul nuovo album – afferma Fabio – e preparerò il tour che inizierà la prossima primavera. Andremo ad incontrare le persone che la stanno applaudendo da casa, perché ormai è il momento di andare a stringere le mani e far ascoltare la nostra musica alle persone che ci stanno sostenendo”.
L’artista ci racconta poi della sensibilità sociale che, assieme alla moglie, lo ha portato ad esibirsi poco più di un mese fa per la Festa dei Nonni a Lucerna, davanti a un pubblico emigrati italiani. “È stata una proposta cui abbiamo detto immediatamente di sì – prosegue Ricci –. Il pubblico italofono ci attendeva con ansia e la cosa ci ha fatto molto piacere. Non siamo nuovi a queste attività, siamo degli artisti e anche dei genitori consapevoli: quando hai dei figli, ci sono situazioni che ti colpiscono particolarmente”. Fabio ricorda poi la partecipazione dei Jalisse al progetto Cantautori nelle scuole, un’iniziativa che introduce gli studenti alla scrittura di canzoni ma, soprattutto, a “creare un messaggio attraverso la canzone”. I Jalisse lo hanno fatto, coinvolgendo i bambini delle scuole dell’Aquila, dopo il terremoto.
Fabio e Alessandra vanno particolarmente fieri del progetto realizzato all’interno del carcere milanese di San Vittore, a seguito di una proposta arrivata dalla Fondazione Bongiorno, nella persona di Niccolò Bongiorno, figlio dell’indimenticato Mike, che premiò i Jalisse al Festival di Sanremo. Per l’occasione, il duo canoro ha scritto la canzone Tra rosa e cielo, “che parla di uomini di pace che vanno ad aiutare persone in difficoltà, mentre le famiglie restano a casa ad aspettarli – spiega Fabio –. Credo che in ognuno di noi debba esserci la consapevolezza di dover mandare messaggi positivi per aiutare queste persone in difficoltà”. I Jalisse hanno gestito una sala di registrazione all’interno del carcere, dove, per circa tre mesi, hanno tenuto dei laboratori. “È stato un momento molto forte – ricorda Fabio –. Abbiamo incontrato questi detenuti che erano lì per scontare le loro pene ma che, al tempo stesso, si sono mostrati pronti e disponibili a viaggiare e liberarsi, attraverso la musica, di un peso molto importante che si portavano dentro”. Ne è nato non un vero e proprio videoclip ma un “reportage” di quello che è accaduto nell’incontro tra i Jalisse e i detenuti. La canzone composta in questa occasione, realizzata dal duo assieme a Maurizio Fabrizio, “parla proprio della scarcerazione di una detenuta che, il giorno prima del suo rilascio, confida le sue difficoltà e la sua voglia di tornare a vivere, consapevole dei propri errori e pronta ad una nuova vita”.
Come accennato, Fabio e Alessandra sono dei devoti di San Pio da Pietrelcina, al quale hanno dedicato una canzone nel 1999, anno della beatificazione. Quello stesso anno, il 18 ottobre, i due si sono sposati a San Giovanni Rotondo, nella chiesetta frequentata da Padre Pio. Il matrimonio fu celebrato dal padre cappuccino Luciano Lotti e da un diocesano, don Miguel, attualmente operativo a Madrid. “Ricordo che ci sposammo un lunedì – racconta ancora Fabio –. Abbiamo vissuto le nostre nozze come un viaggio francescano, recandoci a San Giovanni Rotondo in pullman, accompagnati da una serie di devoti di Padre Pio”. In quell’occasione i Jalisse hanno composto il brano Luce e pane, dove rivelano la loro spiritualità in una forma musicale.
Nel 2007, quando la coppia era in attesa della seconda figlia, Alessandra visse una gravidanza difficile e lì decise che, se la bambina fosse nata, avrebbe avuto come secondo nome Fatima Maria. Rispetto alla nascita della prima figlia, lei e Fabio hanno accolto la venuta al mondo di Aurora con “stati d’animo completamente diversi”. Al termine della prima gravidanza, “una settimana prima di partorire, Alessandra saltava ancora sul palco come un grillo – ricorda il marito –. Con Aurora dovette terminare la tournée molto prima, perché sarebbe stato troppo pericoloso. Grazie a Dio, però, tutto è andato bene e oggi abbiamo due figlie fantastiche. Alessandra è una grande artista e una grande mamma”.
Un’ombra nella carriera dei Jalisse sono state le aspre critiche e le calunnie subite qualche tempo dopo la vittoria a Sanremo, tra cui non mancò un’accusa di plagio. Perdonare “non è stato semplice ma è stato un percorso in cui abbiamo scoperto il valore del sorriso – dice Fabio –. La fede ci ha aiutato molto in questo. È stato come se qualcuno nello show business non avesse accettato la nostra vittoria. Siamo artisti con una propria sensibilità, che producono emozioni e sensazioni ma dietro a questo c’è un grande lavoro di équipe, quindi non vedo perché si debba denigrare un artista che fa una musica che, semplicemente, può piacere o non piacere”. Alla fine di questa vicenda, i Jalisse hanno capito che “le uniche risposte erano la musica e il sorriso. Se uno ti fa un’offesa e tu lo ignori oppure sorridi a questa offesa, la persona che ti offende alla fine si stancherà e non troverà più motivo per attaccarti. Sorridere anche di fronte all’offesa è qualcosa che ti fa stare bene e che aiuta chi ti ha offeso a capire l’errore che ha fatto. È stato un vero percorso di vita per noi e spero di poterlo trasmettere alle nostre figlie”.
Luca Marcolivio